 I
“Turcos” si chiamavano in realtà “tiratori algerini o tiragliatori”
e venivano reclutati fra gli indigeni, inquadrati e comandati poi da ufficiali
francesi. Essi vestivano una uniforme che fu in origine elegantissima,
di foggia uguale a quella degli “zuavi” ma di colori diversi: larghi calzoni
bianchi di tipo orientale, giubbetto celeste e fez floscio. I Turcos furono
reclutati e istruiti per la prima volta in Algeria, nei primi anni dell’occupazione
francese, sotto il re Luigi Filippo nel 1838. La dura disciplina e la selezione
metodica fece crescere i tiragliatori da un battaglione di sei compagnie
a trentanove. I tiragliatori algerini manifestarono al massimo il loro
valore con il generale Bosquet, comandante del loro reggimento, durante
la guerra di Crimea, e fu proprio in questa occasione che, per il loro
modo di assaltare e la loro uniforme che spesso si confondeva con
quella dei turchi, vennero ribattezzati dai russi col nome di turcos. Il
popolo francese accolse il nomignolo come un titolo di gloria, e lo conservò
sempre come il nome famigliare di soldati ai quali esprimeva gratitudine.
Vista poi la buona prova fatta in Crimea, i turcos furono chiamati altre
due volte a combattere per i francesi : i tiragliatori furono così
impiegati nei fatti d’arme della seconda guerra d’indipendenza italiana
nel 1859, unitamente agli zuavi nelle battaglie di Melegnano prima e Solferino
poi. La peculiarità dei turcos fu quella di essere più
adatti all’utilizzo in azioni sparse o impiegati negli attacchi frontali
all’arma bianca piuttosto che parte integrante di eserciti impiegati in
manovre ordinate. Dal memoriale dell’otto giugno 1859 del Frassi
abbiamo oggi la conferma che manipoli di turcos erano stati impiegati per
azioni di disturbo nei confronti degli austriaci, durante l’assalto
al borgo di Melegnano. |