Le
truppe del re Luigi XII, nel 1499, invadono il ducato e nel settembre prendono
Lodi. Inizia, dopo questa data e per più di trent'anni, l'avvicendarsi
di occupazioni, francesi, svizzere, spagnole e veneziane, con le conseguenti
imposizioni di taglie, devastazioni ed epidemie. Le fondamenta della
torre detta Borromea, pare siano del XV secolo, ultimo resto dell'antica
rocca, o posto di guardia, posta in posizione strategica, sulla prima altura
dopo il ponte di Salerano ed al confine con il territorio pavese e milanese.
Il lato ovest è ancora segnato sulle mappe del catasto Teresiano.
Due atti di vendita e ratificazione, su unica pergamena di ben 920x337 mm,
datati 17 marzo 1502 e 1 febbraio 1503, sono rogati dal notaio Giacomo
de Basilicapetri, fu Fazio di Lodi, la ratifica, viene redatta davanti ad
Antonio de Mayrano, console di giustizia a Lodi. Gio(vanni) Antonio de Mayrano,
si firma protonotaio, su un atto privato del 28 febbraio 1509, è
notaio, in un altro atto privato, del 13 aprile 1518, nel quale è
menzionato il nome del padre. L'atto pubblico, del 14 giugno 1520, per la
dote ad Aurelia, figlia di Margherita de Vignate, fu Bartolomeo, è
redatto dal notaio, sulle sue imbreviature. Una terribile epidemia
di peste, conseguenza delle continue invasioni, nel 1529, aveva lasciato
le campagne lodigiane, senza braccia, fu così necessario assoldare
dei contadini forestieri. Probabilmente di quest'epoca è il
lato sud del granaio, detto anche convento, perché erano i monaci
che curavano i malati e quindi vi dimoravano sito nella piazza di Casaletto,
sul quale si possono vedere tre monofore murate, ultimi resti dell'antico
lazzaretto. Anche un muro della cascina Sudati del Guado, presenta due monofore
murate e la tradizione, vuole essere i resti di un lazzaretto, come le cascine
S.Rocco di Mairano e Lazzaretto della Foppa, erano, originariamente adibite
a quest'uso. "Instrumentum Venditions" dell'8 luglio 1533, redatto a Sant'Angelo
Lodigiano in castro, Alessandro Attendolo Bolognini, conte, fu Galeazzo,
abitante nel castello di Sant'Angelo, vende ad Ambrogio de Pandino, fu Antonello,
abitante a Sant'Angelo, un appezzamento di terra di pertiche 14, sito nel
borgo di San Rocco in località "il prato del Zerbono", al prezzo
di lire 10 la pertica. Nel settembre del 1533, i francesi occupano
Lodi, mettendo al sacco tutto il contado lodigiano. Un acquisto di
terreni, case, giardino, stalla e chiappello, del 6 settembre 1539, ci dà
alcuni nomi particolari di campi : Campazzo del Frà Bojento, Campo
del Bosco del Frà Bojento, Valle di Galladro, Campagna del Bosco
di Misè ed altri più abituali : Brusadella Vigna, Campo delle
Caselle o di Stef.° Bajo, Porchione oPonchione e Prevedina o Prenedina.
In un altro acquisto del 28 settembre 1540 è menzionata la Novella
della Moncucca, cinque anni dopo ed esattamente il 2 settembre un Cadamosti
la riacquista. Sempre in questi anni vengono menzionati i campi Vignazza
e Campo delle Caselle, su atti di acquisto forse dei Cadamosto. Per
valutare l'entità di un affitto il 2 aprile 1551, vengono misurati
dei terreni, alcuni nomi già citati nei documenti precedenti, altri
sono : Novella, Vignazza, Campo del Ronco, Brusadella, Campo del Bosco,
Campazzo e Bojto. Il Sig. Vitali il 6 dicembre 1560, cambia con Cademosti
5 pertiche della Novella Moncucca, con 4 del campo dei Porchioni e forma
il Pianone Santino. Il carmelitano Frà Ottavio Castelli, vice
curato dal 1581 al 1586, della parrocchia di San Giorgio, è
il primo parroco di cui si ha memoria nell'archivio parrocchiale,
ed uno dei primi maestri lodigiani, insegnava , infatti, oltre al verbo
di Dio, anche la grammatica. Proprio nel 1581, il vescovo di Lodi,
Monsignor Ludovico Taverna, impegnato nella visita pastorale della diocesi
lodigiana, arriva "... ad loci Casaleti ...",
per visitare "... Ecclesia Sancti Georgij ...",
redigendo un "verbale"
di descrizione (quasi illeggibile), nel quale possiamo "intuire" le misure
esterne, che sono: di longitudine 20 braccia (lodigiane), (12 metri di lunghezza),
12 braccia di latitudine, (7,2 metri di larghezza), 12 braccia d'altitudine,
(7,2 metri d'altezza) e "... con campanile
alto con sola campana ... ". Nello stesso,
è annotato il numero delle anime nella parrocchia, che erano
228. I signori Vitali Mapelli Masnago, il 19 febbraio 1587, acquistano
i terreni chiamati: Campo Mairano, Calvenzana e Vigna Bianca. |