..
Computers melegnano.net
Il combattimento
Il feldmaresciallo von Berger aveva preso le necessarie misure per mettere in stato di difesa il borgo: il muro del cimitero fu munito di banchine, la strada all’altezza dello stesso cimitero venne barricata e intagliata con un lungo fosso1; e nei muri esterni delle case furono praticate feritoie2 all’entrata del borgo fu costruito un parapetto per quattro pezzi, che potevano battere d’infilata la grande strada3.
Le truppe della brigata Roden erano state ripartite all’interno della cittadella – secondo i documenti ufficiali dello stato maggiore – così suddivisi: due battaglioni dell’11° reggimento fanteria Principe di Sassonia occupavano la parte ovest del borgo, con una compagnia nel cimitero e mezza compagnia a presidiare la cascina Maiocca; il battaglione granatieri dello stesso reggimento era in riserva presso il ponte del Lambro e quattro pezzi del 10° battaglione dell’ 8° reggimento dietro il parapetto all’uscita del borgo; il resto della brigata4 stava in riserva generale nella parte del paese ad oriente del Lambro. Alla cascina Bernarda si venne a disporre più tardi la brigata Boer, che vi era giunta approssimativamente intorno alle 3 p.m.
Intorno alle 5 p.m. le pattuglie di cavalleria austriaca, spinte sino a Zivido, segnalarono il nemico verso San Giuliano, e alle 5 e tre quarti gli avamposti degli imperiali, che occupavano la linea di Mezzano – Santa Brera – Colturano, retrocedettero. 
La divisione del generale Achille Bazaine procedeva sullo stradale di Milano e ricacciati gli avamposti5, essa giunse, come già detto, intorno alle 6 p.m. a circa 1000 metri dal Melegnano. Dopo aver predisposto gli uomini pronti all’attacco6, fece posizionare, sulla carreggiata, prima due pezzi poi con tre di artiglieria del 12° battaglione7
Baraguey, come abbiamo visto, aveva poca e facile strada da percorrere prima di entrare in azione, mentre gli altri due corpi d’armata (Niel e Mac-Mahon), specialmente Mac-Mahon per avvicinarsi a Melegnano di fianco e mettersi alle spalle del Borgo, sullo stradone di Lodi - dove con ogni probabilità si sarebbero messi gli austriaci in ritirata - restava da percorrere 25 chilometri, se non sbagliava strada. Niel si accampò a Carpiano sin dalle 4 p.m. e rimase in attesa del segnale che non le arrivò mai, e rimase lì fermo in attesa di agire!
Mac Mahon, secondo il piano della battaglia, doveva iniziare per primo, quando, giunto al posto convenuto (in vista dello stradale per Lodi) doveva dare il segnale con una scarica di salva di cannone, dopo di che il corpo centrale di Baraguey avrebbe iniziato l’attacco da nord. 
Il duca di Magenta8, seppur si fosse messo in marcia per primo all’alba, si andò a perdere nelle stradicciole di Mediglia, Colturano, Balbiano, Dresano, ivi compresi cascinali e frazioni, tutte, nessuna esclusa, furono visitate da Mac-Mahon che ormai aveva perso completamente la testa. L’artiglieria del II corpo (sempre Mac-Mahon) rimase indietro sparsa nei campi o impantanata nel fango, l’eroe di Magenta tentò anche di far trascinare qualche pezzo d’artiglieria da quattro paia di buoi requisiti nelle cascine adiacenti Mediglia9
La solita furia, che distingueva i francesi, portò Baraguey d’Hilliers ad ordinare l’attacco al generale Bazaine, che non aspettava altro, senza la collaborazione sia del II corpo d’armata Mac-Mahon, che del IV corpo d’armata generale Niel. 
Vi fu un altro cambiamento del piano di combattimento, infatti, si diceva che Baraguey d’Hilliers …avesse stabilito di sloggiare dalle loro postazioni fortificate e ben difese i nemici a soli colpi di artiglieria bombardando il paese… senza alcun impiego delle fanterie, ma saputo che non si trattava di un semplice villaggio, ma di una grossa borgata, gli dispiacque, quindi, cambiò idea ed ordinò l’uso limitato delle artiglierie esclusivamente per crearsi un varco, mentre ordinò che la presa del borgo, avvenisse con l’assalto delle fanterie10.
