..
Computers Colturano Melegnano.net
Associazioni 
La Diocesi: la Quarta Campana Home Colturano

Curiosità e Informazioni delle Parrocchie di Balbiano e Colturano
email:quartacampana@tin.it

Sommario del Numero di DICENBRE 2001
IN PARROCCHIA, Getterò le reti
LETTERA PASTORALE DEL VESCOVO DI LODI (Quarta e Ultima Parte)
Block Notes mese di Dicembre
PENSIERI DI CASA: con Gesù, nel covo dei peccatori
E dopo la cresima? di don Maurizio
La Parrocchia San Giacomo Maggiore organizza il DICEMBRE A BALBIANO
Intenzioni sante Messe 2002
E così viene Natale di Carlo Vitali
NATALE IN CROCE BIANCA di Federica Parapini
SANTA CLAUS RESPINGE AL MITTENTE
Balbiano VISITA ALLE FAMIGLIE IN OCCASIONE DELL'AVVENTO E DEL NATALE

IN PARROCCHIA, Getterò le reti
Care Famiglie,
la festa del Natale di Gesù 2001 bussa ancora alla porta della nostra vita cristiana e a quella di tutti gli uomini ma proprio di tutti.
Quante speranze, atti d'amore e sconfitte abbiamo da presentare! Spesso le tante nostre fatiche sono rimaste senza risultato, le mani vuote.
Nel mondo, anche all'inizio di questo nuovo millennio che abbiamo aperto nel nome del Signore, non mancano mai i drammi e le tragedie, le speranze deluse insieme a nuovi e timidi germogli di giustizia e verità. Spesso gli uomini di buona volontà lavorano giorno e notte e le loro reti restano desolatamente vuote!
Gesù, venendoci incontro, ci fa però una proposta per nulla scontata: " Gettate ancora le reti e troverete!" (dal Vangelo).
Cosa fare?
Potrò fidarmi di lui, di me con lui?
È la scommessa della fede, della speranza.
"E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci" (dal Vangelo). È l'augurio e l'invito che vi facciamo in occasione delle prossime festività natalizie.

Buon Natale nel Signore.
don Ernesto e don Maurizio
Torna Su

LETTERA PASTORALE DEL VESCOVO DI LODI (Quarta e Ultima Parte)
I Giovani
Incontrando comunità parrocchiali e persone impegnate negli oratori, spesso mi capita di raccogliere sfoghi amari. Molti si lamentano del vistoso calo della partecipazione giovanile. Altri del clima di indifferenza e di abulia che regna sovrano tra le giovani generazioni. Altri ancora dell'incapacità delle nostre comunità di offrire riferimenti educativi al mondo dei più piccoli.
Non so se queste impressioni siano completamente vere. Forse alcune lamentele sono più dettate dalla delusione per il cattivo esito di tante iniziative che dalla sapienza evangelica. Se alcuni indici infatti ci fanno pensare ad una certa "crisi di fede" del mondo giovanile, molti altri ci lasciano intuire una vitalità nascosta, e ci fanno sperare in una prossima fioritura. Qualche volta, poi, mi chiedo se il passato più lontano fosse effettivamente più glorioso del presente. Il Signore mi ha concesso ormai un numero sufficiente di primavere per vedere le cose in una certa prospettiva, e per non farmi turbare troppo dalle impressioni dell'ultimo momento. E comunque, come sapete , non dobbiamo trattenerci troppo a lungo sulle angustie dell'ora presente. La Bibbia ci ricorda che non fa sapienza ritenere i giorni andati migliori di quelli che ci restano da vivere. Non ci possiamo chiudere dentro l'amara nostalgia del passato. Siamo cristiani, e il futuro è tutto davanti a noi. E al termine di ogni futuro ci sta sempre il Cristo buon pastore che ci attende con il volto mite e festoso.
E ora qualche piccola nota per orientare la pastorale giovanile del prossimo anno.
