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La Cassina  
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La tipologia della "Cassina"  costituì, nel Settecento,  un tipico esempio di complesso immobiliare strettamente ancorato ad esigenze produttive, in particolare connessione all'attività agricola. Nell'area irrigua della pianura lombarda, la precoce e duratura presenza di grandi imprese agrarie a conduzione imprenditoriale, insieme all'unitarietà della superficie aziendale e allo sviluppo di colture e allevamenti ad alto reddito, diedero origine ad una tipologia di insediamento generalmente isolata sui fondi, a volte aggregazione di più unità produttive, che giunse fino alla costituzione di piccoli borghi. Così fu , quindi, per Vizzolo, Calvenzano, Sarmazzano, Casalmaiocco, Santa Brera, Mezzano, Pedriano, Santa Maria in Prato, San Zenone, Sordio, Villavesco e Colturano, mentre il borgo di Melegnano disponeva, all'atto del Censimento Generale del 1752, di ben quindici Case da Massaro dette anche Cassine tutte ubicate fuori dal perimetro difensivo (per un'approfondimento vedi anche "Le aziende agricole" Il Melegnanese n.1/95).  Tratteremo in questo saggio principalmente dell'aspetto architettonico, funzioni sociali e  influenze che condizionarono la vita  nelle "cassine" , ubicate sia sul territorio melegnanese che dei comuni limintrofi, nel XVIII Secolo.  L'oggetto di studio consisterà nell'analisi delle strutture agricole di: Santa Brera, Costigè, Laghazzo, La Valle, Sarmazzano, Griona, Bernarda, Calvenzano, Buttintrocca, Cologno, Montebuono, Legorina, Montorfano, Cappuccina, Sangallo,  De Lassi, Silva, Martina,  Bertarella,  Medica, Cattanea, Muraglia, Giardino all'Alto e Giardino al Basso, Pallavicina, Cassinetta, Palazia, Maiocchetta, Cabiano, Lunetta. La stuttura fondamentale della cascina comprendeva un'edificio centrale, destinato al proprietario o all'affittuario dell'azienda,  posto in posizione dominante rispetto al complesso degli altri edifici, destinati ai lavoratori e alle loro famiglie, e alle necessità delle produzioni agrarie e zootecniche. Questo complesso delimitava, e a volte circondava, uno spazio scoperto: l'aia. Tale tipologia edilizia rispondeva alla duplice esigenza, da un lato, di materializzare una struttura unitaria di produzione, favorendo il controllo diretto del conduttore; dall'altro, di costituire un nucleo di aggregazione sociale, fondendo insieme lavoro e tempo libero; a questo proposito erano presenti locali di ritrovo collettivo quali scuole, edifici adibiti al culto e oratori di cascina. In questo quadro di sostanziale unitarietà tipologica e funzionale sono però riscontrabili differenze a carico di specifici fabbricati connessi a produzioni tipiche locali (il riso piuttosto che i foraggi) o alla specializzazione zootecnica piuttosto che a quella cerealicola. E' possibile quindi rinvenire nelle varie aree di produzione: caseifici aziendali o pilerie per la lavorazione del risone ; magazzini per le granaglie, insieme o meno a fienili, a loro volta connessi a stalle per il ricovero di bovini e cavalli. Tutti questi edifici posseggono una loro specificità costruttiva, pur nella sostanziale omogeneità dei materiali utilizzati: di gran lunga prevalente è l'impiego del mattone cotto, data l'indisponibilità locale della pietra da taglio e gli elevati costi di trasporto dalle cave di produzione. Il territorio a levante  del borgo  di Melegnano era particolarmente argilloso tanto che venne costruita in loco una fornace . Sino a tempi più recenti era ancora in attivo una cava in luogo dell'attuale piazza Puccini di Vizzolo , difatti, sino all'inizio degli anni Ottanta, provenendo dalla  strada provinciale Pandina la sua diramazione per l'interno del paese, era contraddistinta da un'avvallamento che poi risaliva in prossimità del centro abitato, ciò era dovuto appunto alla estrazione dal terreno del materiale argilloso. Tale cava fu riportata alla quota della Strada Provinciale con la successiva costruzione del complesso immobiliare "Residenza Calvenzano"  definito alla fine del 1984. Dalle "Risposte ai 45 quesiti" che erano i risultati degli elaborati statistici del 1750 a completamento del Censimento Generale dello