Nato a Melegnano il 5 luglio 1939, pittore e scultore, vive a Riozzo
di Cerro al Lambro via Monviso, 28 ha frequentato la scuola d’arte dell’AFHA,poi
diventa collaboratore per l’insegnamento delle attività artistiche
presso lo stesso Circolo Artistico di Melegnano. Dal 1987 fa parte
dell’Italian art in the world opera di divulgazione internazionale delle
figure artistiche nel mondo dell’arte italiana (Ed.Celit). Membro
del Circolo Artistico Melegnanese dal 1976, del quale ha rivestito la carica
di socio fino al 1982 data nella quale diventa vicepresidente e vi resta
tale sino al 1991. Sempre presente alla vita culturale ed artistica
della città, ha al suo attivo diverse mostre personali e collettive
e concorsi a livello provinciale e nazionale in particolare : nel 1979
in seguito alla premiazione del concorso nazionale di pittura estemporanea
svoltasi a Opera fu invitato a svolgere una mostra personale nella Galleria
il Salice di Milano con la presentazione di Vittoria Palazzo (giornalista)
e Vittorio Manzella (critico d’arte) riscuotendo diversi premi e riconoscimenti,
ha ottenuto poi premi e critiche positive in particolare con la mostra
presso il Circolo Artistico e al Centro Culturale a Melegnano nel 1980,
al Centro sociale di Cerro al Lambro nel 1986 ed infine presso la Galleria
del Circolo artistico di Melegnano nel 1986. Nel 1989 Passarini espone
in collettiva con Generani e Lichelli al Centro Culturale di via Castellini
a Melegnano. Recensioni della sua arte sono state pubblicate su diversi
giornali e riviste tra i quali: Il Giorno, il Cittadino, Il Melegnanese.
Hanno scritto critiche di lui Giuseppe Beccarini che tra l’altro dice:
Passarini è uno dei pittori che ha saputo, in questi ultimi anni,
portare avanti un suo personale discorso. Egli raffigura nei suoi dipinti
storie di uomini tesi ad una conquista morale e sociale conquista oggi
più che mai necessaria nella nostra società arida di sentimenti.
Antonio Oberti lo vede come un pittore sobrio e pensoso dalla linea equilibrata
in grado di far risuanare il colore in modo intenso tramite la diffusa
luminosità. Antonino De Bono infine dice che analizzando a
fondo le sue tele afferma essere il formicolio quantitistico della luce
come sublimità della forma. |