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La Storia della scrittura
copyright 2000 by Ettore Rossoni
La scrittura nasce come esigenza dell’uomo di trasmettere ad altri la propria esperienza. Dai cacciatori preistorici che immortalarono sulle pareti delle caverne quanto avevano visto, forse attribuendo a quei disegni un valore evocativo o comunque magico, ai potenti della terra d’Egitto che vollero lasciare traccia di sé al mondo, tutti usarono l’espressione grafica per imprigionare sulla pietra dei concetti, affinchè tutti potessero capire o intuire la loro grandezza. Dalla forma pittografica di descrizione degli avvenimenti alla scrittura vera e propria il passo non fu breve, ma allontanandosi da una componente intuitiva della comunicazione, disegno riproducente l’idea che si voleva trasmettere, si aumentò a dismisura la sacralità ed il mistero e solo gli iniziati potevano capire il significato di quei simboli che per il popolo avevano solo un valore magico. Le civiltà più progredite e, soprattutto più estese territorialmente, ebbero necessità di diffondere la conoscenza per poter usufruire di uno strumento che consentisse di comunicare con altri, senza che fosse necessario essere presenti di persona. Estendendosi l’uso della scrittura ad usi commerciali, il contenuto misterioso e magico piano piano diminuì anche presso il popolo, ma per molti restò incomprensibile come dei segni, privi di ogni riferimento con immagini reali, potessero contenere un messaggio e continuarono a ritenere una magia il fatto che una persona potesse estrarre da quei simboli un racconto.  La difficoltà più grande non era stata quella di trasferire un’idea sulla pietra, ma quella di concepire l’astrazione di un simbolo per ricondurla ad un suono. Chi doveva trasferire su pietra un messaggio usando delle immagini si trovò sicuramente di fronte al bisogno di rappresentare dei suoni, il dover riportare un nome, quando i nomi erano attributi o nomi propri di animali o cose, non era particolarmente difficile, era sufficiente saper rifare qualcosa che esisteva, un lupo, un toro, il sole, la luna, l’acqua erano riproducibili, anche se veniva ovviamente richiesto molto tempo per inciderli. Il primo passo fu attribuire all’immagine anche il suono della cosa rappresentata e poi quello della parola usata per identificarla. Un secondo passo fu la compressione a sillaba e di lì a suono consonantico. Parallelamente il sempre maggior bisogno di velocità nel riprodurre quanto i grandi volevano trasmettere, condusse ad una semplificazione del disegno usato per rappresentare il suono, fino ad arrivare ad un simbolo che si era così allontanato dall’originale da rendere quasi impossibile il riconoscerne il primitivo soggetto.
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