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Antonio Fileremo Fregoso: Il Monastero, Villa di Residenza Home Colturano
Il monastero: foto di Andrea Mineo.
Il monastero: foto di Andrea Mineo.
Tutt'oggi, nell'antico edificio che sorge nel centro di Colturano si riconosce ciò che rimane della residenza nobiliare tardo quattrocentesca chiamata "il Monastero" del poeta. Il portale d'ingresso si trova a nord, nell'androne d'ingresso si possono ancora distinguere sulle pareti entro grandi medaglioni, scritte affrescate che riportano in caratteri gotici il motto del Fregoso : "ESTA PASSIENDIE LOBE GOT" (QUESTA PASSIONE LODA DIO). Superato anche il secondo portale d'ingresso, sovrastato dai frammenti di un affresco raffigurante un'annunciazione, ci si ritrova nel cortile interno. Al piano terra si snoda un ampio porticato ad archi acuti (in parte murati), al piano superiore si affacciano logge (anch'esse ormai chiuse). Il complesso è alleggerito da eleganti pilasti, sormontati da capitelli dove si possono ancora intravedere gli stemmi gentilizi delle famiglie imparentate col Fregoso. Di fronte all'ingresso risaltano alcune grandi finestre gotiche in cotto con raffinate cornici e davanzali sorretti da archetti pensili. Era questo il corpo dominicale dell'edificio, cioè la residenza dei nobili proprietari, al cui interno dovevano trovarsi una sala di rappresentanza, la biblioteca e la sala per la musica. Sulla parete di un locale del piano superiore c'è affrescato lo stemma della famiglia Fregoso. Logge e locali dovevano dunque essere internamente decorati con graffiti dell' epoca sforzesca e con affreschi purtroppo scomparsi. In questi luoghi il poeta trascorreva le sue giornate immerso nello studio, nella meditazione e nella composizione delle sue opere. Ma la residenza di Colturano era anche il punto di partenza per le battute di caccia lungo il Lambro e l'Addetta, dove il Fregoso si dilettava "le paurose lepri e fuggitivi cervi per boschi tutto il giorno". In una delle sue ultime composizioni, ricorrendo all'immaginoso linguaggio degli umanisti, il Fregoso si riferisce alla sua villa, paragonandola alla dimora di Apollo, dio del canto, della musica e dalla poesia. Dopo la morte del poeta nel 1532 l'edificio rimase di proprietà della famiglia Fregoso sino al 1637 quando la nobildonna Silvia Campofregosa ne vendette una parte all'"Ospedale dei Vecchi di Milano", oggi Pio Albergo Trivulzio, che ne è tuttora comproprietario.
Affresco: foto di Luciano Passoni.
Affresco: foto di Luciano Passoni.

Affresco: foto di Luciano Passoni.
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