Verso le 6 p.m. si udì il primo colpo di cannone, era il corpo centrale di Baraguey e precisamente la divisione Bazaine che con impazienza e senza aspettare il segnale convenuto di Mac-Mahon, ingaggiava il combattimento contro i due pezzi di artiglieria austriaca appostati, come sappiamo, all’ingresso del paese (Ponte di Milano). Il generale Bazaine, fatti deporre gli zaini a terra, lanciò successivamente all’attacco il 1° reggimento Zuavi, sostenuto dal 33° reggimento di Linea e dal 3° battaglione del 34°, mentre gli altri due battaglioni di questo reggimento si schieravano a destra degli zuavi, collegandosi con le truppe della 1° divisione Forey. Questa era frattanto sboccata da Pedriano ed aveva aperto il fuoco a circa 1200 metri dal confine del borgo, a destra verso la cascina Cattanea, con 12 pezzi di artiglieria e due battaglioni (1°battaglione del 74 reggimento ed il 17° cacciatori), che andavano ad occupare posizioni sempre più vicine al Borgo11.
Le altre truppe della 1° divisione stavano in quel momento ancora attraversando Mezzano. A sinistra fra lo stradale ed il Lambro, la 2° divisione generale Ladmirault prendeva senza colpo fierire la Rocca Brivia, attraversata, poi, la Vettabia, il 10° battaglione cacciatori, sostenuto dal 15° reggimento di Linea, si lanciò sulle prime case del borgo e respinse le compagnie del reggimento principe di Sassonia che la difendevano. 
Dopo una buona mezz’ora di cannoneggiamenti la divisione Bazaine ebbe l’ordine dell’assalto alla baionetta, e molti zuavi già bagnati dalla pioggia battente, si gettarono al riparo dentro l’alveo della roggia Spazzola che fiancheggiava il lato sinistro della carreggiata, percorrendola con l’acqua sino alla cintola onde sottrarsi agli ultimi colpi di cannone degli austriaci: superando il terrapieno eretto a barricata ed incominciando la micidiale impresa di espugnare il borgo casa per casa12
1 Il Frassi nel suo “Memoriale dell’8 giugno 1859” non conferma questa ipotesi sostenuta anche successivamente (1910) nella versione ufficiale dello Stato Maggiore Esercito ufficio storico. Giacomo Frassi testualmente dice: “…nessun ponte fu rotto né sul Lambro né su altre acque, e nessun piano stradale fu tagliato dagli austriaci nei paraggi di Melegnano. La diceria di ponti distrutti e di strade tagliate poco edificantemente ripetuta da quasi tutti gli scrittori potrebbe provenire dal fatto che fu dagli austriaci incendiato un ponte in legno sull’Adda fra Bisnate e Spino in circondario di Crema…”
2 Dal “Memoriale” del Frassi deduciamo che: “…nessuna grande masseria trovansi a sinistra sull’ingresso del paese che sia stata forata a feritoja: soltanto un meschino muro di cinta fu così ridotto…”
3 COMANDO DEL CORPO DI STATO MAGGIORE – UFFICIO STORICO, La guerra del 1859 per l’indipendenza d’Italia” Volume I – Narrazione, Stab. Tip. della società Editrice Laziale, Roma 1910
4 il restante esercito imperiale austriaco era costituito dal 1° e 2° battaglione confinari Szluin, dal 2° squadrone dragoni Horvàth, da 5 plotoni Ussari, ed infine da mezza batteria del 10° /VIII
5 Il Frassi nel suo “Memoriale dell’8 giugno 1859” conferma tale ipotesi formulata da diversi autori e in merito, infatti recita: “…San Giuliano sulla strada da Milano a Melegnano non è mai stato occupato dagli austriaci a meno che di alcuni avamposti…”
6 “Ricordi agli uffiziali di linea in campagna…ecc.” testualmente: “….(…). La fanteria, perché il suo fuoco sia efficace, non dovrà cominciarlo, sia in bersaglieri che in linea, che a trecento passi al più dal nemico, e mai prima….(…)… sparando orizzontalmente, calcolata di 250 metri; al di là di questa questa distanza i fuochi della fanteria sono incertissimi, e come abbiamo accennato, i maestri dell’arte gli giudicano formidabili alla metà di questa distanza….(…)… l’artiglieria potrà cominciare il suo fuoco alla distanza di mille passi dal nemico…all’incontro, se il nemico avrà pur esso l’artigliaria, e tanto questa che la fanteria non siano da noi a gran distanza, è necessario pstar le nostre batterie dietro la linea della fanteria, fra i due intervanlli, ed in modo tale senza inciampare le mosse possano concentrar i loro tiri sui luoghi più importanti. Sull’offensiva l’artiglieria trae sulle batterie nemiche; e sulla difensiva dirige i suoi colpi sulle masse di fanteria, della cavalleria e talvolta ancora sui pezzi dell’avversario, massime se gli prestasse il destro di batterli di fianco (en rouage) …(…)..” 