Che cosa deve fare la nostra Chiesa per tutti i giovani, a partire da quelli che hanno smesso un'appartenenza ecclesiale più definita? Il primo gesto da compiere nei confronti dei giovani che non frequentano l' ambiente ecclesiale, è l'amore incondizionato. Gesù si è conquistato Zaccheo, la Samaritana, Pietro, i discepoli, nutrendo per loro una simpatia istintiva, libera da pregiudizi. Questo è il primo moto di ogni missione. Potrebbe anche darsi che ci sia tanta gente che non cerca più Dio. Ma la questione che ci interpella è se noi non ci stanchiamo di cercare i fratelli, sull'esempio che ci ha lasciato Gesù. Sentiamo la mancanza dei nostri fratelli? Ciò che non deve mai mancare nella nostra Chiesa è l'ansia pastorale che spinge i credenti ad andare verso ogni uomo.
Non pensiamo che questa missione che ci porta lontano da noi stessi sia un gesto semplice e naturale. L'amore incondizionato nei confronti di ogni uomo nasce solo da una preghiera fatta con insistenza. Chi ama in questa maniera chiede di condividere, per grazia, la stessa carità di Gesù. Chiede di avere passione per i più piccoli, per gli ultimi, per i peccatori, e perfino per i nemici. E' un amore veramente umile, che desidera scomparire, come il chicco di grano della semina. E' un amore capace di gesti raffinati ed inusitati, che possono diventare una buona esegesi di tutto il vangelo.
Nulla predica meglio il vangelo del volto accogliente della Chiesa. Quando un giovane incontra il calore di una comunità cristiana, di un prete dell' oratorio, di un amico, di una catechista è come se si risvegliasse in lui qualcosa che giaceva sopito. Un giovane riprende così a desiderare la casa del Padre. Tutti gli uomini, magari sepolta sotto un cumulo di macerie, custodiscono intatta una profonda nostalgia di Dio.
La missione della Chiesa verso i giovani si svolge dovunque c'è un uomo, e passa anzitutto per le relazioni interpersonali. Sarebbe bello se, durante questo anno pastorale, ci ritagliassimo un po' di tempo per pregare sui vangeli della missione, e rileggessimo i documenti del magistero che ci parlano dell'evangelizzazione. Perché la missione verso i giovani, molto spesso, più che di strutture ha bisogno di missionari: di gente che viva in comunione con Cristo, e che sappia rendere ragione della sua speranza. Inoltre non stanchiamoci mai di offrire ai giovani delle nostre comunità cammini formativi, anche minimi. Le iniziative che aiutano un giovane a pregare, a fare esperienza di servizio e di carità, ad incontrare la parola di Dio, non devono mai mancare nei programmi dei nostri oratori. Al termine di quest'anno pastorale, poi, si celebrerà la Giornata Mondiale della Giovent ù a Toronto. Sicuramente molti giovani della nostra terra parteciperanno a questo incontro con il Santo Padre. Da queste esperienze, come da molte altre , è difficile uscirne non trasformati. Gli antichi dicevano: "bonum diffusivum sui", il bene si diffonde da solo. Tanto più questo avviene per la nostra fede. I giovani che incontrano Gesù Signore, che si lasciano avvincere da Lui, che sanno dar ragione del proprio credo, si trasformano in tanti " cristofori", in tanti portatori di Cristo. Se i giovani incontrano Cristo non c'è posto al mondo che possa rimanere indenne dal contagio del vangelo. Chi è stato toccato dalla grazia, pur con tutti i suoi limiti, non può non risplendere, e portare agli altri una parola di speranza.
Per offrire ai giovani occasioni di crescita spirituale, i nostri gruppi e i nostri oratori stanno facendo già molto, sia con gli strumenti consolidati del cammino di educazione alla fede sia tentando strade nuove. Nel prossimo anno pastorale il congresso eucaristico potrà offrire spunti per qualche percorso giovanile di spiritualità a partire dall'eucaristia. Sarebbe auspicabile che sacerdoti impegnati negli oratori ed altri educatori di giovani si mettano insieme, per delineare qualche proposta di cammino eucaristico da sperimentare in concreto. Questo lavoro di progettazione potrà essere coordinato dall'Ufficio di Pastorale Giovanile.
