Le Arimannie
Il termine Arimanni deriva dal
radicale longobardo Harimann. Gli arimanni erano gruppi di uomini liberi
con pieni diritti civili, cioè non soggetti in schiavitù,
che si ponevano al servizio dei re o dei duca per sopperire alle esigenze
di difesa del regno longobardo, maggiormente richieste nelle zone soggette
alle invasioni degli Slavi e degli Avari. Ad essi venivano assegnate
terre, nelle adiacenze delle città o in località strategiche,
col compito di coltivarle e difenderle. Le Arimannie non erano un
vero e proprio esercito, ma brigate di guerrieri professionisti, con un
lauto stipendio alle dirette dipendenze delle istituzioni di potere longobarde.
Dislocate nelle zone più a rischio di conflitti o scorrerie costituivano
una forza di pronto intervento militare che si opponeva sia alle invasioni
dall’esterno sbarrando la strada alle orde avversarie, sia alle azioni
di bande all’interno, con presidi che costituivano un vero e proprio corpo
di polizia a protezione del potere costituito. Le Arimannie
normalmente gravitavano attorno ad un centro fortificato più rilevante,
il castrum, che costituiva il fulcro di tutto il sistema difensivo. Gli
Arimanni non si dedicarono nel periodo della dominazione longobarda,
alle sole attività militari. Il periodo longobardo, oltre che da
un impulso culturale e di fusione con l'eredità celto - romana,
fu caratterizzato da una eccezionale stabilità e continuità
politica, economica e, verso la fine del VI° secolo, anche religiosa.
Quindi è evidente che i Longobardi delle arimannie, occupando una
posizione di superiorità sulla popolazione originaria, si dedicarono
anche ad attività di amministrazione politica, economica, agraria,
svolgendo un ruolo fondamentale nella stabilità dei regno longobardo. |