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![]() La prima divisione, lasciando Melegnano sulla sinistra, ebbe ordine di portarsi sopra Cerro; la seconda e la terza sopra Sordio, ove si dovevano mettere in rapporto col secondo corpo, che per Dresano e Casalmajocco (Casalmaiocco) vi si dirigeva ugualmente. Onde queste combinazioni potessero avere un pieno successo, bisognava che il tempo non mancasse al loro sviluppo, e prescrivendomi di operare lo stesso giorno della mia partenza da San Pietro l’Olma (San Pietro all’Olmo) Vostra Maestà rendeva la incombenza più difficile poiché la terza divisione del primo corpo non poté entrare in linea. Ciò avvenne alle ore tre e mezzo; tanto la strada era ingombra dai convogli del secondo e quarto corpo d’esercito. Nulla meno alle ore due e mezzo diedi ordine al maresciallo Mac Mahon di marciare sopra San Giuliano. Egli non trovò nemico. Passò la Lombra (Lambro) a guado, quantunque un ponte fosse indicato sulla carta a Carpianello, e continuò il suo movimento sopra Mediglia. A cinque ore e mezzo la terza divisione del primo corpo arrivò a circa mille e duecento metri da Melegnano. Questa era occupata dal nemico, che aveva elevata una barricata a circa cinquecento metri innanzi alla strada ed aveva stabilito delle batterie all’entrata della città dietro un tagliamento all’altezza delle prime case. Ordinai al generale Bazaine di disporre la divisione per l’assalto. Un battaglione di zuavi fu gettato avanti e ai fianchi dei nostri cacciatori. Il nemico ci accolse con un cannoneggiamento che poteva portarci dei disastri, poiché le palle infilavano la strada. La nostra artiglieria però rispose con successo a quella degli austriaci, e il generale Torgeot con due batterie e cò tiragliatori della prima divisione appoggiò Mezzano l’assalto che andava a impegnarsi alla nostra ala destra. Feci allora depositare gli zaini e lanciare al passo di corsa sulla batteria austriaca i nostri zuavi. Il secondo battaglione fu seguito immediatamente da tutta la prima brigata. Gli austriaci avevano guarnito una miriade di bersaglieri le prime case della città, il taglio della strada e il cimitero. ![]() Le perdite dei nostri avversari sono considerevoli: le strade e i dintorni della città erano coperti dei loro cadaveri. Milleduecento feriti austriaci sono stati trasportati alle nostre ambulanze. Abbiamo da ottocento a novecento prigionieri e preso un pezzo di cannone. Le nostre perdite ammontano a novecentoquaranta uomini tra uccisi e feriti; ma del pari che in tutti gli altri combattimenti precedenti gli ufficiali, sono stati colpiti in gran numero. I generali Bazaine e Goze sono contusi, il colonnello del primo zuavi è stato ucciso; il colonnello e il luogotenente colonnello del trentatreesimo, sono stato feriti; poi vi sono tredici ufficiali uccisi e trentasei feriti. Ho l’onore di mandare all’Imperatore assieme allo stato delle perdite, le proposte fatte dai generali di divisione a da me approvate. Io la prego di avervi riguardo e di trattare il primo corpo di armata con la sua abituale benevolenza. Io gli raccomanderò particolarmente il colonnello Anselmo, capo del mio Stato Maggiore, proposto per generale di brigata; il comandante Foy, il cui cavallo è stato ferito, e che è proposto per luogotenente colonnello; il comandante Melin, proposto per ufficiale nella Legion d’Onore; il capitano de Rombaurd, pel quale ho già domandato un avanzamento, e il signor Franchetti, mio portaguida, il quale è stato ferito al mio fianco. Sono con rispetto di Vostra maestà Sire, l’umilissimo e fedelissimo suddito. Il Maresciallo Baraguay d’Hilliers |
13 Testo tratto da “La guerra dell’Indipendenza italiana” – Album figurato, Libraio Fortunato Perelli contrada della Passerella n.1 Milano 1859, pagg. 225-229 (archivio Vitantonio Palmisano). AA.VV. “La guerre d’Italie - récit hebdomadaire illustré” Supplement au n.226 du journal pour tous, publication de ch.Lahure et C. imprimeurs a Paris 30 juillet 1859 |
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