Cappella della Madonna Immacolata
La
cupoletta, sostenuta da un cornicione rotondo ornato, nel suo dipinto rappresenta
il Cielo popolato dagli angeli e dai santi che tengono una corona di regina,
su di essi risplende lo Spirito Santo a forma di colomba. La pala d'altare
mostra la Madonna Immacolata, opera di Ercole Procaccini, il pittore che
visse nella prima metà del l600. Sopra
il quadro sta una cornice barocca dorata con dentro il monogramma MA (Maria).
L'altare è in marmo nero venato con striature e con il ciborio al
centro. Ha due ripiani per i candelieri, i vasi di fiori e i reliquiari,
di una larghezza di metri 2,50 e con la mensa che misura metri 1,90 per
0,70. Esso sta su una predella parte in marmo color rosso e parte in legno.
Il blocco di base dell'altare è in marmo con tricromia e venature.
Agli angoli della parete dell'altare ci sono due mensoline in marmo nero
per posarvi gli oggetti liturgici. Sulla parete di sinistra è dipinta
la Definizione del dogma dell'Immacolata Concezione, la scena misura metri
2,90 per 2,20. Nella parte centrale del quadro si vede Pio IX°, l'8
dicembre 1854 che sta leggendo il testo del dogma ed è attorniato
da vari prelati ed ecclesiastici. In alto, sopra il trono papale, sulla
striscia dell'architrave stanno scritte queste parole: "VINXERIS ERIS REVINCTUM
O PETRE IN ARCE SIDERUM", il che significa: “Ciò che hai legato sulla
terra, sarà legato, o Pietro nella fortezza delle stelle”. A destra
in basso si legge la firma del pittore e la data: L. V. 1927, cioè
Luigi Valtorta. Ma l'opera era stata iniziata da Romeo Rivetta che poi morì
senza finire la sua fatica. Sulla parete di destra sta la vicenda del Paradiso
Terrestre, del
peccato originale, con Adamo ed Eva, l'albero del frutto proibito, il serpente
tentatore e l'angelo che scaccerà i due protagonisti. E' opera dello
stesso Luigi Valtorta su disegni di Romeo Rivetta. Sotto il quadro sta,
in cornice dorata su un tavolino, un artistico crocifisso. La cappella è
chiusa da due segmenti di balaustra con colonnette di marmo. Sulla parete
di destra, all'interno della cappella, si apre una porticina che immette
nella sala san Giovanni, che è un saloncino, detto Penitenzieria,
fatto costruire nel giugno 1788 dal prevosto Candia per le confessioni degli
uomini. Sul frontespizio che si unisce all'arco di entrata nella cappella, stavano
cinque settori pittorici, di cui quattro ovali e uno di forma ottagonale
nel quale si rappresentava la Vergine Assunta e negli altri le scene dell'Annunciazione,
della Visita di Maria ad Elisabetta, l'intervento dello Spirito Santo, l'apparizione
di Cristo a Maria dopo la risurrezione. Sotto l'arco di entrata erano dipinti
quattro medaglie messe ad oro e a stucco che rappresentavano santa Lucia,
il re Davide, santa Apollonia, il re Salomone. Il cornicione era sostenuto
da pitture di angeli dipinti in grandezza naturale. Sulle pareti stavano
due quadri: a destra era quello della Natività di Maria, opera di
Giovanni Battista Della Rovere, l'altro a sinistra riproduceva la Presentazione
al tempio della Madonna, opera di Giovanni Mauro Della Rovere:
i due pittori sono detti Fiammenghini; Giovanni Battista vive dal dal 1561
al 1630, Giovanni Mauro vive dal 1575 al 1640. Sotto la mensa si venerava
un'antichissima immagine della Vergine che stava dentro una cornice di scagliola
verde, chiusa con vetri che fu trasportata qua l'8 ottobre 1602 dalla vecchia
cappella della Concezione per ordine del cardinale Federico Borromeo; al
suo trasporto intervenne monsignor Casola, canonico ordinario del duomo
di Milano, per commissione di Antonio Albergati, vicario generale di Milano.