7 Rapporto sul combattimento di Melegnano redatto dal Maresciallo generale Baraguey d’Hilliers a Napoleone III da Marignan (Melegnano) il 10 giugno 1859 :
 Sire, Votre Majesté m’a donné l’ordre hier, de me porter avec le 1° corps sur la route de Lodi, de chasser l’ennemi de San Juliano et de Melegnano, en me prévenant que, pour cette opération, elle m’adjoignait del 2°corps, commandé par le maréchal de Mac-Mahon. Je me suis portè immédiatement à San Donato pour m’entendre avec le maréchal, et nuos sommes convenus qu’il attaquerait avec sa 1° division San Giuliano; qu’après en avoir dèposté l’ennemi, il se dirigerait sur Carpianello pour passer le Lombro (Lambro), dont les abords sont très difficiles. Et que de là il se didigerait sur Mediglia. La 2° divisiondevait prendre, à San martino, la route qui, par Trivuzio e Casanova, la conduirait à Bettola et se dirigerait sur la gauche de Mediglia, de manière à tourner la position de Melegnano. Il fut convenu que le 1° corps se dirigerait tout entier sur la grande route de Melegnano, enverrait à droite, au point indiqué sur la carte “Betolma”, la 1° division, qui, passant per Civesio, Viboldone, irait a Mezzano, établirait sur ce point une batterie de 12 pièces pour battre Pedriano d’abord, et plus tard le cimetière de Melegnano, où l’ennemi s’était retranchè et où il avait établi de fortes batteries; que la 2° division du 1°corps, après avoir quittè San Juliano, se porterait sur San Brera et y établirait ègalement une batterie de 12 pièces pour battre le cimetière et enfiler la route de Melegnano à Lodi; qu’enfin la 3° division du meme corps se dirigerait directement sur Melegnano et enlèverait la ville, concurremment avec les 1° et 2° divisions, dès que le feu de notre artillerie y aurait jeté du désordre. 
 La 1° division, laissant Melegnano sur sa gauche, eut ordre de se porter sur Cerro, la 2° et la 3° sur Sordio, où elles devaient se mettre en rapport avec le 2° corps qui, par Dresano et Casalmajocco, s’y dirigerait également.
 Pour que ces combinaisons pussent avoir un plein succès, il fallait que le temps ne manquàt pas à leur développement, et, en me prescivant d’opérer le jour mème de mon départ de San Pietro l’Olmo, Votre Majesté rendait ma tache plus difficile, car la tete de la 3° division du 1° corps ne put entrer en ligne qu’à trois heures et demie, tant la route était embarrassée par le convois des 2° et 4° corps. Cependant, à deux heures et demie je donnai l’ordre au maréchal de Mac-Mahon de marcher sur San Juliano; il n’y trouva pas l’ennemi, passa le Lombro (Lambro) à gué, quoiqu’un pont fùt indiqué sur la carte à Carpianello, et continua son mouvement sur Mediglia. 
 A cinqheures et demie, la 3° division du 1° corps arriva à environ 1200 mètres de Melegnano, occupé par l’ennemi, qui avait élevé une barricade à environ 500 mètres en avant sur la route, et avait étabili des batteries à l’entrée mème de la ville, derrière une coupure, à hanteur des premières maisons, J’ordonnai au général Bazaine de disposer sa division pour l’attaque: un bataillon de zouaves fut jeté en avant et sur les flancs en tirailleurs: L’ennemi nous accuellit par une canonnade qui pouvait devenir dangereuse, parce que ses boulets enfilaient la route sur laquelle nous devions marcher en colonne. Notre artillerie répondit avec succès à celle des Autrichiens, et le général Forgeot, avec deux batteries et les tirailleurs de la 1° division à Mezzano, appuya sur notre droite l’attaque que nous allions faire. Je fis mettre les sacs à terre et lancer au pas de course sur la batterie ennemie le 2° bataillon de zouaves, suivi par toute la 1° brigade. Les Autrichiens avaient garni d’une nuée de tirailleurs les premières maison de la ville, la coupure de la route et le cimetière, et cependant ils ne purent résister à l’élan de notre attaque, battirent en retraite à droite et à gauche, firent une vigoureuse résistance dans les rues, au chateau, derrière les haies et les murs des jardins, et furent complétement chassès de la ville à neuf heures du soir. La 2° division, à son arrivée près de Melegnano, prit à gauche de la 3°, suivit la rivièreet prit ou tua les ennemis que nous avions déjà chassés du haut de la ville et dépassés. Le maréchal de Mac-Mahon put meme anvoyer aux Autrichiens des balles et des boulets sur la route de Lodi: il s’était porté, au bruit de notre fusillade, à Colognio.