Sicuramente ogni scelta di spiritualità per i giovani dovrà tener conto del fatto che oggi è basilare chiedere ai giovani, a tutti i giovani, "vicini" e " lontani" (se si possono ancora usare queste immagini) un cammino di fede, un incontro con Cristo che generi una professione di fede personale e insieme ecclesiale. Oggi i giovani - quelli che frequentano l'oratorio, quelli che solo vi transitano e quelli che ne stanno alla larga - sono mossi dalle stesse domande e dalle stesse fatiche. A tutti loro, senza distinzioni, pur in forme e modalità diverse, siamo chiamati ad annunciare Cristo che nel segno del pane e del vino si dona per una nuova e totale relazione di alleanza.
Le unità pastorali.
In più occasioni ho invitato a "sperimentare e verificare la praticabilità delle Unità Pastorali", specificando concretamente per ogni vicariato una configurazione complessiva delle possibili unità pastorali che si possono attuare.
Ritengo che le Unità Pastorali costituiscano il laboratorio della pastorale d'insieme. Esse sono "da pensare non solo da un punto di vista organizzativo e non solo con la carta topografica, ma con criteri teologici: condivisione dei cammini e dei problemi, percorsi per comunità che camminano sullo stesso territorio (umano, anzitutto, non geografico); le unità pastorali nascono dalla condivisione dei problemi e dei progetti, passano attraverso l'esperienza dello scambio tra presbiteri, religiose, laici impegnati, per giungere all'obiettivo del valorizzare le risorse presenti sul territorio, nelle singole comunità, a servizio di una realtà più ampia. In questo senso ritengo che il punto di partenza necessario sia l'incontro, frequente, tra i presbiteri e tra i consigli pastorali di parrocchie vicine, non immediatamente finalizzato a 'fare', ma innanzitutto a confrontarsi, leggere la situazione, condividere i progetti".
In questo prossimo anno si tratta di cogliere il fondamento ecclesiale ed eucaristico di tale configurazione pastorale, e, allo stesso tempo, sperimentare e verificare la praticabilità delle Unità Pastorali individuando un percorso, cercando di attuarlo, accompagnandolo con una verifica, attenti a conservare il giusto equilibrio fra gradualità e urgenza di attuazione.
Saranno di aiuto e di riferimento le linee che verranno offerte perché a livello Vicariale e a livello delle singole Unità Pastorali il cammino possa sentirsi come sincera e fraterna esperienza di Chiesa. Nel momento assembleare che abbiamo vissuto con sentita partecipazione le Unità Pastorali sono state valutate come occasione propizia per maturare una collaborazione e un coinvolgimento delle diverse componenti ecclesiali. Il confronto e la collaborazione con altre comunità educa ad un'esperienza di comunione integrale e conduce a traguardi di unità forse meno rassicuranti, ma più fruttuosi: realtà diverse che si incontrano e interagiscono in modo sempre più maturo, questo è il miracolo della comunione. La Chiesa è chiamata a compiere questo miracolo: lo rende possibile l'eucaristia.
Conclusione.
In un giorno remotissimo, a noi sconosciuto, un cristiano, probabilmente un laico, risalendo verso nord il rettilineo della via Emilia, si è fermato in terra lodigiana. Forse in una locanda, in una piazza, o sotto un pioppo, qualcuno gli ha chiesto di dove venisse, e dove andasse con quel passo così veloce. Fu così che prese a spiegare le ragioni della sua speranza . E' stato il primo missionario della nostra terra. Su di lui sono fiorite mille leggende, ma nessuna cronistoria ci tramanda con sicurezza il suo nome e il suo volto. Ha buttato un seme, un piccolo seme, nella nostra terra feconda, e poi se ne è andato. Adesso quasi ci commuoviamo nel contemplare la grande distesa di grano che è cresciuta.