L'ancona dell'altare era di legno, parte dorata e parte bronzata di fine
intaglio; ai lati stavano rispettivamente due statue di grandezza naturale
che rappresentavano il re Davide e il re Salomone, e nella sua sommità
si leggevano a lettere d'oro entro una tavola a sesto acuto, queste parole:
"ipsa conteret caput tuum", cioè: "Essa schiaccerà
il tuo capo". E nel mezzo dell'ancona stava il quadro che vi sta tuttora
la Vergine Immacolata,
opera di Ercole Procaccini. Qui anticamente era edificata la cappella sotto
l'invocazione "della Seriòla", cioè della Purificazione della
Vergine, ma in seguito fu soppressa per ordine di san Carlo Borromeo. All'altare
di questa cappella erano stati instituiti da diverse persone molti legati
di Messe. E il papa Clemente XII° (1730-1740) concesse a questo altare
il privilegio della liberazione di un'anima del Purgatorio ad ogni Messa
che si celebrava in tutti i mercoledì dell'anno, nel giorno dei Morti
e in ciascuno giorno dell'Ottava dei Morti. Qui vi era la sede spirituale
della confraternita della Madonna Immacolata, istituita in parrocchia nel
1493 e che fu aggregata il 6 luglio 1585 alla Confraternita dei santi Lorenzo
e Damaso di Roma con il privilegio di tutte quelle indulgenze che erano
annesse a quella romana. Ogni anno, a spese della Confraternita, si celebrava
1'8 dicembre la festa dell'Immacolata Concezione e nel giorno seguente un
anniversario per i defunti della confraternita. La stessa Confraternita
aveva l'obbligo di far celebrare ogni anno dodici Messe. Inoltre essa doveva
ogni anno distribuire alla vigilia del Santo Natale una certa quantità
di pane che veniva confezionato da otto moggia di frumento, e quest'opera
benefica derivava da due legati perpetui, uno stabilito il 4 novembre 1439
da Giovanni Giacomo Rancati consistente in due moggia di frumento; l'altro
derivava dagli interessi che ne venivano dall'impiego di lire 44 sterline
al corso di quei tempi e di lire 45 e mezza di moneta imperiale, depositate
nella mani di Alessandro del Conte quando Giovanni Antonio Lignativo vendette
la sua eredità a Protaso Cazzulli. La Confraternita aveva anche 1'
obbligo di regalare una o più doti matrimoniali a una o più
signorine della famiglia Brusati, e in mancanza di loro, alcune delle ragazze
più povere di Melegnano con il consenso del parroco pro tempore,
e questa opera benefica era nata da una eredità fatta dal prevosto
Giovanni Maria Brusati (+1523) consistente in beni immobili e mobili. E
infine la Confraternita doveva regalare un’ulteriore dote a una ragazza
da marito per un legato lasciato nel 1521 da Pietro Banfi.
La navata minore di destra
Il soffitto corre in sei settori
o volte a crociera, ed è sostenuto da cinque archi con leggera forma
gotica, cioè con la forma a sesto acuto, come segno architettonico
rimasto della primitiva chiesa. Il soffitto ha un ricco ornato di fantasie
vegetali, frutta, foglie, fiori nei vasi: un lavoro di stucco. Appena in
basso della cappella dell'Immacolata, sta una porta che immette nella Sala
san Giovanni. Sopra questa porta sta un quadro - una tavola di legno – raffigurante
la Nascita di san Giovanni Battista, un'opera pittorica di ignoto autore.
Viene di seguito la porta di separazione tra la navata e il cortiletto dove
ha sede l'abitazione del sagrestano e dove è la sede della Buona
Stampa come negozio di oggetti sacri e di giornali cattolici e del bollettino
parrocchiale "La Campana". Sul
pavimento di questa area stanno due lapidi bianche sotto una delle quali
sono le ossa di una santa suora: la serva di Dio Francesca Maria Ferretti,
superiora del monastero delle Orsoline di Melegnano. Scendendo si incontra
la cappella del Sacro Cuore. Viene poi un bel confessionale sopra il quale
sta un quadro rappresentante la Presentazione: di Gesù al tempio,
opera di Giovanni Mauro della Rovere detto il Fiammenghino(1575-164O).
Ulteriormente si incontra una porta che apre sul piccolo giardino esterno
verso la via Frisi, e poi ecco la cappella del Battistero, dove si conserva
una pala d'altare di sommo pregio artistico, il Battesimo di Cristo di
Ambrogio da Fossano detto il Bergognone, dipinta nel 1506 in concomitanza
con l’anno della consacrazione della chiesa.
Le vetrate colorate
Esse sono quattro e sono a forma
dl semicerchio, di recente costruzione. Esse sono opera di Paolo Rivetta.
Nella cappella dell'Immacolata vi è lo stemma del papa Paolo VI°(1963-l978)
con la scritta: PAOLO VI - CONCILIO VATICANO II° - 8.XI.l965. Vi è
il diretto riferimento alla data della chiusura del Concilio Vaticano II°,
tenutosi a Roma dal 1962 al 1965 e sotto la guida di due pontefici: Giovanni
XXIII° a Paolo VI°. Nel semicerchio della finestra che sta appena
fuori della Cappella della Madonna Immacolata sta lo stemma del papa Giovanni
XXIII° con la scritta: CONCILIO VATICANO SECONDO - 11.X.l962. Cioè,
sta a significare la data dell'inizio del Concilio e a cui si riferisce
lo stemma. Precedente. Giovanni XXIII° regnò dal 1958 al 1963.
