Marchesin
e Mocellin
Nel 1509 la guerra della Lega di
Cambrai scoppia in seguito ad un’alleanza contro Venezia. Grazie alle opere
di don Franco Signori, rinomato e apprezzato storico locale, riusciamo
a ricostruire il tragico inizio dei Cinquecento nei nostri paesi. Scrive
don Franco :
"Agli inizi di questo secolo (del
'500, n.d.r.) Venezia è al culmine della sua grandezza. Il suo Leone
accoglie sotto le ali possenti quasi tutto l'entroterra veneto : vigila
sulle città di Padova, Treviso, Vicenza, Verona, Belluno e Rovigo
; tiene una zampa sul Ferrarese, il Bergamasco ed il Bresciano e un'altra
sulla Dalmazia, e persino su Corfù e Cipro.
La prosperità e ricchezza
dei suoi sudditi. lo sfarzo e la magnificenza dei suoi monumenti, ma soprattutto
la stabilità e potenza delle sue istituzioni e del suo dominio,
non possono passare inosservati. La sua fortuna comincia a suscitare qua
e là invidia e gelosia. Gli amici di urn tempo si staccano ; i nemici
di sempre tornano a collegarsi. Gli uni e gli altri cercano pretesti per
arrestare, se possono, la sua fortuna, accampando vecchi e inesistenti
diritti territoriale." (F.SIGNORI, Valstagna e la destra del Brenta, 1981,
pag. 63).
"L'anno seguente all'accordo segreto
di Cambrai, la Francia dichiarava guerra a Venezia, e Venezia, rimasta
sola in campo contro tutti, doveva accettare la sfida e combattere. Il
primo scontro delle sue truppe ad Agnadello (14 maggio 1509) si risolveva
in una clamorosa sconfitta. Mentre, dunque, l'esercito veneziano si ritirava,
in attesa di eventi migliori, all'estremo margine delle lagune, i nobili
dei consigli cittadini di quasi tutte le città di terraferma gettavano
la maschera, passando apertamente in campo avversario […] . in tale scompiglio,
in mezzo all'universale diserzione delle città venete, le uniche
del nostro territorio a rimanere saldamente fedeli a San Marco saranno
le popolazioni rurali della montagna e della pianura, a partire dagli uomini
dell'Altopiano dei Sette Comuni e della Valle del Brenta.
Mentre, dunque, Bassano, benché
esitante, si disponeva ad accogliere dapprima l'esercito tedesco e poi
l'imperatore in persona, i nostri uomini di Pove e Solagna, pur frastornati
dalla propaganda contraria dei cittadini, si disponevano, per quanto potevano
a come potevano, a contrastare il passo all'esercito invasore.
Verso i primi giorni di giugno
i tedeschi, entrati in Canal di Brenta, si troveranno frenati e, per cosi
dire, imbottigliati da una resistenza accanita delle popolazioni valligiane...
E se vorranno liberarsene e venirne fuori, dovranno affidarsi quasi sempre
alla forza della disperazione, ricorrendo a ritorsioni, crudeltà,
saccheggi e incendi. Arrivati a Solagna, diranno i testimoni del tempo,
quasi a sfogo dell'ira accumulata lungo il cammino per gli insulti e le
perdite subite, si lanceranno di casa in casa in cerca di bottino, - la
popolazione inerme aveva abbandonato per tempo il paese, riparando sulla
montagna -, e non trovandolo vi appiccheranno il fuoco, non lasciando alle
spalle che devastazione e rovina.
Dopo un ultimo episodio di resistenza
alla Torre, dove sette solagnesi lasceranno in combattimento la vita, i
tedeschi arrivano a Pove. Fra fanti e cavalieri sono circa ottomila...
" (F.SIGNORI, Storia di Povè e dei povesi. 1985, pp. 56-57).
I nome dei caduti alla Torre di
Solagna sono: Battista Fabro, Giovanni Grosso, Giovanni Bianchin di Solagna
(ma Battista Fabro forse potrebbe essere di San Nazario), Prandolo (genero
di Tutella), Zanetto Marchesin e suo fratello (Bortholameo) di San Nazario,
e cosi pure Nicola Marin e suo fratello Donato di Pove (F.SIGNORI, Storia
di Pove e dei pouesi. 1985 Storia di Povè e dei povesi, 1985, pag.
57, note 3 e 4).
Zanetto e Bortholameo Marchesin
sono molto conosciuti negli atti notarili e sembra che non abbiano altri
fratelli. Sono nati circa nel 1460 e sono forse i figli di un certo Marcus
quondam (= fu) Antoii, citato il 3 marzo 1497, e quindi vivente in
quest'epoca. Questo Marcus è già citato, ma senza indicazione
di paternità, l’11 novembre 1485. Il 19 marzo 1459 e il 12 giugno
1462 è citato un Marchesinus: si tratta senz'altro di Marcus, sotto
una |
forma
diminutiva che si riferisce al periodo della sua giovinezza, dal momento
che deve essere nato verso il 1420. Marco ha due fratelli: Aldighiero e
Pasino/Paxio/Pace. Pace, nato verso il 1425 e morto tra il 1479 e il 1486,
è l'antenato dei "Ceccon" e dei "Dalla Zuanna" (un prossimo articolo
lo dimostrerà). Quando ad Aldighiero, don Franco Signori, nella
sua opera, ci dice che è l'antenato dei "Marinali" di Bassano. Il
padre di Marco, Aldighiero e Pace si chiama Antonio e è maestro
carpentario.
Se i Marchesin discendono da Marco,
i Mocellin - direte - che casa hanno a che vedere con i Marchesin ?
Ci arriviamo subito, ma ricordiamo
un dettaglio riguardante gli atti notarili. Il notaio redige un atto preliminare
che servirà alla redazione dell'atto definitivo e, per facilitare
il proprio compito, annota in margine dei suo protocollo il tipo di atto
(dote, testamento, livello, acquisto, procura...) e chi sono i principali
interessati. In numerosi atti di inizio `500 i fratelli Giovanni, Chemin
e Jacobo Marchesin, figli dell'eroe Bortholameo sono indicati a margine
come Mocellin e net testo come Marchesin. Solo Giovanni e Chemin continueranno
la discendenza dei Mocellin (cfr : T.GHENO, I Moce11in... quasi un mistero,
in Eco dei Brenta, n. 32,1uglio 1993) poiché il loro fratello Jacobo
avrà 4 figlie e cosi pure l'altro loro fratello Giovanni Domenico.
Jacobo Mocellin sarà "massaro" di San Nazario net 1516. 1 Marchesin
continueranno attraverso la discendenza di Antonio, figlio dell'eroe Zanetto.
Gli altri due figli di Zanetto, Matteo e Philippo, anche se sposati, sembrano
non aver avuto discendenza.
Se c’era dunque un mistero sui
Mocellin questo è stato risolto semplicemente e rapidamente, quasi
per caso. Il mistero infatti nasce dalla mancanza di conoscenza. Sorge
perô un altro dubbio: perché certi Marchesin furono chiamati
Mocellin ? Forse abitavano in un luogo detto "Mocellin", ma non ho alcuna
prova per affermarlo.
Ma dal momento che tre fratelli
portavano questo cognome difficilmente si puô pensare che "Mocellin"
sia il diminutivo di un nome. Potrebbe esserci un'altra ipotesi: Mocellin
potrebbe venire da "Mustelinus" (color mustelinus) che indicava i capelle
di color giallastro. Chissà... Ecco un mistero che forse durerà
più a lungo di quello sull'origine dei Mocellin, tanto grande è
la nostra ignoranza.
|