parte ottava Andas, andas = di qua e di là. Si usa questa espressione per indicare una persona, raramente un animale, che sta sempre in giro: “Esti sempri andas, andas”! = E’ sempre in giro(arrèu). “No tenit furriàda”! = Non ha il senso del rientro, a casa per esempio. Andat Crobu e benit Puddu: va via Crobu e arriva Puddu. Sono due cognomi abbastanza frequenti in Sardegna. Questo detto è nato proprio nel borgo di Gonnosfanadiga. I Gonnesi ricordano più o meno simpaticamente, due esattori di tasse particolarmente esosi (Crobu = corvo; Puddu = pollo ruspante). Andat Crobu e benit Puddu è poi il primo verso di una “quartina”: andat Crobu e benit Puddu/ mai besseus de pilloni/ custu de inoi / est peus de cuddu/. (Se ne va Crobu e arriva Puddu/ non usciamo dalle grinfie dell’uccello/, questo qui / è peggiore del primo/! Gli abitanti di Gonnosfanadiga intonano inoltre, più o meno scherzosamente, questa rima all’alternarsi degli amministratori comunali! Annàda de cadrillòni = annata di asfodelo. Quindi annata buona, perché l’asfodelo cresce bene con le piogge abbondanti. Annàda de meda binu, annàda de pagu tinu(sentidu). = Buona annata di vino, annata di poca saggezza (senno). Il vino abbondante gioca brutti scherzi! Annàda de piògu. Annata di pidocchi. Annata brutta. Piogosu, come anche in italiano(pidocchioso), è sinonimo di povero in “canna”, carico di debiti, in completa miseria. Antigu ke su pidu. Antico come il peto: inteso come pettegolezzo. Appustis de oi benit crasi. Dopo oggi viene domani. Per ricordare, sempre al povero, di ripartire bene, nel tempo, le poche cose che possiede. Appustis mortu comunicàdhu. Dopo morto dagli l’estrema unzione. Non serve più il prete dopo che uno è morto, se non per seppellirlo. Questo detto si usa per indicare quando si arriva troppo tardi in un caso di emergenza. Arias arrùbias portant bentu. Il cielo rosso preannuncia il vento. Il detto viene usato per identificare una situazione imbarazzante, che si aggrava sempre più. Arràbiu tengiast! Che tu possa avere(la rabbia) un malanno! Esclamazione di malaugurio, in risposta ad un torto subito. Arrecumandai s’anima a Deus. Raccomandare l’anima a Dio. Nell’estremo pericolo non c’è altro da fare!. Arrìsu cun crojòlu. Riso a denti stretti. Sorriso amaro: per una situazione, che solo apparentemente suscita ilarità. “Sorriso Pirandelliano”. Arrìsu de is carrus furriàus. Riso per i mali degli altri. Quando uno ride a sproposito, gli si dice: “S’arrìsu de is carrus furriàus fàtzast”! Poiché tu ridi per i mali degli altri; gli altri possano ridere per i tuoi mali! Qui a Gonnosfanadiga raccontano che una volta un proprietario terriero sopra il carro a buoi, carico di sacchi di grano, ridesse di una povera vecchia, che era inciampata su un sasso(le strade non conoscevano l’asfalto)cascando a terra rovinosamente. Per ironia della sorte uno dei buoi mise una zampa in falso accasciandosi poi e facendo rovesciare il carro, il cui carico sommerse il malcapitato, suscitando il riso di alcune persone, che aiutavano la vecchia ad alzarsi! Arrisu malu, barras trotas. Riso brutto, viso storto(brutto ceffo). Mi ricorda in particolare mia nonna(madre di mio padre): quando rideva in questo modo, per noi nipotini era meglio cambiare aria! Ma l’espressione è usata anche per indicare che non si ride del male degli altri. Arriu ki currit, no pudescit. Acqua di sorgente non puzza. Sta ad indicare le cose genuine, che raramente si alterano. Colui che nella vita si comporta con chiarezza ed onesta non sparge “fetore”! Arròga su molenti e bòcci sa carretta. Fai a pezzi l’asino e ammazza la carretta. È proprio di chi si comporta nella maniera più strana ed insensata! Arròsciu ke petza pudescia. Disgustato, annoiato come carne inacidita. Si dice di chi è stanco di aspettare e si è già reso conto del tempo perduto. O di chi è disgustato di una situazione che non si risolve, o della vita stessa! Arrumbua, arrùmbua e feri, feri; atzappua, atzappua e feri, feri; atzappua imbrùnkiu. Rotolando rovinosamente. Tre espressioni che rimarcano lo stato malfermo di salute (soprattutto economica)dei poveri. Arrumbuendi ke pedra de frumini. Rotolando come le pietre nel torrente. È la situazione penosa della persona umana in balia dell’avverso destino! Arrùtu a terra e scuartaràu (siast). Che tu possa cadere a terra e squarciarti tutto. Così si risponde “in rima” (quando è possibile), a parole offensive! Arrutu de celu. Piovuto dal cielo. Detto universale. “Sembri piovuto dal cielo”! Rispondiamo all’interlocutore che non capisce o fa finta di non capire quanto gli stiamo dicendo! Asuba de is corrus cincui soddus. Sopra le corna cinque soldi. È l’espressione che si usa per definire la situazione in cui si trova una persona beffata ripetutamente, senza via di scampo. Athònju scalìu, pastori famìu. Autunno secco, pastore affamato. Quando d’autunno le piogge sono scarse i pastori stringono la cinghia. Il detto ricorda (ai poveri s’intende), che la loro sopravvivenza è legata ad una catena, della quale tutte le maglie devono restare unite, onde evitare il peggio! Atzapuai su cunjàli a sa perda. Sbattere la brocca(di ceramica) alla pietra. L’unico risultato è che il recipiente va in pezzi! Il proverbio ricorda che la formalità nelle cose salva soltanto le apparenze, non la sostanza. Aundi bolit su mèri accappiaus su cuaddu. Dove vuole il padrone leghiamo il cavallo. Quasi sempre la gentilezza e la diplomazia trionfano sulle richieste, anche quando queste nascondono il sotterfugio: il bambino che dice sempre sì alla mamma, ma continua a fare quello che vuole; il marito che dice alla moglie: “Cara, quello che dici mi va bene”! Ma continua a comportarsi da gnorri! Aundi dho-y hat fogu dho-y hat genti e callenti. Dove c’è il fuoco, c’è gente e c’è caldo. Per gli esseri umani, e non solo, la miglior cosa è stare insieme… in casa! Aundi hat fattu ierru, fait istadi. Dove c’è stato l’inverno ci sarà l’estate. Sta ad indicare che tra gli esseri umani c’è il buono e cattivo tempo, di qualsiasi natura: con le eccezioni!!! Aundi dho-y hat fumu, dho-y hat fogu. Dove c’è l’uomo ci sono le faccende umane, con tutti i particolari! Axina cotta e muriarrù, onnya cosa a su tempu sùu. Uva matura e more, ogni cosa la suo tempo. Per tutte le cose della vita umana la via da seguire è quella della prudenza e della moderazione, in rispetto delle indicazioni ricevute. |