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Chasseurs à pied, Zouaves, Turcos 
I corpi dei cacciatori ( Chasseurs à pied, Zuavi, Turcos ) avevano in dotazione le carabine mod. 1846 e 1853, naturalmente a canna rigata e con alzo a ritto e cursore graduato, queste armi utilizzavano il sistema a stelo di Thouvenin  che prevedeva, con degli adattamenti, l’utilizzo della pallottola Tamisier a base piatta.
Un battaglione di appoggio,  impegnato sovente in varie guerre, fu quello delle truppe indigene dei  “turcos”  che in realtà si chiamavano “tiratori algerini o tiragliatori” e venivano reclutati anch’essi fra gli indigeni, inquadrati e comandati poi da ufficiali francesi.  Essi vestivano una uniforme che fu in origine elegantissima, di foggia uguale a quella degli “zuavi” ma di colori diversi: larghi calzoni bianchi di tipo orientale, giubbetto celeste e fez floscio. I Turcos furono reclutati e istruiti per la prima volta in Algeria, nei primi anni dell’occupazione francese nel 1838, sotto la monarchia-borghese del re Luigi Filippo. La dura disciplina e la selezione metodica fece crescere i tiragliatori da un battaglione di sei compagnie ad uno di  trentanove. I tiragliatori algerini manifestarono al massimo il loro valore con il generale Bosquet, comandante del loro reggimento, durante la guerra di Crimea, e fu proprio in questa occasione che, per il loro modo di assaltare e la loro uniforme  che spesso si confondeva con quella dei turchi, vennero ribattezzati dai russi col nome di turcos. Il popolo francese accolse il nomignolo come un titolo di gloria, e lo conservò sempre come il nome famigliare di soldati ai quali esprimeva gratitudine. Vista poi la buona prova fatta in Crimea, i turcos furono chiamati altre due volte a combattere per i francesi : i tiragliatori furono così impiegati nei fatti d’arme della seconda guerra d’indipendenza italiana nel 1859, unitamente agli zuavi nelle battaglie di Palestro e Melegnano prima e Solferino poi.  Lo storico Pierre Dufour afferma che Napoleone III, in vista della campagna d’Italia, con Decreto Imperiale del 26 marzo 1859  fece approntare un reggimento provvisorio di “tirailleurs algériens”  composto da tre battaglioni e sei compagnie.  Il 23 aprile 1859  il battaglione così composto fu imbarcato sul “Christophe Colomb”  che giungeva a Genova tre giorni dopo, qui il corpo fu trasferito a Rivarolo, in attesa di essere assegnato al fronte. Il 30 aprile 1859 il reggimento tiragliatori comandato dal colonnello Laure e dal lieutenant-colonel  De Monfort  fu affiancato alla 1° Brigata del generale Lefebvre, della 1 divisione de La Motte-Rouge,  2° Corpo Mac-Mahon.  Il 2 maggio il Corpo di spedizione, così composto,  raggiunse Alessandria ed il successivo 14 maggio Napoleone III assumerà direttamente la direzione militare delle operazioni, il reggimento delle truppe d’Africa sarà posto alla testa del combattimento di Palestro avvenuto contro gli austriaci il 30 maggio 1859. Mentre il secondo Corpo francese è a Turbigo il 3 giugno, il generale Mac-Mahon si scontra preventivamente con una colonna di 6000 austriaci a Magenta, in questa occasione il reggimento algerino ebbe 31 morti e 144 feriti. Il 7 giugno i “Turcos” entrano per primi a Milano alla testa dell’Armata franco-piemontese; la sera del giorno 8 sono attestati sulla riva sinistra del Lambro a Melegnano. Dal memoriale  dell’otto giugno 1859 dell’ing. Frassi  abbiamo  la conferma che manipoli di turcos erano stati impiegati per azioni di disturbo nei confronti degli austriaci,  durante l’assalto al borgo di Melegnano, questi furono utilizzati per giungere alle spalle degli austriaci sulla spianata del  Castellazzo che si trovava all’interno del borgo in prossimità delle sponde del Lambro.  I Turcos quando si presentarono sulla sponda della Cappuccina furono accolti a fucilate dagli austriaci, fu così che i tiratori algerini decisero di guadagnare la riva opposta e una volta giunti qui fecero un massacro generale di austriaci,  .
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