Warna |
Odessos. (Οδησσός)
Città greca sulla riva occidentale del Mar Nero, oggi Warna. 1. Fondata da Mileto
intorno al 585 (epoca di Astiage) sulla riva settentrionale della foce di una
baia che si insinua profondamente nel territorio, Skymn. 748 seg. Mela II 22. Strab. VII 319, esistette durante tutto il Medioevo,
Diod. XIX
73. Ovid. trist. 1 10. 37. Arrian.
Peripl. 35 seg. Ammian. Marc. XXII 8, 43 ecc., chiamata in epoca tarda Odyssos,
Procop. de aed. IV 11 pag. 148, 5 Haury. Dettagliate
descrizioni ne diedero prima Erakleide, v. sopra vol. VIII pag. 488 n. 50, e
Demetrio (Susemihl II 387, 224) Steph. Byz. v. v. O., non pervenuteci. 2. Sembrano non
esserci resoconti di scavi. Da CIL III 762 (gr.-lat. bilingue, epoca di
Adriano) sappiamo della costruzione di una nuova conduttura idrica ad opera del
proconsole T. Vitrasio Pollione. Una topografia della città e una
chiarificazione della sua storia in base ai monumenti è un compito del futuro. 3. Iscrizioni scarsamente presenti; CIG 2056 e a, b, c, f. Alcune
latine CIL III (v. sopra), Suppl. I pag. 1366 n. 7588. II pag. 23289³ n. 14458¹
(gr.-lat. bilingue, pietra tombale d’epoca tardo - romana). Mordtmann Rev. Arch. XXXV 1878, 110
segg.; Athen. Mitt. X 1885, 317 segg. n. 5. 6.
8-12. Latischew ibid. IX 1884, 227 segg. n. 13 -15 (in entrambi inoltre
revisioni di testi già pubblicati; Latyschew segnala anche parecchie pietre
scomparse nel museo di Odessa). Kalinka Ant. Denkmäler in Bulgarien
(1906) n. 92 segg. 114 seg. 261 seg. 386; Österr. Jahresh. 1926, 117-207.
Cagnat IGR 13, 223-269. Sono da cancellare CIG 2056d (viene da Apollonia), 2056 c (da Mesembria),
Latyschew Athen. Mitt. X (1885) 215 n. 3. 220 n. 6. Perrot Mém. arch. 183
n. 2 e 4 (da Tomi), Mordtmann ibid. 321. 4. Come dimostra il
nome non spiegabile dal greco, i Milesi fondarono O. non come una città nuova
su un posto disabitato, ma presero possesso di un insediamento già esistente
della popolazione locale e ne lasciarono sopravvivere il nome come avveniva
spesso, p. es. a Pantikapaion. Gli abitanti della regione intorno a O. furono
per tutta l’antichità traci. Jokl ha accertato nei dintorni di O. i toponimi
traci Bidigis (attestazione tarda di Procopio) e Larisa, Reallex. d. Vorgesch. XIII
292. 297. Secondo Strab. VII fr. 48 gli Odrisi arrivano fino a O. (epoca e garante
della notizia incerti); Dion. Per. 748 seg. dice i Crobizi vicini di O.; nel I
secolo a.C. i Geti (articolo Getai) influenzarono le sorti di O. in modo
funesto; Appian. Illyr. 30 indica sei città greche come vicine dei Misi, ne
nomina però solo quattro, fra cui O. Purtroppo non è abbastanza certo fino a
che punto abbiamo a che fare con nomi etnici diversificanti o con quelli di
tribù politicamente prevalenti, usati come denominazione del loro rispettivo
ambito di potere al posto dei nomi delle singole popolazioni locali. Cfr.
l’articolo Trake. 5. L’elemento
culturale indigeno era così radicato che non solo, come mostrano i molti nomi
propri traci delle iscrizioni, non fu assorbito dallo strato ionico, ma lo
influenzò anche durevolmente, specialmente in campo religioso. Ciò è dimostrato
innanzi tutto dalle monete. Opere principali: Die ant. Münzen Nordgriechenlands II 1 e
tav. IV (in basso numero di quattro cifre
e IV); Pick Arch. Jahrb. XIII 1898, 155 segg. (Pick e
[tav.] X). Si trova
continuamente un μέγας
θεός. IV secolo: 2177 segg. 2197 IV 11. Pick X 15. 16, II secolo: ΘΕΟΥ ΜΕΓΑΛΟΥ,
ΟΔΗ, ΚΥΡΕΑ 2214 seg. IV 1. 2. Pick 155 X 20. Traiano: 2232 IV 23. Pick 155. 157. E’ frequente anche una θεά, Pick 160. Intorno al
200 a.C. compare il dio-cavaliere tracio. Pick X 21, un po’ più recente è X 22. Pick 160 ha
giustamente visto che il grande dio e la dea sono affini; tuttavia noi abbiamo
a che fare con divinità epicoriche, come dimostra la loro assenza di nome, che
furono accolte nel culto greco, e non certo che il grande dio sia Plutone, come pensa Pick 159. Un grande influsso
tracio mostrano anche i giochi in onore del grande dio Darzelatas, le
Darzaleia, Pick 157, 68, in epoca romana. Possiamo constatare un diffondersi
dell’elemento epicorico e una diminuzione della tradizione culturale ionica,
che incontriamo particolarmente forte a Olbia, Dio Chrysost. XXXVI, mentre i
Dori erano molto resistenti, E. v. Stern Herm. L. Schiettamente greci
sono invece Apollo, Demetra e Core, p. es. Pick X 18 (intorno al 100 a.C.) e X
19 (Gordiano Pio), come anche le stadere e le tetradracme con i caratteri di
Alessandro e Lisimaco, Pick 155. Sono note monetazioni di epoca romana da
Traiano fino a Salonina Head HN² 276. 6. Della storia di
O. si sa poco per il momento. Nel 313 a.C. Lisimaco assedia la città, Diod. XIX
73. O. aveva formato un’alleanza con i Traci e gli Sciti che però vennero in
aiuto troppo tardi e non contemporaneamente; Lisimaco conclude un accordo con i
Traci, gli Sciti sono vinti in battaglia. Nel 302 Pleistarco, generale di
Cassandro, occupa la città, Diod. XX 112. – Un cittadino di O. lo troviamo nel
III secolo a Pantikapaion, IPE II 295 (pietra tombale). L’avvenimento più
incisivo nella storia di O. è un’aspra lotta con i Geti che nel I secolo a.C.
diventavano sempre più potenti, lotta che portò nel 50 circa alla presa e alla
distruzione ad opera delle schiere di Burebista (Suppl. I 261 seg.). La città
fu temporaneamente abbandonata dagli abitanti e ripopolata solo dopo qualche
tempo, Latyschew Athen. Mitt. XI 1886, 200 segg., che dimostra in modo
convincente, attraverso Dio Chrys. XXXVI init., il κάθοδος dell’iscrizione Athen. Mitt.
X 1885, 317 n. 5 come una rioccupazione dopo l’attacco dei Geti del 50. Di
quest’epoca di grave miseria sotto il dominio getico è la moneta Guide to the
principal coins of the Greek (Londra 1932) VII B 2 tav. XLVI 2, una imitazione
“barbareggiante” di una coniazione del IV – III secolo, ibid. VI B 1 tav. XLII
1. In seguito O.
riprese vigore, come mostra la lunga serie di monete romane e p. es.
l’iscrizione IPE I² 40 (I¹ 22). La sua sopravvivenza fino al periodo tardo antico
risulta dalla menzione in Ammian. Marc., Procop. e altri. [Erich Diehl.] |