Claudius Claudianus
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NOTE
10 Menfi era una città del medio Egitto, residenza dei re egiziani, famosa per le piramidi e come centro del culto del bue Api. Oggi villaggio di Menf (tre miglia a sud del Cairo). 11 fario = di Faro, isoletta presso Alessandria, quindi per metonimia: egiziano. 12 I Getuli erano una popolazione dell’Africa N.O., stanziati originariamente nella parte meridionale della Mauritania Tingitana, che si estese poi nella Mauritania Caesarensis settentrionale, attraverso la Numidia, fino alle Sirti. 13 I Fenici erano particolarmente abili nella produzione di questo finissimo tessuto di cotone. 14 Cartagine. 15 Vento del sud chiamato anche Austro. 16 Marco Attilio Regolo, già console nel 267 a.C., fu fatto prigioniero dai Cartaginesi e da loro inviato a Roma nel 249 per trattare la pace e la restituzione dei prigionieri. Invece egli indusse il senato a rifiutare entrambe le offerte ritenendo che i Cartaginesi fossero allo stremo. Per mantenere la parola data, fece ritorno a Cartagine dove fu messo a morte: secondo la leggenda lo si accecò esponendolo in pieno sole dopo avergli cucito le palpebre in modo che non potesse chiuderle, quindi fu rinchiuso in una botte irta di chiodi fatta rotolare giù da un pendio. 17 Luogo della cruenta battaglia fra Annibale e i Romani che subirono la più grande disfatta della loro storia. (216 a.C.) 18 Il poeta allude alla seconda guerra punica (219 – 201 a.C.) e alla famosa traversata delle Alpi effettuata da Annibale, alle sconfitte romane del Ticino, della Trebbia (218 a.C.) e del Trasimeno (217 a.C.) e allo sgomento che pervase l’Urbe. 19 Porta Collina era la porta della cinta serviana a Roma dove nell’81 a.C. venne combattuta una accanita battaglia fra Silla e gli insorti sanniti comandati da M. Ponzio Telesino. Questo capo, raggiunti i colli Albani e cercato di mantenere i collegamenti con C. Mario il giovane, assediato a Preneste, aveva tentato di prendere Roma di sorpresa. Venne prevenuto da Silla che pose il campo davanti a porta Collina e affrontò la battaglia. Il successo arrise all’ala destra romana al comando di Licinio Crasso; l’ala sinistra invece non resse l’urto nemico e ripiegò verso la città. Venne allora sbarrata la porta Collina. Preclusa la ritirata, i fuggiaschi furono costretti a fronteggiare nuovamente i Sanniti e, rincuorati dalla presenza e dal valore di Silla, riuscirono a conseguire la totale vittoria. Ponzio morì combattendo. Egli e i suoi ufficiali vennero decapitati e le loro teste gettate sotto le mura di Preneste a monito di C.Mario il giovane, che infatti poco dopo si arrendeva e veniva a sua volta ucciso. Finiva così la guerra civile. 20 Le tre guerre puniche contro Cartagine: 264 -241 a.C., 219 - 201 a.C., 151 - 146 a. C. 21 Probabilmente Quinto Fabio Massimo, “il temporeggiatore” della guerra contro Annibale. 22 Probabilmente M. Claudio Marcello vincitore di Annibale presso Nola, espugnatore di Siracusa, vincitore di Viridomaro, re degli Insubri 23 Siface, re dei Massesili, dimoranti nella Numidia orientale, in un territorio pressappoco corrispondente alla odierna Algeria. Durante la seconda guerra punica fu alleato dei Romani contro i Cartaginesi coi quali più tardi finì per allearsi tanto da sposare la figlia di Asdrubale. Quando Publio Cornelio Scipione Africano sbarcò in Africa assediando Utica, le forze di Siface, unitesi ai Cartaginesi, lo costrinsero a chiudersi in un campo trincerato. Alla fine però Siface venne sconfitto e fatto prigioniero. Morì prima del trionfo di Scipione. 24 Giugurta (160 circa a.C. - Roma 104 a.C.), nipote di Massinissa e re di Numidia. Per l’uccisione dei cugini , figli dello zio, dovette far guerra coi romani che riportarono, sotto il comando di Cecilio Metello, detto Numidico, una notevole vittoria sul fiume Muthul (108). Ma poiché la guerra sembrava procedere troppo lentamente, i cavalieri, accostatisi al partito popolare, fecero eleggere console per il 107 Mario ottenendo che gli fosse affidato il comando delle operazioni in Numidia. Dopo aver conquistato molte città, Mario inflisse a Cirta una grave sconfitta alle forze congiunte di Giugurta e Hocco I, suo suocero e alleato. Questi poi, per ingraziarsi il vincitore, si lasciò indurre dal giovane Silla, allora questore di Mario, a consegnare il genero ai Romani (105). Giugurta fu trasportato a Roma e ucciso. 25 Re della Mauretania, amico ora dei Romani, ora di Giugurta e alla fine traditore di quest’ultimo. 26 Il poeta allude a P. Cornelius Scipio Africanus maior, vincitore dei Cartaginesi in Spagna e Africa (battaglia di Zama, 202 a.C.) e a P. Cornelius Scipio Aemilianus Africanus minor, figlio di L.Emilio Paolo, figlio adottivo di P.Cornelio Scipione (figlio del primo africano), valente generale che distrusse Cartagine (146). 27 I Sabini, giunti nelle vicinanze dell’odierno Lazio dalla costa adriatica intorno al X – IX secolo a.C., fondarono le città di Reate, Nurcai e Cures. Grazie alla sua posizione strategica vicino al Tevere e alla Salaria, Cures (nei pressi dell’odierno paese di Talocci) diventò ricca. I Sabini costituirono una delle più antiche razze italiche e un gran numero di loro si fuse coi Romani. Catone crede che la loro prima dimora fosse intorno ad Aminternum, cioè presso la base del Gran Sasso d’Italia. E’ certo però che da tempo antichissimo i Sabini occuparono la fertile valle del Velino e vi si stabilirono. Da qui sembra che scendessero verso il basso Tevere venendo a contatto con la nuova città di Roma. E’ certo che una parte della popolazione di Roma era di origine sabina. Ciò non impedì che le altre popolazioni della Sabinia fossero spesso in guerra con Roma. La prima grande guerra fra Romani e Sabini fu combattuta nell’anno 290 a.C. I Romani, guidati dal console Manlio Curio Dentato, vinsero e sottoposero al loro dominio le città sabine. Nota la leggenda del ratto delle Sabine. 28 La città etrusca di Veio condusse diverse guerre contro Roma: nel 483 a.C. per oltre un decennio. Nel 480 i consoli Cneo Manlio e Marco Fabio riportarono una schiacciante vittoria e nel 475 sbaragliarono le forze congiunte di Veienti e Sabini. Nel 438 Fidene, piccolo ma importantissimo centro fortificato lungo il corso del Tevere, si ribellò ai Romani unendosi a Veio ma la guerra finì con la distruzione di Fidene e il ritiro di Veio. Nel 406 i Romani assediarono Veio: Marco Furio Camillo fece costruire una galleria sotto le mura e sbucò fino all’Acropoli. Veio venne presa e rasa al suolo. 29 Anco Marcio, nipote di Numa, quarto re di Roma (638 – 614 a.C.). |