..
Computers melegnano.net
Il clima
..
LA TEMPERATURA
Negli anni presi in esame (dal 1981 al 1988), ii mese di luglio è stato quello più caldo, con una temperatura me-dia di 25°C circa ed il mese di gennaio quello più freddo, con una temperatura media di + 0,5°C. La media estiva è di circa 23°C, quella invernale è di circa 1° C. Si tratta di valori relativamente attenuati (rispetto ai precedenti) in quanto si tiene conto, in questo caso, anche dei mesi che precedono e seguono luglio o gennaio, ovviamente più temperati. La temperatura media annua,  si aggira tra gli 11,5°C ed i 13°C a seconda degli anni. Per descrivere più completamente il clima attraverso l’analisi delle temperature, è necessario anche confrontare le medie mensili delle temperature minime giornaliere e quelle delle massime: la media delle temperature minime giornaliere del mese di gennaio si mantiene intorno ai —3°C, mentre la media delle massime del mese di luglio è di circa +31°.
LA NEBBIA
Una peculiarità non solo della nostra zona, ma di tutta la bassa pianura è l’elevata incidenza della nebbia nel periodo ottobre-marzo. Questo fenomeno metereologieo ha luogo principalmente nei giorni con cielo sereno, assenza di vento e atmosfera stabile, cioè quando ci troviamo in presenza di una costante alta pressione (anticiclone). In queste condizioni si verifica l’inversione termica: mentre solitamente l’aria va raffreddandosi man mano che si sale nell’atmosfera, nella situazione suddetta, per il forte raffreddamento notturno, si forma uno strato di aria fredda a partire dal suolo e per uno spessore di circa 100/300 metri. Questo strato di aria fredda, essendo più pesante della sovrastante aria relativamente più calda, rimane fermo al suolo senza possibilità di risalire e quindi di rimescolarsi. La bassa temperatura dell’aria negli strati inferiori dell’atmosfera provoca la condensazione dell’umidità in minutissime goccioline che rimangono sospese e vanno a costituire la nebbia. Il numero di giorni con persistenza della nebbia nelle 24 ore, varia da un anno all’altro e tali giornate sono distribuite soprattutto nei mesi di novembre, dicembre e gennaio.
LA PIOGGIA
La quantità di pioggia, caduta in un certo intervallo di tempo, si misura in mm, considerando il livello che l’acqua caduta raggiungerebbe se non venisse assorbita dal terreno o allontanata dai corsi d’acqua. Nella nostra zona, la quantità totale di pioggia oscilla tra i 600 e i 1000 mm all’anno per un totale di circa 80 giorni piovosi. Dal punto di vista ambientale, bisogna, però, tenere conto anche di come queste precipitazioni sono distribuite nel corso dell’anno. Da noi le piogge sono più frequenti ed abbondanti in autunno ed in primavera; più precisamente i mesi più piovosi sono ottobre, novembre, aprile e maggio. I mesi, invece, in cui piove meno sono gennaio, febbraio, luglio e agosto. Mentre le piogge primaverili e autunnali sono collegate a perturbazioni provenienti da Ovest, Nord-Ovest o da Nord, le precipitazioni estive hanno carattere temporalesco essendo a volte anche molto intense, ma di breve durata. Come in tutta la Pianura Padana, le piogge, in particolare quelle che cadono dopo un periodo di siccità, hanno un certo carattere di acidità dovuto all’inquinamento atmosferico generale.
LA NEVE
Anche la quantità di neve caduta nell’anno si misura in mm. A causa dei numerosi spazi “vuoti” che esistono tra i microcristalli di neve, in realtà ad 1 mm di neve corrisponde una quantità di acqua pari a quella di 0,1 mm di pioggia. Pertanto, il contributo dato all’approvvigionamento idrico complessivo da parte delle precipitazioni nevose è modesto o irrilevante ed è inoltre estremamente discontinuo e variabile. La neve, tuttavia, svolge un ruolo di una certa rilevanza ambientale in quanto, rimanendo sul terreno per qua!che tempo (per esempio 20 giorni in un mese) e sciogliendosi lentamente, garantisce al suolo una certa disponibilità di acqua e protegge la sottostante vegetazione dai freddi più intensi. Inoltre la presenza del manto nevoso aumenta significativamente la quantità di radiazione solare riflessa verso lo spazio e provoca, quindi, tendenzialmente un lieve abbassamento della temperatura.
I VENTI.
I venti sono generalmente deboli o assenti; si hanno infatti mediamente, nel corso dell’anno, 270 giorni di calma. Queste condizioni favoriscono il formarsi di nebbie persistenti ed impediscono la dispersione delle emissioni inquinanti. I pochi venti, deboli o moderati, provengono prevalentemente da Sud-Ovest; eccezionalmente i venti più forti o sono legati al foehn spirante da nord/nord-ovest o sono “colpi di vento” che si verificano durante i temporali.
LA RUGIADA
Quando verso l’alba la temperatura dell’aria scende notevolmente, il vapore acqueo in essa contenuto (umidità) condensa intorno a qualunque superficie che funge in pratica da centro di aggregazione delle molecole d’acqua. Si ha così il fenomeno della rugiada che, particolarmente evidente sulle lamine fogliari dei vegetali, garantisce (anche se la quantità di acqua prodotta è limitatissima) un minimo di rifornimento idrico. Questo apporto idrico diventa importante nei periodi di siccità e per le piante più piccole, prive di radici profonde.
LA BRINA E LA GALAVERNA
Nei mesi più freddi accade spesso che la temperatura minima giornaliera (che si registra verso l’alba) sia nettamente inferiore agli 0° C. In questo caso, quando l’acqua passa direttamente dallo stato di vapore a quello solido (sublimazione) si forma la brina. Eccezionalmente, in presenza di temperature bassissime (da –10° a-5°), di forte umidità atmosferica e di polveri o ceneri nell’aria, il processo di sublimazione (che determina la brina) si realizza non solo sulle piante, sulle recinzioni o su altre superfici, ma direttamente anche attorno alle particelle solide presenti nell’aria. Si hanno così lievi nevicate dette galaverna in quanto i minuti cristalli di ghiaccio cadono al suolo man mano che si formano. Nell’inverno 1989/90 si è verificata per parecchi giorni consecutivi una situazione metereologica di questo tipo che rimaneva “protetta” nelle ore più calde da un denso strato di nebbia. Dai dati sopra esposti, si conclude che il nostro clima è di tipo temperato-continentale, caratterizzato da precipitazioni abbondanti ed umidità molto elevata. Tali condizioni hanno favorito lo sviluppo dell’agricoltura nel nostro territorio.
inizio pagina
sito curato da