Stato di Milano, desumiamo che a fronte dei 1750 abitanti del borgo di Melegnano vi erano più di cento abitanti fra le cassine di Cabiano e De Lassi; le quindici aziende agricole melegnanesi raggruppavano il 70% degli abitanti, con una media di 80 abitanti per cascina, mentre il nucleo urbano deteneva il restante 30% per complessivi 550 abitanti. Da questa sintetica analisi risulta evidente un dato: la densità abitativa detenuta dalle strutture agricole, negli scorsi secoli, è stata di gran lunga superiore al centro urbano. Un'altra differenziazione da cogliere è il raggiungimento dei diversi gradi di autonomia socio-amministrativa in funzione dell'influenza a cui rimasero assoggettate, proprio questo dato ci conferma ancor oggi le diverse relatà rurali realizzate appunto in funzione degli scopi di rilievo sociale. Per una migliore comprensione delle differenze si può notare la realtà che ancor oggi ci propone la Cascina Sarmazzano  rispetto alla Cascina Martina: Una ostenta la sua grandezza sia sul piano strutturale che comprensoriale , mentre l'altra ci induce a giudizi piuttosto riduttivi. Il Settecento, quindi, era stato il secolo in cui più forte era stato l'aumento deli Oratori di cascina; disaggregando i dati per zone, l'incremento risultava più sensibile proprio in quelle strutture che ambivano ad un'autonomia dai Borghi più influenti e accentratori quale era stato in primis et ante omnia quello, appunto, di Melegnano. Nella cascina così come si struttura nel corso dei secoli XVII e XVIII l'oratorio è stato uno dei manufatti più significativi sotto l'aspetto artistico. Come abbiamo già posto in evidenza ne sono dotate solo le grandi cassine e la sua presenza è solitamente indice di una situazione architettonica complessa. Le ragioni storiche e religiose che portarono alla costruzione dei numerosi oratori di cascina è da rinvenire proprio in quella  mutata situazione demografica che vede - per quanto riguarda il territorio melegnanese ma anche più in generale tutta la pianura lombarda - un notevole incremento della popolazione rurale rispetto a quella dimorante nei centri urbani. Ma anche prima del XVII secolo le campagne non erano prive di oratori, e proprio dalle origini dell'età moderna conviene far partire una indagine sulla diffusione rurale degli edifici di culto.  Una mappa dei più antichi oratori di cascina è tracciabile ormai solo sulla carta e sulla scorta di indicazioni documentarie. Tra i pochi esemplari superstiti anteriori al XVII secolo merita una speciale menzione la cappelletta - più che oratorio vero e proprio - dedicata a Santa Brigida presso la cascina Santa Brera, poco distante da Melegnano. Altro esempio di oratorio di cascina si trova nella struttura agricola della Cascina Sarmazzano in quel di Vizzolo, l'oratorio fu dedicato a Sant'Antonio (esattamente a Sant'Antoni del purscel); di notevole valore, vogliamo ricordare anche la cappella dedicata alla Natività della Madonna ubicata nel complesso di "Rocca Brivio".  E' di notevole interesse soffermare, altresì, l'attenzione sui tipi di insediamento che si associarono alle organizzazioni agrarie settecentesche. Le vivaci iniziative di sviluppo e di razionalizzazione dell'agricoltura di riflesso portarono a esigenze di adeguamento delle antiche sommarie dimore rurali e a nuove necessità tecniche e organizzative delle culture, quindi all'incremento numerico degli addetti al settore e alle rinnovate condizioni contrattuali stipulate tra impresa e mano d'opera.  Ora, nel territorio oggetto del nostro studio, le residue forme di economia di sussistenza che si associarono all'accentuata lottizzazione delle proprietà suggeriscono e promuovono una forma accentrata di insediamento. Si tratta del villaggio rurale all'interno del quale trova residenza il coltivatore chiamato a prestare la sua opera su grandi fondi formati da appezzamenti accorpati non di rado distinti e rispettivamente distanti tra loro, con una policultura che richiede interventi non contemporanei e, infine, con ampio uso di arnesi di lavoro manuali. 
fonti: Rivista Storica Italiana, anno LXXVI, fasc.II, 1984; 
        A.S.M. cart. 1852 , Circondario I di Milano, Mandamento XVI

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