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La Campagna melegnanese  
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L'argomento  che questo saggio si propone di delineare sono alcuni aspetti del paesaggio agrario dell'area melegnanese e l'analisi dei  metodi di coltivazione conosciuti, già da alcuni secoli, sotto la denominazione di vicende o ruote.  Le fonti primarie dalle quali sono state attinte le notizie relative alle condizioni della campagna melegnanese sono stati compilati durante la prima fase - interrotta nel 1733 - dei lavori compiuti per il censimento generale dello Stato di Milano : si tratta dei libri catastali dei beni di "prima stazione" compilati per la misurazione e la stima delle terre , e più precisamente dei cosidetti registri, la cui stesura risale al 1721, e delle minute di stima del 1725-26.  Nel 1721 vi fu  una prima stesura, finalizzata alla ricostruzione della situazione patrimoniale, dei possidenti nel Borgo di Melegnano; possiamo stabilire preventivamente che le ricerche si articolano per la definizione del Patrimonio Fondiario dai dati rilevabili dai sommarioni a margine delle mappe di Carlo VI, e per il Patrimonio Immobiliare dal Fondo Censo e Catasto; i possedimenti sono riportati, nelle suddette fonti, nella totalità e in ordine di consistenza.  I Registri, scaturiti sostanzialmente da una revisione operata sui sommarioni, compilati allo scopo di rendere comprensibili le mappe topografiche formate sulla base dei dati raccolti dai misuratori delle campagne, elencano, per ogni comunità , di seguito al nome del possessore gli appezzamenti di terreno, con il riferimento al numero di mappa , la qualità della coltura a cui era destinato il fondo all'atto dell'indagine, cioè se prato, aratorio, risaia, bosco , la squadra di fertilità, l'estensione, la stima attribuita e il valore capitale (la specificità dei terreni è riportata in "La classificazione dei terreni" su il Melegnanese del 15 marzo 1995) . Da questi documenti, che permettono la ricostruzione di singole situazioni locali e che consentono di risalire a delineazioni più ampie, si sono ricavati, privilegiando l'aspetto che maggiormente caratterizza la bassa pianura lombarda, i dati relativi all'estensione delle terre irrigate e delle colture adacquatorie.  Allo scopo di fornire ai risultati di queste elaborazioni un significato che andasse al di là della semplice definizione numerica della superficie irrigata e dell'estensione occupata dalle singole colture, si è cercato di delineare la distribuzione sul territorio delle terre adacquate, e di individuare l'esistenza di zone che si diversificano nel processo  di costruzione dell'edificio irriguo e quindi nelle scelte colturali.  La campagna melegnanese si estendeva nella sua maggiore superficie quantitativa a ponente, sul confine prossimo del Principato di Pavia, sui terreni vi erano insediamenti colonici dette Case da Massaro, esse erano: La Bertarella, La Medica, La Silva, La Martina e  La Cattanea.  La ricostruzione cartografica delle campagne e di tutta l'area melegnanese, nel contesto della Bassa, ha necessariamente avuto inizio quindi dall'utilizzo della mappa settecentesca. Se per chiarezza di rappresentazione i confini delle comunità furono trasferite topograficamente con linee di confine a figura regolare, si è cercato nel contempo di seguire il più possibile l'aderenza dell'assetto territoriale che ogni rapporto di confinanza evidenziava. Il problema poi, dell'inglobamento nell'assetto territoriale melegnanese, dell'area della Cassina Maiocca e dei terreni ad essa annessi, contenuti nella zona oltre la Spazzola, dovrà tuttavia attendere, per la sua considerazione, tempi più recenti. La rappresentazione cartografica ha permesso quindi di non appiattire tutte le sfumature che emergevano dai documenti catastali, consentendo contemporaneamente di continuare a far riferimento a una prospettiva generale.  Prima di entrare nel merito delle forme di avvicendamento praticate nella campagna melegnanese, occorre introdurre le fonti da cui sono attinte le informazioni riguardanti i sistemi di rotazione , e cioè le minute di stima. Questa documentazione riguarda delle perizie compilate da stimatori del censimento atte a fornire il rendimento annuo dei diversi fondi per ogni comunità. In essi sono contenuti tutti i passaggi effettuati nella determinazione del valore imponibile e sono raccolti i dati relativi alla produzione annua di una pertica di terreno, al prezzo dei generi coltivati, alle deduzioni concesse per infortuni naturali, per lavoro, per la manutenzione dei cavi di irrigazione, degli edifici e dei legnami per le viti. Le minute di stima rappresentano lo strumento fondamentale per la conoscenza degli avvicendamenti, sia sotto l'aspetto della componente colturale, sia per l'ordine con cui si succedono le piante. Il quadro delle alternanze che si ricava è molto vario  per il quale abbiamo già avuto modo, in precedenti pubblicazioni, di descrivere analiticamente sia la zona che il tipo di coltura adottato. E' qui importante evidenziare in primo luogo la specie delle piante che generalmente entrano a far parte dell'alternanza: la produzione cerealicola risulta fondata sulla coltivazione del frumento, della segale, del melgone, e del miglio; quella foraggera, sebbene le minute di stima non forniscano precisazioni sulla qualità delle erbe ma si limitino a definire "prato nuovo" o "erbatico" il primo anno di questa coltura e "prato migliore" gli anni successivi, si suppone esser basata sul trifoglio. Tale coltivazione è quella che occupa più anni dell'alternanza e succede sempre al frumento, allo scopo di ripristinare la fertilità. Il frumento, pianta depauperante, è collocato sempre dopo una coltura da rinnovo tipo il melgone o una foraggera, affinchè trovi un terreno adeguato e privo di erbe infestanti, e rimane sul terreno per due o più anni consecutivi.

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