Dopo di lui quanti altri. Questa terra ha raccolto il sangue dei martiri. Questa terra ha conosciuto la missione di Bassiano e di Alberto. Questa terra si è rallegrata per la carità di Gualtero. Da questa terra è partita Francesca Saverio Cabrini, per guadagnare a Dio gli immigrati del nuovo mondo . Questa terra sta accogliendo, in questi ultimi anni, nuova gente, proveniente da terre lontane. Molti di loro hanno chiesto il battesimo, e hanno fatto ingresso nella nostra Chiesa.

Signore prendiamo nuovamente il largo.
Da generazioni infinite i contadini si piegano, ogni autunno, sulla nostra
terra nuda, per gettare il seme; e pregano per avere un buon raccolto.
Ogni anno, da secoli, Tu concedi nuovi frutti.
Manda anche noi, per quest'anno, a gettare il seme.
Rendici fiduciosi, e carichi di speranza.
Donaci il sogno di una mietitura festosa.
Perché questo ci basta per lavorare nella tua Chiesa.

Lodi, 4 luglio 2001 - festa di S. Alberto vescovo
GIACOMO CAPUZZI vescovo
Torna Su

Block Notes mese di Dicembre
2 DOMENICA Terza di Avvento.
Colturano ore 11:15 catechesi dei ragazzi.
Balbiano :
- Ore 10:00 catechesi dei ragazzi
- Ore 17:30 Adorazione eucaristica e Vespri
Lodi Mattinata di Spiritualità
4 MARTEDI'
Colturano, ore 20:45 catechesi degli adulti.
Balbiano, ore 15:40 Ora del Santo Rosario
5 MERCOLEDI' Balbiano, ore 21:00 prove del coro
7 VENERDI'
Colturano. Ore 18:00 catechesi del post-cresima e adolescenti
Balbiano. S. Comunione anziani e infermi
7 VENERDI'- 9 DOMENICA
Balbiano. Mostra - vendita del Libro, in chiesa negli orari delle celebrazioni
8 SABATO
Balbiano. Ore 21:00 Tombolone, in oratorio
9 DOMENICA Quarta di Avvento
Colturano. Ore 11:15 catechesi dei ragazzi
Balbiano. Ore 11:00 catechesi dei ragazzi, Ore 17:30 adorazione eucaristica e Vespri
Lodi. Mattinata di spiritualità per il mondo socio-politico
10 LUNEDI' Dresano. Ore 21:00 catechesi interparrocchiale per gli impegnati
11 MARTEDI'
Colturano. Ore 20:30 catechesi degli adulti
Balbiano. Ore 16:00 catechesi degli adulti e anziani
12 MERCOLEDI' Balbiano. Ore 21:00 prove del coro
13 GIOVEDI' Balbiano. Ore 20:45 S. Messa - segue l'Adorazione eucaristica
14 VENERDI' Colturano. Ore 18:00 catechesi del post - cresima e adolescenti
15 SABATO Balbiano. Ore 15:00 S. Confessione per i ragazzi dei sacramenti
16 DOMENICA Quinta di Avvento
Colturano. Ore 11:15 catechesi dei ragazzi
Balbiano: - Ore 10:00 santa Messa con il rito di presentazione dei candidati ai sacramenti della Confessione, Comunione e Cresima.
