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novembre 401, Alarico, con i suoi visigoti, aveva attraversato le Alpi,
e sappiamo dalle cronache d'allora, che, tre mesi dopo, nel febbraio del
402, la Milano/Laus Pompeia/Piacenza, era impercorribile e tutto il comitato
Lodigiano, doveva essere insicuro. Una leggenda narra, che Teodorico,
re dei Goti, fece fabbricare una torre sulla sponda destra del Lambro a
Salerano sul Lambro. Interessante riportare alcuni appunti del viaggio
di Apollinare Sidonio, futuro vescovo di Augustonémetum (Clermonnt-Ferrand),
che partito dalla Gallia (odierna Francia), nel 467, per incontrare a Roma
l'imperatore Antemio, arrivato a Ticinum (Pavia), s'imbarca per Ravenna,
e giunto ai confini del nostro Comitatus, "...
andai a vedere il Lambro dal fondo coperto d'erbe palustri, l'Adda azzurrino...".
Circa dieci anni dopo il viaggio del Vescovo, Odoacre re degli eruli, depone
Romolo dal trono di Roma, convenzionalmente, finisce a questa data
la storia antica ed inizia il medioevo. Dal 568 al 774 la Liguria
è occupata dai Longobardi, che dopo la conquista franca, si chiamera
Longobardia. I longobardi, presero Milano nel 569 e Laus nel 570, Pavia
cadde solo nel 572, divenendo subito capitale del regno longobardo.
Nel VII secolo, spinti dalla conversione della regina Teodolinda, i longobardi
divengono cristiani, forse in questo periodo, hanno dato inizio alla storia
del nostro piccolo paese, è risaputo infatti che i longobardi usavano
costruire delle chiese sui loro cimiteri, intitolate a santi guerrieri,
protettori di tutti i longobardi. San Michele e San Giorgio,
in questo caso sono i santi che interessano alla nostra storia, il primo
è il Santo Patrono di Bascapè, il secondo è il Santo
Patrono della parrocchia di Casaletto Lodigiano. Di quest'epoca
abbiamo due documenti, il primo è addirittura del re Luitprando
Flavio, che nel 725, dona i beni in Mairano, all'abbazia di San Pietro
in Ciel d'Oro, da lui stesso fondata due anni addietro. Mentre del
secondo, sappiamo solo che, Gisulfo, longobardo laudense, strator (scudiero)
di re Desiderio, muore nel 759, lasciando molti dei suoi beni ai poveri
ed il rimanente alle figlie, una delle quali, Pelagia, fu la prima
badessa del monastero di San Giovanni Battista, fondato dallo stesso Gisulfo,
nel luogo dove sorgeva la cascina San Zan. Pelagia e sua sorella
Natalia, moglie di Alchis, venerandus gasindius (familiare)
del re Desiderio, chiedono alla figlia di quest'ultimo, Anselperga
(Ansberga), di poter cambiare le terre di Alfiano (Alfianello, BS) con
alcune terre laudensi. Anselperga accetta, dando in cambio terre sui fiumi
Muzza (l'odierna Muzzetta), Sillero e Lambro. Nonostante questo,
i longobardi, non intrattengono buoni rapporti con il papato, al punto
da costringere papa Stefano, a chiamare in aiuto i franchi, che secoli
prima si erano spostati dall'attuale Germania, nella Gallia.
Questi, comandati dal re Pipino III detto Il Breve, scendono in Italia
due volte, nel 754 e nel 756, battendo i longobardi e donando al papa i
territori che diventano il nucleo originario dello Stato Pontificio.
Desiderio, è l'ultimo re di stirpe longobarda, viene infatti sconfitto
nel 774, da Carlo Magno, figlio di Pipino III, che si proclama, re dei
longobardi. Berengario, sessant'anni dopo, forse nel 918, autorizza
Stefano I, abate di San Pietro in Laus, "flumium
Lambri per totum episcopatum Laude et autoritatem allenandi turres et castella
et mutandi vias et aquas ductiles". |