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Pensieri in Libertà | |||
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Civiltà multietnica |
Molti politici si riempiono la bocca e parlano,
in Italia, di una civiltà multietnica, cui ci dovremmo abituare
e citano gli USA, come esempio di come arriveremo ad essere.
Io penso che non abbiano le idee chiare. Una nazione è figlia della propria storia e non basta un'affermazione per modificare più di duemila anni di tradizioni e di modificazioni caratteriali. Gli Stati Uniti nascono come miscuglio di popoli provenienti da ogni parte di Europa e, anche se non di loro volontà dall'Africa; fin dall'inizio basano le leggi della loro coesistenza su di una semplice struttura legislativa e su di un ferreo rispetto della stessa, tanto da poter affermare che le regole imposte diventano sistema di vita, che, solo con l'avvento del veleno dei popoli, "la droga," sembra essere a volte minato o indebolito. Ogni etnia conserva le proprie tradizioni, ma nel rispetto delle leggi generali imposte a tutela della nazione superetnica. L'Italia nasce come etnie separate, soggiogate dalla lex romana che veniva comunque sentita dallo stesso popolo romano come imposta dalle lobbies dei grandi capitali dell'epoca. Basti pensare che, all'epoca dell'antica Roma, lo stato di Governatore di una provincia veniva affidato a chi, mercanteggiando con l'erario e comprando così la carica, poteva rivalersi poi sui cittadini della provincia stessa con tasse a suo uso e consumo. La vera Italia si espresse dove poté con i Comuni, pura espressione di potere etnico, dove genti omogenee vivevano con proprie leggi e si contrapponevano spesso persino ai propri vicini; le leggi per tradizione erano regole non "da rispettare comunque", ma "da rispettare se". Questo "se", reso indispensabile dall'atavica contraddizione esistente nel corpus legis, già dall'epoca romana, e, spesso, dal bisogno di non rispettarle per sopravvivere divenne poi sempre più imperioso con il susseguirsi delle varie dominazioni, che aggiungevano al caos legislativo esistente regole nuove a proprio uso e consumo. Normale conseguenza di questo stato è che chi emette le leggi le adegui alla mentalità del proprio popolo, partendo dal presupposto che, nella norma le disposizioni verranno ignorate e che pertanto l'applicazione delle stesse segua la sorte. Chi viene preso ed è costretto a pagare è come se fosse stato estratto da un bussolotto, è stato sfortunato, la stragrande maggioranza continua a seguire le leggi come faceva sotto gli spagnoli, i francesi o gli austriaci, si guarda attorno e se non c'è nessuno a controllare fa quello che crede. L'italiano si forma quindi con una forte connotazione localistica che trova il suo naturale sbocco nel campanilismo e con uno spirito anarchico che lo porta a sentirsi, nella norma, superiore alle leggi. Sembra un quadro fosco, in effetti non lo è, perchè, per sua natura, l'italiano è bonaccione, certo qualcuno è portato alla truffa, qualcun'altro ha la mano lesta, ma di reati brutti, contro la persona, non ce ne sono tanti. La malavita ha le sue regole, quella non scherza, non è come lo Stato, e l'italiano lo sa e gira alla larga. Sfatiamo qualche luogo comune, l’italiano normalmente è un onesto lavoratore, sia che sia di origini settentrionali che meridionali. Il modo in cui l’italiano disonesto delinque è truffando o compiendo piccoli furti. Prima dell’abnorme diffusione della droga che ha sbloccato gli istinti più bestiali l’italiano era, anche se disonesto, una brava persona, chiaramente l’aggettivo è valido solo per il confronto con la realtà attuale. Se guardiamo il comportamento storico di popoli come lo slavo, dal croato al bulgaro, o arabo, dal palestinese al marocchino, vediamo che le loro usanze sono assolutamente diverse, la bestialità di alcuni atteggiamenti e la ferocia di molti episodi (pensate ai villaggi sgozzati dagli integralisti o ai bambini trucidati dai serbi o dagli albanesi) ci insegnano che la loro concezione della vita è profondamente diversa dalla nostra. L’italiano ha nel proprio DNA il gene dell’arte di arrangiarsi e quello della sottomissione attiva, perchè solo chi aveva questi geni è riuscito a campare sotto le varie dominazioni. Il bello di questi geni era la loro caratteristica dominante così che anche i barbari prima e gli altri invasori dopo, invaghendosi delle nostre donne, avessero figli che assomigliavano più alla razza degli sconfitti che a quella dominante. In questo contesto le nostre leggi ingarbugliate, che si contraddicono l’una con l’altra, trovano un terreno che può fare danni limitati. La diffusione della droga e l’invasione slava ed araba hanno creato una situazione nella quale le leggi che abbiamo non funzionano più. Per la delinquenza islamica serve la legge coranica del taglione, quella solo fa sì che vengano rispettate le regole, i nostri balletti e commedie legali per questi nuovi barbari non servono proprio e non solo, ma fanno capire anche alla nostra piccola delinquenza che di regole in Italia non ce ne sono, è il paradiso dei Ladri, dove tutto è proibito, ma chi se ne frega. Quindi signori politici non parlate di civiltà multietnica, ma di invasione, perchè il popolo italico non è assolutamente difeso dalla ferocia dei nuovi invasori, che arrivano vestiti da straccioni e poi li ritroviamo alla guida di costosissime macchine veloci, che considerano loro diritto stuprare le donne e ritengono che rubare o uccidere un infedele sia un’opera meritoria. Qualche loro prelato dice che l’Islam è amore, provate a pensare come la potevano pensare tutte le vittime dei loro massacri in Algeria o dovunque si scatena la follia religiosa islamica. Io non posso pensare che nessuno dei nostri politici se ne sia reso conto e questo mi turba ancora di più. |