- Ore 11:00 catechesi dei ragazzi
- Ore 15:00 incontro spirituale per i genitori e i ragazzi
- Ore 17:00 Adorazione eucaristica
Zelo B.P.. Ritiro spirituale adolescenti
18 MARTEDI'
Colturano. Ore 20:30 catechesi degli adulti
Balbiano. Ore 16:00 catechesi degli adulti e anziani
19 MERCOLEDI' Balbiano. Ore 21:00 prove del coro
21 VENERDI'
Colturano. Ore 18:00 catechesi del post - cresima e adolescenti
Balbiano. Santa Comunione agli anziani e infermi
22 SABATO Balbiano. Dalle ore 15:00 alle 17:00 tempo per le Confessioni
23 DOMENICA Maternità divina della Beata Vergine Maria
Colturano. Ore 11:15 catechesi dei ragazzi
Balbiano : - Ore 11:00 catechesi dei ragazzi
- Ore 15:30 teatro natalizio e scambio di auguri tra le famiglie
Ore 17:30 - Adorazione eucaristica e Vespri
24 LUNEDI'
Colturano :
- Dalle ore 15:00 alle 19:00 tempo per le Confessioni
- Ore 21:30 Veglia
- Ore 22:00 s. Messa nella notte di Natale
Balbiano:
- Ore 11:00 prove dei chierichetti
- Dalle ore 15:00 alle 17:00 tempo per le Confessioni
- Dalle ore 20:00 alle 21:30 tempo per le Confessioni
- Ore 22:00 Veglia e s. Messa nella notte di Natale
- Ore 23:15 scambio degli auguri nel teatro con vin brulé, thè, bibite, pandoro...
25 MARTEDI' BNatale del Signore
Colturano. Ore 10:30 s. Messa
Balbiano :
- Ore 10:00 e ore 18:00 s.Messa
- Ore 17:30 Vespri
26 MERCOLEDI' Santo Stefano
Colturano. Ore 10:30 s. Messa
Balbiano. Ore 10:00 s. Messa
30 DOMENICA
Colturano. Non c'è la catechesi dei ragazzi
Balbiano. Non c'è la catechesi dei ragazzi
31 LUNEDI'
Colturano. Ore 19:00 s. Messa con "Te Deum" di ringraziamento
Balbiano :
- Ore 20:30 s. Messa con "Te Deum" di ringraziamento
- Ore 21:30 Adorazione eucaristica per la pace
- Ore 22:30 cena di capodanno in Oratorio
1 MARTEDI' Giornata mondiale di preghiera per la pace
Colturano. Ore 10:30 s. Messa
Balbiano. Ore 10:00 e ore 18:00 s. Messa
Torna Su

PENSIERI DI CASA: con Gesù, nel covo dei peccatori
Gesù ha frequentato le case dei peccatori.
Nel Vangelo è frequente questa espressione: i pubblicani e i peccatori. Questa parola nel Vangelo non esprime tanto un grado di colpevolezza o infedeltà individuale con gradazioni di coscienza che la nostra morale cristiana conosce bene; ma esprimeva una categoria sociale di persone che si ponevano al di fuori della legge e del bene popolare: in particolare vengono citati gli esattori delle tasse (che riscuotevano dagli ebrei a vantaggio dei romani) e anche le prostitute. Al di là della colpevolezza personale e interiore, c'era l'inflessibile condanna sociale, richiesta in particolare dagli scribi e farisei. La preoccupazione di questi non è quella di migliorare e salvare le persone, ma di difendersi da questa categoria come ci si difende da un contagio. I lebbrosi per esempio non erano curati, ma scacciati; erano visti solo come potenziali inquinatori. Non si era trovato altro metodo che l'emarginazione.
Nelle case dei peccatori Gesù entra.
È lui che fa il primo passo; non sta ad aspettare. Con Levi egli attacca il discorso dicendo "seguimi"; chiama Zaccheo invitandosi a pranzo. Gesù apre il dialogo. L'altro non è mio nemico, non è soltanto il nemico, ma può essere il vicino, il parente o talvolta lo stesso coniuge, è il prossimo dal quale mi difendo perché lo credo ormai solo capace di farmi del male. Gesù si accosta all'altro come a un fratello che sbaglia. Non lo allontana senza essersi avvicinato con uno stile di ascolto, di soccorso, con la disponibilità ad aiutare, sorprendendolo con la sua iniziativa.
Nelle case dei peccatori Gesù si mette a tavola.