 La résistance de l’ennemi a été brevement défendue. Les pertes de l’ennemi sont considérables: les rues et les terrains avoisinant la ville étaient jonchés de leurs morts; 1200 blessés autrichiens ont été portés à nos ambulances; nous avons fait de 8 à 900 prisonniers et pris une pièce de canon. Nos pertes s’élèvent à 943 hommes tués ou blessés, mais comme dans tous les engagements précédents, les officiers ont été frappés dans une large proportion: le général Bazaine et le général Goze ont été contusionnés; le colonel du 1° de zuaves a été tué; le colonel et le lieutenant-colonel du 33° ont été blessés; il y a eu en tout 13 officiers tués et 43 officiers blessés. J’ai l’honneur d’envoyer à l’Empereur, avec l’état de ces pertes, les proposition faites par les généraux de division et approuvées par moi. Je le pie d’y avoir égard et de traiter le 1° corps avec sa bienveillance habituelle. 
 Je lui recommanderai particulièrement le colonel Anselme, mon chef d’état-major, proposé pour général de brigade; le commandant Foy, dont le cheval a été blessé; et qui est proposé pour lieutenant-colonel; le comandant Melin, proposé pour officier de la Légion d’honneur; le capitaine de Rambaud, pour lequel j’ai demandé déjà de l’avancement, et M.Franchetti, sous-officier au 1° chasseurs d’Afrique, mon porte-guidon qui a été blessé à mes cotés.
 Je suis avec respect, de Votre Majesté, Sire le très-humble et très-fidèle sujet, le maréchal Baraguey d’Hilliers. 
 Le relevé officiel de nos pertes, dans ce combat, donne les chiffres suivants: 13 officiers tués, 43 blessés, 141 sous-officiers et soldats tués, 669 blessés, 64 disparus: total 943 hommes.
8 Mac Mahon era stato nominato maresciallo di Francia e duca di Magenta a seguito del combattimento avvenuto, appunto a Magenta, il 4 giugno 1859.
9 “La Campana” Anno II, n. 6 del 1 giugno 1909, pagg. 86-97, La guerra del 1859 – Battaglia di Melegnano (da storici contemporanei e da testimoni oculari..(…)..).
10 ibid
11 CROCI RINALDO Storia della campagna d’Italia nel 1859” propone una identica versione che testualmente dice:…(…).. Il nemico protetto dalle muraglie nelle quali aveva praticato delle feritoie, uccise un grandissimo numero di Francesi, soprattutto zuavi, ma dopo un’ostinatissima resistenza che durò sei ore, gli Austriaci abbandonarono il villaggio con precipitazione. Il generale Forey, che comandava la riserva, prevedendo la fuga del nemico, aveva girato il villaggio: esso fulminò contro i fuggitivi centoventi scatole a mitraglia di 80 palle ciascuna che copersero il suolo di cadaveri. Nello stesso tempo il maresciallo Mac-Mahon, che al rumore delle fucilate erasi recato a Codogno (si trattava invece di Cologno frazione di Casalmaiocco) potè scagliare contro gli Austriaci palle di fucile e cannone sulla strada di Lodi..(…).
12 FRASSI GIACOMO “Cronaca del combattimento di Melegnano 8 giugno 1859” – Memoria letta all’Accademia fisio-medico-statistica di Milano dal membro effettivo Ing. Giacomo Frassi membro titolare corrispondente della società degli studi storici di Francia (seduta 30 giugno 188) parte II, pagg. 17-18
inizio pagina

Visitatori dal 22 aprile 2004
AdCComputers
tel. 02 9837517
Melegnano Via Castellini, 27
webmaster@melegnano.net