La lingua
Il gotico conosce soltanto la ‘prima rotazione consonantica’ (1. oder deutsche Lautverschiebung) di cui è difficile situare l’inizio. Si può dire con sicurezza soltanto che essa data all’incirca al primo secolo a.C. e dovette essere già compiuta prima che i Germani entrassero in contatto con i Romani, poiché in nessun prestito latino nel germanico v’è traccia di questo mutamento.(12) A parte i numerosi nomi propri, comuni sia al visigoto sia all’ostrogoto, l’unica attestazione rimasta della lingua gotica è la traduzione della Bibbia, intrapresa verso la metà del IV sec. d.C. dall’ ‘apostolo di Goti’, il vescovo ariano Ulfila (13), contenuta nel cosiddetto "Codex argenteus" conservato oggi nella biblioteca universitaria di Uppsala in Svezia. Si tratta di un manoscritto in lettere argentee o dorate su pergamena purpurea, elaborato in Italia tra il V e il VI secolo d.C. in piena epoca teodoriciana: delle originarie 330 pagine contenenti i Vangeli rispettivamente di Matteo, Giovanni, Luca e Marco, ne sono oggi conservate solamente 187. Questo grandissimo innovatore nacque sul basso Danubio tra i cosiddetti goti minores da padre goto e madre greca, figlia di genitori cristiani dell’Asia minore, condotta schiava dai goti. Il giovane Ulfìla crebbe quindi in un duplice ambiente culturale e godette anche di un'altra favorevole condizione che gli permise di condurre a termine un'opera tanto impegnativa: la relativa tranquillità nella quale questi goti poterono vivere, grazie anche alla loro povertà che li preservava da ogni attacco da parte di altre tribù, non toccati nemmeno dalla grande invasione unna che si scatenò più a nord e distrusse i grandi regni gotici. Per diffondere il cristianesimo egli, divenuto nel 341 vescovo, cominciò tale impresa durata trent’anni. Questa traduzione è il più antico documento di lingua germanica pervenutoci, tanto più meritoria se si considera che la lingua gotica sapeva rappresentare soltanto divinità pagane e che non esistevano opere in prosa né una scrittura vera e propria. Egli fu capace di ricreare, inventare, formare, traducendo esattamente ma anche liberamente (per esempio usò spesso il duale gotico invece del plurale) e tenendo conto dei vari dialetti, come il vandalico, e dell'evoluzione del gotico in seguito ai prestiti dal latino imperiale dell'epoca e dal greco di Bisanzio. Adattò l'alfabeto runico, prima inciso su cortecce d'albero, al papiro e alla pergamena, introducendo anche altri segni ortografici; la scrittura gotica, da lui letteralmente inventata, ebbe una sua forma corsiva e un uso corrente. Per dare solo una piccola idea del suo lavoro, sarà sufficiente esaminare l’inizio della sua traduzione del Padrenostro, con a fianco la traduzione letterale in tedesco moderno:
Per l’ostrogoto parlato in Italia ci sono conservate le firme gotiche
di due atti di vendita redatti in latino, provenienti da Napoli e Arezzo
e databili alla metà del VI sec. d.C.
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Note
12 La prima rotazione consonantica prevede che le occlusive sorde e le occlusive aspirate dell’ie. diventino fricative o spiranti nel germanico e quindi anche nel gotico: p, t, k, ph, th, kh > f, Þ, ?. Esempio: ie. pitár, gr. patér, lat. pater, got. fadar, a.a.t. fater = padre. 13 Il nome di questo ‘creatore’ della scrittura gotica, viene riportato ora come Wulfila, ora come Ulfila, perché in a.a.t. la w era anche semivocale; in questo caso era normalmente resa con il segno grafico ? per distinguerla dalla corrispondente fricativa sonora w ed era anche pronunciata u come nell’inglese water. Il significato del nome è ‘lupetto’ o ‘lupacchiotto’. Quanto all’arianesimo, il passaggio a questa nuova confessione avvenne dopo il 476 per quasi tutte le tribù che vivevano all’esterno dei territori dell’Impero, con l’unica eccezione dei Rugi che vivevano a nord del Danubio e che vennero convertiti forse tra il 434 e il 441 dai Goti di Costantinopoli. Per le altre popolazioni che prima di questa fatidica data vivevano sul suolo imperiale, come i Visigoti, i Vandali, i Suebi i Burgundi gli Ostrogoti e i Gepidi, si possono supporre date differenziate di conversione. E’ certo che i Visigoti vennero convertiti tra il 382 e il 395 mentre per i Vandali, i Suebi e i Burgundi è lecito pensare al lasso di tempo che va dal 417 al 419. Gli Ostrogoti e i Gepidi furono invece convertiti tra il 456 e il 472. Non è difficile spiegarsi il motivo per cui tra le popolazioni germaniche si diffuse rapidamente proprio il Cristianesimo ariano. L'arianesimo spaccò letteralmente il concetto di Trinità, attribuendo a Gesù una posizione intermedia fra Dio e l'uomo. Tre entità divine e distinte tra loro una delle quali però anello tra Dio e il mondo, erano certamente concetti più accessibili per quei popoli primitivi, abituati alle loro numerose divinità e alla figura del guerriero-eroe nella quale videro subito Gesù Cristo. L'assunzione dell’arianesimo, a loro più congeniale dell’ortodossia, costituirà però in seguito profondo motivo di dissenso, anche politico, con gli Imperi romani cattolici. Da parte di diverse tribù barbariche vi saranno persecuzioni contro i religiosi e le chiese cattoliche, soprattutto in Africa con i Vandali, ma anche da parte cattolica si guarderà sempre con inimicizia ai regni romano - barbarici ariani. 14 Cfr. AAVV, Geschichte der deutschen Sprache, Volk und Wissen, Berlin 1984, p. 32. |
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abbreviazioni
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