Onomastica gotica
La maggior parte dei nomi personali ostrogoti è tramandata dalle ‘Variae’ di Cassiodoro, dai ‘Getica’ e ‘Romana’ di Jordanes e dagli scritti di Procopio. A ciò si aggiungono le opere di altri autori fino ad arrivare al Geografo Ravennate (14a), documenti su papiro e pergamena, lettere, iscrizioni e anche i nomi personali gotici contenuti nelle liste monacali di conventi longobardi del IX secolo, conservate a San Gallo e a Reichenau. Tutte queste fonti originano un corpus di circa 250 nomi che vanno dal quarto al nono secolo, per i quali manca tuttavia una precisa prosopografia che esiste invece per i Visigoti di Spagna. (14b) L’onomastica gotica si inserisce naturalmente nel più vasto campo dell’onomastica germanica antica che riflette fedelmente la civiltà e il modo di vivere di quelle tribù che, come si è visto, avevano avuto le loro sedi nell’attuale Scandinavia e che, nel corso dei secoli, si erano lentamente spostate verso sud, sud - est fino a prendere contatto con l’Impero Romano d’Oriente e di Occidente. I valori bellici, quelli fondamentali dell’esistenza, si rispecchiano anche nelle denominazioni di persona: sono la nobiltà, l'audacia, la forza, l'abilità nell'uso delle armi, la fama, la libertà, la saggezza, l'astuzia che vengono quasi sempre accostate a quegli animali che per i Germani di allora incarnavano tali doti: il lupo, l'orso, il cinghiale. Le armi che compaiono sono soprattutto la spada, la lancia, l'elmo, insieme ai vessilli, agli accampamenti, alle sentinelle e alle cavallerie schierate. Frequente nei nomi anche il riferimento a gioielli, oro, e simili, a riflettere l'amore di queste popolazioni per i simboli più evidenti e immediati della ricchezza. Non a caso il motivo del tesoro è presente anche in tutta la tradizione leggendaria germanica, basti pensare al tesoro dei Nibelunghi sprofondato nel Reno. (a.a.t. hort = tesoro, mantenutosi nel tedesco moderno: Hort) I richiami più appariscenti al mondo sociale e affettivo sono quelli alla casa, intesa come recinto chiuso, spazio delimitato dove vivere e, in traslato, alla patria; un certo ruolo lo gioca anche la natura con i suoi boschi, i guadi, i pascoli. Frequente anche il riferimento diretto al mondo mitologico e magico dove compaiono, oltre agli Elfi, gli spiriti della terra, e gli animali sacri come il corvo. È necessario aggiungere che tali nomi personali vennero pian piano a designare sempre più un gruppo familiare, una "Sippe", piuttosto che il singolo individuo e che per tale ragione essi si svilupparono dalla forma semplice a quella composta di due elementi. Tale composizione è tipica dell'onomastica di molte popolazioni indoeuropee: per es. il germanico Konrad (a.a.t kuoni = ardito, valoroso + a.a.t. rāt = consiglio) trova un parallelo nel nome greco Thrasiboulos (thrasys = ardito + boulé = volontà) e si può quindi datare a partire dal III millennio a.C. Il senso di questa composizione, all'inizio trasparente e dettata da tradizioni ancora ben vive all’interno di ogni clan, si perdette col tempo, allorché i due elementi vennero semplicemente e meccanicamente giustapposti: un Adalbert che avesse preso in moglie una Ermenfrida poteva per es. chiamare la figlia nata da questa unione Adalfrida. Questa è la ragione per cui non è sempre storicamente e linguisticamente giustificata la ricerca di un significato globale del nome proprio germanico che si può dare soltanto a titolo di curiosità. |
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Note
14a Opera geografica anonima del VII sec. d.C. 14b Cfr. L. A. Garcia Moreno: Prosopografia del reino visigodo de Toledo, Salamanca 1974. |
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abbreviazioni
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