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Gli ordini per le manovre dell'8 giugno 1859
Come già detto, sin dal 6 giugno l’VIII corpo imperiale austriaco ritirandosi su Lodi, aveva lasciato a Melegnano la Brigata Roden rinforzata da mezzo squadrone del 1° reggimento Ussari Imperatore (Ussari Kaiser Franz Joseph), con il compito di disporre a difesa il borgo di Melegnano contro possibili movimenti di truppe provenienti da Milano1. Più tardi furono assegnati a Roden altri due squadroni, il 5° ed il 6°, del VI reggimento Dragoni Horvach 2. Nella notte che precedeva l’8 giugno, era pervenuto al comando della 2° Armata Imperiale, un ordine, dal quartiere generale dell’imperatore Francesco Giuseppe, che gli ingiungeva di non oltrepassare l’Adda e di riprendere l’offensiva contro il nemico, il quale era rimasto inattivo dopo la battaglia di Magenta (4 giugno 1859). Il feldmaresciallo Gyulai emanò quindi la notte stessa, ordini precisi e particolareggiati, secondo i quali il V corpo doveva riunirsi a Corteolona e rioccupare con una brigata la città di Pavia, il III corpo doveva raccogliersi a Sant’Angelo Lodigiano e spingere una brigata a Landriano e contemporaneamente compiere delle scorrerie su Milano, il VII e l’VIII corpo dovevano restare a Lodi, la brigata Roden a presidiare Melegnano e nel contempo inviare distaccamenti a nord, su Milano, Paullo e Melzo. 
Delle altre truppe restanti - essendo estranee allo scontro di Melegnano - citiamo soltanto le seguenti manovre: il IX corpo doveva concentrarsi a Codogno, la divisione Montenuovo del I corpo restare di guardia all’Adda, occupare Paullo ed inviare pattuglie a Gongorzola e Melzo; la brigata Pàszthory doveva restare di riserva a Pandino. La brigata Teuchter, già di guarnigione a Milano, fu messa agli ordini del feldmaresciallo Montenuovo e le brigate Hoditz e Brunner furono assegnate alla divisione del generale Urban, la quale doveva raccogliersi a Treviglio e a Canonica d’Adda.
Sulla base di questi ordini la brigata Ramming del III corpo fu inviata l’8 mattina a Landriano: la cavalleria che era addetta, condotta dal colonnello Edelsheim, urtò nei pressi di Cavagnera, poco ad ovest di Landriano, in considerevoli forze nemiche. Questo fatto, unito ad altre notizie pervenute al comando dell’’III corpo a Lodi, indussero il feldmaresciallo Benedek ad inviare, come rinforzo a Roden3, la brigata Boér, che, come si evince dal rapporto ufficiale di Mac Mahon4, giunse in aiuto tardivamente. La brigata Boèr giunta sul luogo delle operazioni, si attestò con un cannone alla Cascina Bernarda5, in sostegno alla ritirata delle truppe della brigata Roden. 
Il feldmaresciallo Benedek si recò di persona a Melegnano nella mattinata del giorno 8 giugno e solo dopo aver lautamente pranzato all’Albergo delle Due Spade, e, dopo aver ripetutamente ringraziato l’albergatore per il distinto trattamento ricevuto, all’incirca alle 3 p.m. partì in carrozza per far ritorno a Lodi, non prima di essersi fatto caricare un grosso fiasco di eccellente vino che aveva bevuto durante la sosta a Melegnano6. Benedek lasciò il comando della difesa del borgo di Melegnano al feldmaresciallo Berger, con l’ordine di sostenersi contro forze, a suo dire, non troppo prevalenti. Erano quindi Roden e i suoi uomini predestinati alla morte in Melegnano nel piano generale austriaco, per la salvezza dell’intero esercito; Benedek, che era consapevole di quanto sarebbe accaduto di li a poco, assicuratosi dell’ultimazione dei più necessari preparativi di difesa, non si trattenne neanche a dirigere personalmente questo momento di resistenza supremo.
Intanto il cerchio attorno al borgo melegnanese si stringeva sempre più: infatti già alle 4 p.m. della giornata dell’otto giugno, furono segnalate dagli austriaci l’avvicinarsi di alcune vedette francesi a Carpiano, a ridosso del confine fra Milano e Pavia: erano le avanguardie della terza divisione d’enfanterie general de Luzy de Pélissac al comando del IV corpo d’armata generale Niel, che di lì a poco avrebbe occupato Carpiano, bloccando così i movimenti degli Imperiali a Landriano. Un ufficiale dei dragoni relazionò al generale Roden la contemporanea segnalazione che dei francesi stavano percorrendo, seppur lentamente, la strada Romana ed erano già giunti a quell’ora a San Giuliano. Anche sul lato sinistro verso Colturano un facchino scortato da un soldato croato si imbatterono con delle vedette francesi del II corpo d’armata Mac Mahon che stava giungendo alle spalle del borgo melegnanese7.
Avendo gli alleati perduto completamente il contatto col nemico, le notizie che si avevano di esso non potevano essere molto esatte e solo si riteneva che il grosso delle forze imperiali, già raccolto verso Pavia, si fosse ritirato sul basso Adda, nell’angolo tra questo fiume ed il Po a valle di Lodi.
1 PAULIN M.VICTOR “Guerre d’Italie en 1859” tableau historique, politique et militaire par M.Victor Paulin ex officier de la marine imperiale – illustre de 265 gravures sur bois d’après des croquis et des dessins tirés de l’album de l’Empereur et de la collection de l’illustration ecc. Librairie de l’illustration, Paris 1859
2 Del 6° reggimento dragoni Horvath faceva parte anche la divisione di cavalleria Mensdorff
3 La “brigata Roden” unitamente al reggimento di fanteria Weigl e 11° reggimento di linea Prince Albert de Saxe facevano parte integrante della 2° divisione Berger 
4 Rapporto ufficiale del maresciallo Mac-Mahon all’Imperatore Napoleone III: “…Après avoir depassé Dresano et etre arrivé au point où la direction suivie par ma colonne coupe à angle droit le chemin de Melegnano à Mulazzano, je m’apercus que l’ennemi, refoulé de Melegnano, par le Marechal Baraguey d’Hilliers, defilait devant moi par detachement, gagnant Mulazzano….”
5 La cascina Bernarda si trova a sud-est di Melegnano sulla strada per Lodi nel comune di Vizzolo Predabissi in provincia di Milano
6 su “La Campana” La guerra del 1859 – Battaglia di Melegnano (da storici contemporanei e da testimoni oculari tuttora viventi).
7 FRASSI GIACOMO “Cronaca del combattimento di Melegnano 8 giugno 1859” – Memoria letta all’Accademia fisio-medico-statistica di Milano dal membro effettivo Ing. Giacomo Frassi membro titolare corrispondente della società degli studi storici di Francia (seduta 30 giugno 188)
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