La condivisione della mensa è un altro segnale vissuto intensamente da Gesù per manifestare il suo amore concreto e viverlo nella realtà della vita normale e quotidiana. Egli ci dà l'esempio di come il momento così consueto del mangiare può diventare un tempo utile (kairòs) per ricucire e rafforzare i rapporti familiari. Questa modalità (dialogo sereno in un momento rilassante e coinvolgente come il mangiare) può diventare una seconda caratteristica della strategia di Gesù.
Nelle case dei peccatori Gesù si mette in ascolto.
In casa di Zaccheo Gesù non inizia con i rimproveri o con le minacce, ma aspetta che la grazia compia il suo corso. Gesù lo lascia parlare per primo e solo dopo interviene. Questa fase richiede talvolta tempi per noi indecifrabili e non prevedibili. E certo però che la grazia opera nel cuore umano e presto darà i suoi frutti, di cui certamente si gioirà. Gesù nelle case dei peccatori sottolinea la gioia dei perdono.
Non è lui che perdona, ma il perdono avviene, la riconciliazione si compie: Gesù non fa che metterla in evidenza. È interessante notare che il perdono avviene dentro la casa dei peccatore, non fuori. È un perdono dato senza farlo pesare, senza punizioni e anche senza rimproveri; c'è solo la gioia per un rapporto ricreato e una vita riconciliata. Qui e anche in altre circostanze (Luca 15: il Padre misericordioso e il figlio prodigo) Gesù evidenze un altro tratto della strategia cristiana della riconciliazione: essere capaci di gioire per il perdono avvenuto. I farisei ne erano incapaci, come il figlio maggiore della parabola. Quale differenza tra il Padre che non sta più nella pelle dalla gioia del figlio ritrovato, come la donna che ritrova la moneta preziosa o il pastore che ritrova la pecora smarrita ("C'è più gioia in cielo per un peccatore che si converte che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione"). Che differenza invece con il figlio maggiore incapace di perdonare e di gioire, che si lascia vincere dai sentimenti di rabbia, vendetta, punizione. Chissà (la parabola non lo afferma e non lo nega) se poi quel figlio bravo è entrato dentro la casa paterna o per disgrazia proprio lui (il figlio bravo!) non sia rimasto fuori... fuori del Regno, fuori del Paradiso!
Torna Su

E dopo la cresima? di don Maurizio
Un fatto è incontestabile: dopo la cresima c'è l'abbandono della pratica religiosa. Perché? C'è chi afferma che tutto dipenda dalla metodologia pastorale (onnipotenza); c'è chi afferma che tutto dipenda dalla famiglia ( deresponsabilizzazione).
Andiamo più in profondità. Mentre noi osserviamo i giovani, in realtà noi guardiamo la società. Se la società in cui i ragazzi vivono è caratterizzata da modi e intensità assai diverse di vivere la fede e l'appartenenza cristiana e di conseguenza la pratica, non possono stupirci le risposte giovanili. Infatti la riduzione della partecipazione alle pratiche religiose da parte degli adolescenti parte dalla loro constatazione che anche gli adulti hanno modalità variegate di intendere l'essere credenti e dalla diminuita pressione dal mondo adulto e dalla aumentata pressione espressa dal mondo dei pari. E poi ciò che la religione propone sembra essere troppo lontana dalle spinte vitali della giovinezza. L'esperienza religiosa di conseguenza si privatizza. Se però si riesce a prolungare una qualche esperienza associativa, questo influenzerà in modo più netto la possibilità che il rapporto con l'esperienza religiosa permanga. Altrimenti l'abbandono sarà più profondo. Pare altresì che una adeguata riappropriazione dell' esperienza religiosa possa avere bisogno di una fase di distacco critico, per evitare le nebbie del tutto già noto.
Ci domandiamo ora, per essere più precisi: quali sono le costanti del pianeta giovani? È già stato detto che i giovani rappresentano lo specchio della società, con i suoi problemi irrisolti. Certo, non è possibile ridurre i giovani ad una parola semplice: esistono tipi diversi di giovani ed esistono varie tensioni dentro ciascun giovane. Proviamo lo stesso a descrivere i giovani.
Sono incerti, nel senso che sanno che oggi vivere significa fare i conti con uno stato di incertezza totale.
