LA VEGETAZIONE DELLE ZONE RUDERALI
Le zone ruderali sono i sentieri, i viottoli,
le scarpate delle ferrovie, i bordi delle strade, le strade rurali, le
aree intorno alle discariche dei rifiuti, quelle con scarichi di pietre:
tutti gli ambienti poveri di sostanza organica. Qui si insediano le specie
vegetali adattate a vivere in condizioni di estrema “povertà” come
la Gramigna e la Piantaggine (Plantago sp.) dal portamento basso e schiacciato.
Se il terreno si arricchisce di sostanze azotate, troviamo l’Ortica (Urtica
dioica) e la Parietania (Parietaria officinalis). Ai bordi dei sentieri
si incontrano anche la Cicoria selvatica (Cichorium inthibus), l’Erba di
San Giovanni (Hypericum perforatum), la Carota selvatica (Daucus carota),
la Malva (Malva officinalis), gli Enigeri, le Seppole e il Tasso barbasso
( Verbascum thapsus). A volte in queste zone crescono anche specie che
nei campi coltivati vengono distrutte perché infestanti: il Papavero,
la Camomilla e il Vilucchione sono infestanti dei cereali e la loro presenza
indica l’aumento di sostanza organica nel terreno. Presentano caratteri
di ruderalità anche gli ambienti legati all’abbandono di colture:
un campo molto sfruttato e quindi impoverito sarà popolato prima
da specie infestanti specifiche delle colture preesistenti e poi da quelle
tipicamente ruderali. L’interesse ecologico per le aree ruderali deriva
dal fatto che in esse si depositano grandi quantità di semi di specie
diverse (qui trasportate anche da zone molto lontane) che non si sviluppano
per il continuo disturbo e per la estrema povertà del terreno. Al
contrario, vi crescono specie “pioniere”, poco esigenti, che preparano
il terreno ad un eventuale successivo insediamento di altre formazioni
vegetali di tipo prima erbaceo e poi arbustivo e arboreo. Se, infatti,
le zone ruderali fossero lasciate libere di evolversi, lascerebbero spazio
ad associazioni vegetali tipiche del nostro ambiente e quindi al bosco
pIaniziale. |