Inviato da Pasquino il 22 August, 2000 alle 08:36:53:
C'era una volta la Giustizia ?
Dovete sapere che, tanto lontano da qui, esiste un paese che, per i suoi precedenti storici, veniva chiamato la patria del
Diritto.
Poi, sapete come va, l'uso, le consuetudini, i suoni, quel Diritto si è trasformato in dritto, sì, avete letto bene, proprio in dritto,
inteso nel suo senso di furbo, maneggione, approfittatore.
In quel paese, con quasi 3000 anni di storia, si venne creando una struttura di leggi ad hoc per chiunque ne sapesse
approfittare.
I giudici per primi osservavano orari molto personalizzati, molto elastici, perché, consci dell'importanza dell'incarico,
volevano evitare di essere costretti a mettersi in malattia per il troppo lavoro.
Nel rispetto di questi scrupoli iniziavano a lavorare chi alle nove, chi alle dieci, chi alle undici, chi faceva capolino alla
mezza, giusto per verificare se era ancora aggregato a quel palazzo di ....(e qui ti voglio, lo chiamavano ancora palazzo di
giustizia, vedi gli scherzi della lingua !).
Naturalmente la loro prima preoccupazione, dopo una massacrante mezz'ora di presenza, era quella di effettuare
un'interruzione, di quarantacinque, cinquanta minuti, appena necessari per rinvigorirsi, dopo lo spossante impegno
Il ritmo subiva necessariamente un rallentamento, con l'approssimarsi dell'ora del pranzo, che, una volta giunta, poneva
finalmente termine a quell'incalzante susseguirsi di tutte le due o tre cause, a volte addirittura quattro.
Naturalmente i diciotto o venti procedimenti, messi anche loro a ruolo per la stessa mattina, ( e che sono sti giudici, Nembo
Kid), dovevano subire un ragionevole rinvio di un quattro/sei mesi, onde dare la possibilità all'apparato di riprendersi dalla
fatica.
Inizia il primo processo, gli occhi del magistrato, si vede, sono sbarrati, fissi nel vuoto, ruota lentamente la testa, la mente è
già rivolta al caffè che potrà giustamente degustare tra poco meno di mezz'ora, finalmente apre la bocca, è impastata,
appiccicaticcia, rivolto al Pubblico Ministero lo apostrofa -" ci movviamo che non pozz'aschpettare i vosti commodi", rigira
lentamente il capo e abbassa lo sguardo, scuotendo il capo.
Il rituale mattutino è stato rispettato, la sacralità del mandato è stata ribadita, il pensiero può tornare all'aroma del caffè
che, tra qualche decina di minuti, premierà lo spossato giudice.
Era un paese strano, l'amministrazione della giustizia si preoccupava del sacrosanto rispetto delle forme, mentre passava
sopra, spesso, a violazioni gravi, almeno all'apparenza.
Le leggi sembravano scritte apposta per consentirne il mancato rispetto, la pena per truffe di centinaia di milioni erano
ridicolmente basse ".... due mesi di carcere e quattro milioni di multa...( beh è pochino, però, perlomeno, quello se ne va in
galera...)..... condanna sospesa (Sospesa ?, cosa vuol dire ?, che non ci va ?, come ?, che non paga neanche la multa ?,
aah, già, la giustizia non deve essere vendetta, già! .......... già!!!) .... non menzione (eh si, la giustizia deve dargli la
possibilità di rifarsi, non può permettere che un povero delinquente venga riconosciuto come tale, sarebbe quasi come
mettere le sue possibili vittime in guardia, come camperebbero più gli avvocati, e le loro mogli, e i loro figli, che
rimarrebbero in lacrime ad attendere che il povero padre rechi loro un tozzo di pane.
Per fortuna la giustizia si fa carico di tutto ciò e sui visini di quei bambini può rimanere il sorriso.
Quale profondo senso di giustizia in quel lontano paese !
Per meglio assaporare e godere di questa mirabile concezione della giustizia, dovete sapere che un pluriassassino che era
stato finalmente condannato in primo e secondo grado, giunto in Cassazione (e se no perché si chiamerebbe così ?),
"...preso atto delle prove a carico, delle testimonianze, dei molteplici riscontri oggettivi, in considerazione del fatto che,
anziché aver utilizzato il regolamentare timbro tondo metallico, la sezione della Corte d'Appello di ...... , utilizzò un banale
timbro rettangolare di gomma, si dichiara nullo il procedimento e si dispone la remissione in libertà dell'imputato." (beh, ma
allora, cosa vuoi quello lì, ha solamente ucciso diciassette persone, magari gli porta pure male, per risparmiare non hanno
neppure usato il timbro giusto, beh ma allora quello lì, beh ma allora...... a quel tipo che ha mandato a ff..... il giudice cosa
gli hanno dato, aah solo tre anni, si ... si ! mi sembra giusto !).
Quale profondo senso di giustizia in quel lontano paese !
Faccia d'angelo non gradiva il carcere, ma non aveva pazienza, essendo stato condannato a due ergastoli, non gli riusciva di
aspettare quei lunghi mesi, prima di tornare ad uscire, per buona condotta, o per qualche altra causa, come il primo
compleanno dispari del Capo dello Stato o la festa della mamma o qualsiasi altro buon motivo che potesse consentire la
concessione di un permesso di quarantott'ore, come il fatto di dover andare al cappezzale del povero vecchio cane
sofferente di mal di denti, o la prima ricorrenza della bronchite del suo gatto.
Quindi si decise e fuggì, dopo alcuni mesi venne comunque ritrovato sorridente in un ristorante, lo arrestarono di nuovo,
venne interrogato dal magistrato, che si rese conto che così non si poteva andare avanti, bisognava porre rimedio
all'ingiustizia ed ecco " in nome del popolo di beoti ..... si dispone l'immediata remissione in libertà vigilata (nel senso di -
con guardie del corpo ventiquattr'ore su ventiquattro -, in un'abitazione a lui consona (leggasi villa con piscina e connesso
campo da tennis) a spese dello stesso popolo di beoti più sopra menzionato.....", ma li avrà mai interpellati i componenti di
quel popolo, ma avranno mai chiesto a qualcuno se è d'accordo che in suo nome si pronuncino simili sentenze ?
Quale profondo senso di giustizia in quel lontano paese !