Sopra la porta sta lo stemma del papa Pio IV°;
con la scritta: PIO IV - IL PAPA DEL PERDONO - 20.1.1963. Si vuole ricordare
che il papa Giovanni Angelo Medici con il nome di Pio
IV°;, essendo stato pontefice dalla notte di Natale del 1559 al
9 dicembre 1565. Fu un papa melegnanese perché il fratello Gian
Giacomo Medici fu nominato marchese di Melegnano il 1° marzo 1532
e i suoi discendenti furono proprietari del castello di Melegnano fino
al 1981. Come è noto, il papa Pio IV°;
concesse l'indulgenza del Perdono il 20 gennaio 1563 alla chiesa di san
Giovanni di Melegnano; è un'indulgenza che viene celebrata solennemente
ogni anno e che ha dato anche origine alla grande affollata Fiera del Perdono.
Sopra il confessionale ed il quadro sta la vetrata colorata che rappresenta
lo stemma del Comune di Melegnano con la scritta: MELEGNANO A CRISTO PRINCIPE
DELLA PACE.
La cappella del Sacro Cuore
Essa è separata dal resto
della navata da una balaustra di marmo nero con colonnette di colore rossiccio
chiaro e striature. Il pavimento della prima zona della cappella è
di recente fattura ed è stato offerto dai genitori di Carlo Bersani,
come si legge all'ingresso della cappella sullo stesso pavimento: I GENITORI
/ IN MEMORIA DEL FIGLIO / CARLO BERSANI / 22-4-l959 / 1-6-1986 /. La cupola,
ottagonale, è formata dal tamburo, da spicchi e dal soffitto con
medaglione dove nel dipinto si vedono tre angeli che sostengono una tavola
scritta con le parole;' VIDETE SI EST DOLOR SICUT, cioè: considerate
se vi è un dolore come (il mio dolore), che sono parole bibliche
applicate devotamente alla Madonna Addolorata, come segno che tempo fa questa
cappella era dedicata alla Madonna Addolorata. Nei lati del tamburo stanno
alternativamente una finestra e una figura dipinta. Le quattro figure dipinte
rappresentano san Gerolamo, sant'Ambrogio, sant'Agostino
e san Gregorio Magno, che sono i massimi dottori della Chiesa d'Occidente.
Ai quattro angoli della cappella stanno quattro statue di figure femminili.
La prima a sinistra ha nella mano destra un turibolo per l'incenso e nella
sinistra tiene un cuore: essa rappresenta la virtù dell'Orazione;
la seconda statua a sinistra tiene un calice, un libro e ha una colomba
sul capo: rappresenta la virtù della Pietà; la prima a destra
ha un cestello pieno di ori, collane e lavori di oreficeria e rappresenta
la virtù della Liberalità; la seconda a destra ha una cornucopia
e una fiammella sulla testa rappresenta l’Abbondanza, la fertilità,
la concordia. Sono opera di Isidoro Fontana. Sotto il cornicione, sulla
parete di destra, è rappresentata la Morte di San Giuseppe, opera
del pittore Giovanni Valtorta eseguita nel l88O. Nella parete di sinistra
c’è la Presentazione di Gesù Bambino al tempio, dello
stesso autore. Dall'una e dall'altra parte si stende il coro ligneo, con
i posti separati da cherubini o ornati con lavori di intaglio in noce, ai
quali hanno lavorato il falegname Domenico Romanoni e l'intagliatore Carlo
Antonio Perego. Sul fondo si apre la zona dell'altare, con la separazione
della balaustra. L'altare è in marmo nero di Como lavorato con striature
di alabastro di Genova, la mensa è di marmo candido tutta di un solo
pezzo. Sopra la mensa si alza un'ancona che ha la nicchia contenente la
statua del Sacro Cuore. All'interno della cupola si raffigura Dio Padre
che tiene lo scettro sul mondo, ed è circondato dagli angeli tra
le nubi; tra le pareti laterali e la cupoletta vi sono agli angoli quattro
vele con cornice dorata a forma triangolare, entro a ciascuna di esse vi
è rispettivamente un piccolo angelo. Sulle due pareti laterali stanno
rispettivamente a sinistra il Sacro Cuore che appare a Margherita Maria
Alacocque, a destra è il papa Clemente X°(1670-1676) mentre sta
consegnando il documento dì approvazione della Comunità dei
Sacri Cuori di Gesù e di Maria, fondata da Giovanni Eudes, in Francia.
Però il papa Clemente X° è anche colui che ha canonizzato
San Gaetano da Thiene, fondatore dei Teatìni: e probabilmente questo
papa è stato scelto dal prevosto Giovenzana, perchè si chiamava
Gaetano Arturo, opere pittoriche di Paolo Rivetta del 1960. La statua dei
Sacro Cuore è stata messa, al posto della Madonna Addolorata, il
giugno 1940, per consacrare i soldati melegnanesi partiti per la guerra,
e ogni sera si recitava il rosario per loro. Difatti la guerra, per l'Italia,
, nella sua alleanza con la Germania, era iniziata il 10 giugno 1940 contro
la Francia e l'Inghilterra. |