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Il
19 giugno 1904 fu inaugurato il monumento Ossario ai caduti della battaglia
dell’8 giugno 1859 alla presenza di Sua Altezza Reale Tommaso Alberto Vittorio,
principe di Savoia e duca di Genova che era, per l’occasione, presidente
del comitato d’onore a cui facevano parte anche il Prefetto di Milano Giovanni
Alfazio, l’Ambasciatore di Francia a Roma, il marchese Cesare Brivio, il
Console di Francia a Milano d’Anglade, l’ing. Clateo Castellini, l’ing.
Carlo Chionetti,, il conte Gian Pietro Cicogna, il console d’Austria-Ungheria
a Milano De-Urményl, Luigi e Pietro Fiocchi, il marchese Gian Giacomo
Medici, il cav. Giuseppe Sangregorio Galli, don Andrea Trombini, il comm.Tiziano
Zalli, Luigi Zoncada e moltre altre personalità illustri. Il Ministero
francese decretò che a capo della propria delegazione militare a
Melegnano vi fosse un ufficiale reduce della campagna del 1859. Per questo
motivo fu dato incarico al tenente generale Lanes, comandante del 2°
corpo d’armata ad Amiens di presiedere la delegazione. Fecero parte della
rappresentanza francese: il colonnello d’Or del 33° fanteria, il maggiore
Messier de Saint James delle truppe coloniali e addetto militare all’Ambasciata
di Roma, il maggiore Lemant della cavalleria, il maggiore Strasser del
34° fanteria, il capitano Perigot del 78° fanteria, il capitano
Dechizellz del 1° reggimento Zuavi, il tenente Viet del 1° genio
ed i tenenti Andrè e Geny del 12° e 13° artiglieria. Alla
missione furono, inoltre, aggregati altri sette sottufficiali, uno per
ogni corpo menzionato, cioè gli stessi reggimenti che parteciparono
al combattimento di Melegnano4.
Il corteo, che si andò a formare verso le 15 pomeridiane, mosse ordinatamente dal viale del cimitero nuovo verso l’Ossario fra due ali di folla, mentre l’artiglieria iniziava la scarica di salva come era d’uso. Il corteo era preceduto da un drappello di soldati, seguito dal corpo bandistico locale, dalle scolaresche, dalle associazioni militari fra cui la storica società 8 giugno indi la società operaia di Melegnano. Dopo le Associazioni sfilavano le bande militari che precedevano i sei affusti di cannone drappeggiati a lutto sui quali erano state deposte le trentatré casse contenenti i resti dei Caduti, seguivano, subito dopo, lo stuolo delle Autorità con in testa il duca di Genova. Da sottolineare che le bande militari erano costituite da ben 12 corpi musicali, a seguire circa settanta bandiere e quaranta corone, al cui passaggio gli astanti gettavano al loro passare fiori di ogni genere. All’immenso corteo faceva da sottofondo il tuono delle salve di cannone provenienti dai campi vicini. Quando il corteo giunse quasi di fronte alla chiesa di S. Giovanni Battista, nel mentre le campane suonavano a distesa, uscirono dal sagrato 10 preti preceduti da una croce che entrano nel corteo procedendo verso il vecchio cimitero. Giunti all’Ossario, nel mentre le autorità prendevano posto sotto i due palchi eretti per l’occasione, dalla folla uscì un gruppetto di irredenti di Trieste che per protestare occuparono le gradinate del monumento. Dopo
che le trentatré casse con i resti dei caduti furono rinchiuse nell’Ossario,
prese la parola l’avv. Valvassori che illustrò ai presenti le origini
della costruzione eseguita dallo scultore Donato Barcaglia5
su disegni eseguiti da Romeo Rivetta, indi procedette all’inaugurazione.
Dopo la cerimonia dell’Ossario le autorità, ad eccezion fatta per
il duca di Genova, visitarono il museo nel castello allestito per l’occasione
con i cimeli ritrovati sul terreno della battaglia. In serata, sempre nel
castello, fu dato un gran pranzo che contava circa 400 invitati, durante
il quale il generale Lanes insignì l’avv. Valvassori Peroni e lo
scultore Barcaglia della Croce della Legion d’Onore, nella stessa occasione
il Ministro Ronchetti consegnò la croce di Cavaliere allo stesso
avv. Valvassori6. La serata fuori dal castello
continuava con altri cortei con fiaccole e palloncini verdi, rossi, bianchi
e blu, mentre l’opera del Barcaglia fu illuminata a giorno da riflettori
elettrici, candele al magnesio e bengala.
La giornata dell’inaugurazione ebbe, oltre la dimostrazione inscenata dagli irredenti all’Ossario, altri due incidenti che segnarono la giornata: il primo è da leggere in chiave antiaustriaca per il fatto che, mentre il corteo sfilava, la bandierina austriaca che in triade con quella francese ed italiana era apposta all’asta fuori da un edificio pubblico, fu tolta e strappata; l’altro incidente fu generato dallo stesso generale Lanes che prese la parola dopo l’avv.Valvassori all’inaugurazione dell’Ossario, questi fu interrotto dal vivace rumoreggiare della folla quando inopportunamente, fuori dal tema della giornata, parlò di Garibaldi, della casa Savoia ma soprattutto andava dipanando una sua tesi su Roma intangibile, occupata con opportunismo dalle truppe italiane il 20 settembre 1870, in un momento di debolezza francese (fine del secondo impero)6 |
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PETTINARI GIUSEPPE “L’inaugurazione del monumento ai caduti dell’8 giugno
1859” “Il melegnanese quindicinale di informazione” Anno VIII, n.12 del
15 giugno 1975
5 VICARIO VINCENZO,”Gli scultori italiani dal neoclassicismo al liberty” Vol. I (A-K), Editore Pomerio, Lodi 1995, lo scultore Donato Barcaglia (1849-1930) esegue la rappresentazione del Valore e della Pietà come tema della scultura che predomina l’Ossario dei caduti dell’8 giugno 1859. 6 PETTINARI GIUSEPPE “L’inaugurazione del monumento ai caduti dell’8 giugno 1859” ibid |
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