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I Fiumi della zona  
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Ticino
Il Ticino traccia ad ovest il confine tra la provincia di Milano e le provincie di Novara e Pavia.  Nasce presso il passo di Novena nel massiccio del San Gottardo per costituire, nel tratto superiore, un grande arco attorno alle Alpi ticinesi. Sempre in territorio svizzero, termina il suo corso nel lago Maggiore per il quale costituisce il più importante immissario e l’unico emissario. In provincia di Varese, presso Sesto Calende, il Ticino, in uscita dal lago, scorre maestoso per oltre 20 Km verso Sud-Est seguendo un unico percorso quasi obbligato all’interno delle terrazze dell’alta pianura e poi tra le proprie alluvioni. Il percorso diviene via via più ampio, lasciando libere le vivaci acque di colonizzare vaste aree con canali che continuamente si diramano e si riuniscono formando numerosi isolotti di ghiaia grossolana. Caratteristica peculiare del fiume Ticino, soprattutto nel tratto che interessa anche la provincia di Milano, è quella di modificare frequentemente il tracciato come conseguenza di eventi di piena anche modesti. Questi mutamenti facilitano la creazione di ambienti sempre nuovi costituiti da lanche, morte, mortizze, rami secondari e ampi isolotti rapidamente colonizzati da una miriade di piante e animali che continuamente arricchiscono il territorio di nuova vitalità. Nelle lanche, che sono vecchi meandri abbandonati dalla corrente principale ed alimentati solo nei periodi di piena, le acque scorrono molto lentamente e consentono lo sviluppo di particolari ecosistemi di estrema bellezza. Prima di unirsi al Po, a valle di Pavia, il Ticino torna a scorrere, senza ricevere più alcun effluente, in un solo canale costretto in sponde ben definite nella piana alluvionale. Il fiume nel tragitto sub-lacuale, dal lago Maggiore alla confluenza col Po, percorre circa 110 Km. La qualità delle acque si mantiene buona per tutto il corso del fiume. I primi insediamenti nella valle del Ticino sono da attribuire alle tribù liguri provenienti dagli Appennini. Poco dopo l’uscita dal Lago Maggiore, sulle sponde del Ticino è stata rinvenuta una necropoli costituita da migliaia di tombe risalenti al complesso culturale dell’età del ferro della Val Padana Centrale detto "civiltà di Golasecca" la cui espansione viene datata a partire dall’ VIII sec. A.C. fino alla romanizzazione. Molti secoli più tardi, al tempo del Barbarossa, dal Ticino i Milanesi cominciarono ad organizzare canali e derivazioni. La portata del Ticino varia da un minimo di circa 30 m3/s nei periodi di magra ad un massimo di oltre 900 m3/s nelle stagioni primaverili e autunnali. Circa l’ottanta per cento dell’acqua viene sottratta, provocando perturbazioni rilevanti all’ambiente fluviale, per alimentare canali e derivazioni.  Fortunatamente tale depauperamento, pur compromettendo seriamente il Ticino, è mitigato dall’ingresso, a partire da Turbigo, di acque di risorgiva che alimentano naturalmente il fiume. Il Ticino è parzialmente navigabile da Osogna (Canton Ticino) al Lago Maggiore e quindi sino alla foce
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