Il territorio del Sud Milano è una zona particolarmente
ricca di acque sia sotterranee sia superficiali e presenta una rete idrica
molto sviluppata. Fin dall’antichità, l’uomo è riuscito a
realizzare un sistema idrico artificiale che integrasse quello naturale.
Nel corso dei secoli, soprattutto grazie all’opera dei Monaci Benedettini
e Cistercensi, si è venuta formando una rete di canali, colatori
e rogge che da un lato distribuiscono l’acqua dei fiumi a tutto il territorio
per l’irrigazione, dall’altro hanno consentito la bonifica di zone un tempo
paludose. Qui il corso d’acqua più importante è il Lambro
che bagna il territorio di Vizzolo dopo quelli di Peschiera Bor-romeo,
San Donato, San Giuliano e Melegnano. Parallelo a questo, circa 6 km ad
ovest, scorre un altro fiume, detto Lambro Meridionale che confluisce col
primo a Sant’Angelo Lodigiano. La rete idrica artificiale della zona è
collegata al Lambro e/o all’Adda. I suoi elementi principali sono i canali
Muzza e Redefossi, il colatore Addetta, il cavo Marocco e le rogge Vettabbia,
Spazzola, Dresana, Maiocca. Solo il colatore Addetta e le rogge Dresana
e Maiocca entrano nel territorio di Vizzolo. L’Addetta confluisce nel Lambro
a margine di Vizzolo e collega così il canale Muzza al fiume stesso.
Sia l’Addetta sia la Muzza sono certamente opera dell’uomo, come è
facilmente rilevabile dalla loro conformazione, tuttavia sussiste una ragionevole
probabilità che originariamente essi fossero piccoli o piccolissimi
corsi d’acqua naturali successivamente collegati fra loro. Altrettanto
importanti quanto le acque superficiali, sono le acque sotterranee. A partire
da qualche metro di profondità, infatti, il terreno è imbevuto
d’acqua. Si tratta ovviamente delle acque di falda, fondamentali per l’equilibrio
di tutto il sistema idrico. La loro presenza nel nostro sottosuolo è
dovuta ai sedimenti più o meno grossolani delle zone pedemontane
attraverso i quali l’acqua filtra in profondità e scorre lentissimamente
verso la pianura. Qui, incontrando terreni più fini e impermeabili,
è costretta a salire verso la superficie. In alcuni punti, addirittura,
il livello dell’acqua della falda è tanto alto da uscire in superficie:
in questi casi, si formano i fontanili. Altrove invece l’acqua della
falda giunge ad una profondità di 2-3-6 metri a seconda dei luoghi
e della stagione. Infatti, la falda è alimentata anche dalle precipitazioni
cadute sul posto e assorbite dal terreno. In molte zone non si parla di
una sola, ma di due, tre o più falde, separate fra loro da strati
argillosi e quindi più o meno impermeabili. In tutti i casi lo strato
superiore è “ricaricabile” anche sul posto dalle acque meteoriche;
quelli più profondi vengono alimentati prevalentemente a partire
dalle zone pedemontane. La falda superficiale è a contatto con tutti
i corsi d’acqua e contribuisce a regolarizzarne le portate; nei periodi
di magra l’acqua passa dalla falda al fiume (o al canale), in quelli di
piena avviene il contrario: dal fiume l’acqua si infiltra nel sottosuolo.
Le acque sotterranee (acque di falda) sono particolarmente adatte per uso
potabile in quanto, essendo filtrate attraverso il terreno, sono prive
di residui organici e di microorganismi. L’inquinamento della nostra falda
superficiale è conseguenza soprattutto dei residui di sostanze chimiche
impiegate in agricoltura e,per questa ragione, i pozzi da cui viene attinta
l’acqua potabile sono scavati a 50-60 metri di profondità. Il carico
inquinante del Lambro è costituito da reflui industriali e da sostanze
organiche provenienti da scarichi civili e assimilabili. |