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      via Stefano Bersani è il tratto di strada che parte dalla metà 
      della via Paolo Frisi e, passando sotto la zona del  campanile della 
      chiesa di san Giovanni,  raggiunge la via San Pietro. E’ lunga metri 
      104 e larga in media metri 5,50. Per secoli era chiamata la stretta del 
      campanile (in dialetto: “la strèta del campanìn”), proprio 
      perché passa rasente a uno dei lati di base del campanile. Poi, dalla 
      metà del 1800, prevalse il nome contrada del campanile e con tale 
      denominazione era compresa anche l’attuale via San Pietro. Era anche talvolta 
      chiamata sui documenti notarili o urbanistici amministrativi vicolo del 
      campanile. Nella  via Stefano Bersani per alcun tempo, agli inizi del 
      secolo scorso, diversi locali erano adibiti ad uso di bassa macellazione, 
      cioè di carne che costava poco,  di proprietà della famiglia 
      Vigo, e i detti locali erano in servizio per il Comune, il quale versava  
      un affitto di lire 700 negli anni 1939-1940. Sulla sinistra, poco prima 
      della via Oberdan, alcuni locali erano usati per la stagionatura dei formaggi. 
      Attualmente, per iniziativa del locale Circolo Artistico, si tengono periodiche 
      mostre di pittura cui partecipano molti pittori melegnanesi e non melegnanesi.   
      Stefano Bersani, artista, pittore (1872-1914). La domenica 26 ottobre 1925 
      furono trasportate a Melegnano le sue ossa. In tale circostanza avvenne  
      la commemorazione solenne. Vedi anche il libro di Guido Marangoni, Stefano 
      Bersani 1872-1914, Ed. Bestetti e Cumminelli, Milano 1915 con la sua  
      fotografia e illustrazioni per ricordare la mostra postuma delle opere di 
      Stefano Bersani nel Palazzo della Società delle Belle Arti di Esposizione  
      Permanente in Milano. Vedi anche il fascicolo dell’Enciclopedia Melegnanese 
      n. 33, a cura di don Cesare Amelli.Vedi anche “La Campana” novembre  
      1914, p. 394; 1928, p. 21; 1930, p. 370. Vedi anche “Il Melegnanese”, anno 
      5, n. 18 (1 ottobre 1972), pagg. 1-6 con grossa fotografia.  Stefano 
      Bersani  ebbe temperamento squisito di artista e di poeta. Ogni aspetto 
      del vero, anche il più umile, anche il più comune, egli giudicò 
      degno delle proprie  fatiche pittoriche. Il tema di ciascuna delle 
      sue opere era il buon pretesto per trasfondere la piena del suo sentimento 
      interiore, profondo, inesauribile.  Seguì gli studi all’Accademia di Brera, dove portava anche la tristezza 
      della sua malferma salute e delle sventure domestiche. Il premio “Mylius” 
      vinto  sui banchi di scuola lo incoraggiò, mentre la prima opera 
      veramente notevole fu la “Fattucchiera  Intanto si affermava con opere 
      che interessavano  fortemente la critica pittorica del suo tempo. Partecipò 
      a molti concorsi, riuscendo vincitore a Firenze con il quadro dal titolo 
      “Annunciazione”. E non  meno affascinante fu il quadro “Il silenzio” 
      con il quale vinse il “Premio Canonica”. Intanto le diverse gallerie lombarde 
      e non soltanto lombarde, e le  case di ricchi nobili si arricchirono 
      di quadri pregevoli che portarono il Bersani alla considerazione universale 
      di ottimo pittore.  Significativi i titoli dei  suoi quadri: “Animali 
      da cortile”, “Trillo delle allodole”, Il tempo non fa giudizio”,” Per oggi 
      basta” dove, alle visioni degli ampi orizzonti campestri,  venne associando 
      le figure doloranti dei forti figli della terra, piegati all’aspra fatica, 
      curvi sotto il peso dei mucchi di grano o di fieno, rassegnati alla  
      percossa del destino esistenziale dei poveri.  E quattro opere si posero 
      all’ammirazione dei critici: “In Giardino”, “Molino della linosa”, Oggi 
      vacanza”,  “Autunno”, dove si avverte una insolita ardenza di colorito 
      e di  esuberanza di vigore.   Nelle due opere “L’ansia” e 
      “L’attesa” affrontò il difficile  tema di due fanciulle commosse 
      da un brivido di timore e d’impazienza, nell’atmosfera di un bosco di fioriture 
      iridescenti.   Il Bersani fu pittore anche  di interni di 
      edifici e di palazzi signorili; lavorò pure nell’ornamentazione di 
      cappelle funerarie a Lodi, a Legnano, a Melegnano. |