Sono esploratori, cioè progettano la vita in modo induttivo, partendo dalle sperimentazioni più che da progettazioni deliberate.
Sono orientati al presente, hanno cioè una scarsa propensione ad immaginare la propria vita da adulti.
Sono tendenti alla autorealizzazione, cioè alla realizzazione di sé stessi secondo modalità che solo il soggetto, nella sua autonomia, può decidere e valutare. Con il rischio di appiattirsi sullo star bene, il sentirsi bene e su scelte che escludono la definitività.
Vivono anche una appartenenza personalizzata.
Sono negoziatori, nel senso che tendono a contrattare le condizioni di vita, i vincoli posti e le richieste avanzate dagli adulti. Riassumendo, si può dire che è il soggetto che svolge il ruolo centrale e il suo punto di vista è quello decisivo. Questo vale per il giovane come vale per la società.
Come intervenire?
Anzitutto amando i giovani. Come possiamo dire le parole d'amore di Dio a chi non amiamo perdutamente? Non capirebbero! Lo stesso agire di Dio ci fa da maestro: egli non chiede di cambiare per amarci, non fa con la nostra vita dei ricatti.
Poi è necessaria una tensione missionaria. Nel vangelo si legge la parabola del padre che, avendo preparato un pranzo per il matrimonio del figlio, manda il servo per le strade e lungo le siepi, invitando tutti i poveri ad entrare ( infatti i primi invitati avevano accampato scuse per non venire). Dio ha bisogno di noi per andare tra le siepi e invitare tutti, e dire loro che Dio li vuole parte della sua famiglia.
Questo permetterà di costruire comunicazioni e relazioni sensate. Un messaggio , infatti, deve essere una notizia condivisa. E perché questo sia possibile bisogna che prima ci sia in comune un codice simbolico. E oggi non si può più presumere che ci sia un codice religioso condiviso. Se la notizia è condivisa significa che non può essere a senso unico, dall'alto al basso, ma fondata sulla reciprocità degli influssi: l'autorevolezza sta nella reciprocità della stima e fiducia. Infine non è possibile comunicare in modo condiviso senza toccare la dimensione interpersonale, affettiva. Infatti, cattive relazioni interpersonali e cattivi rapporti funzionali creano resistenza a messaggi in s é validi e corretti. La relazione costa fatica, perché implica contatto, scambio, cooperazione, fatica, attesa, ascolto. Rinunciarvi però apre la strada al fallimento.
In conclusione (che è però un punto di partenza!). Capiamo che non si tratta di risolvere qualche problema o di fare iniziative "nuove". Si tratta di ripensare il presente e di progettare il nuovo in maniera adeguata.
Significa ripartire da Cristo, dall'Eucaristia: amore incondizionato e diffuso.
Torna Su

La Parrocchia San Giacomo Maggiore organizza il DICEMBRE A BALBIANO
7/9 MOSTRA-VENDITA di libri regalo - in chiesa parrocchiale, orario: dopo le celebrazioni
8 TOMBOLONE dell'Immacolata - in oratorio, orario: 20:45, costo: una cartella L. 2.500, salatini, frutta secca, dolci, vino e bibite per tutti
23 RECITA NATALIZIA dei ragazzi - in teatro, orario: 15:30, costo: offerta libera scambio degli auguri e dei regali tra i bambini presenti
24 VEGLIA E MESSA nella notte di Natale - in chiesa parrocc.le, orario: 22:00
24 AUGURI a tutti - in teatro, orario: 23:00 con vin brulé, thè caldo, pandoro e spumante
31 ULTIMO dell'anno :
- 20:30 s. Messa e "Te Deum" di ringraziamento, in chiesa
- 21:30 adorazione eucaristica per la pace, in chiesa
- 22:30 cenone di capodanno,in oratorio
brindisi augurale a mezzanotte e giochi fino alla 1:30
costo: L. 40.000 a persona (con almeno 3 persone L. 30.000)
iscrizioni: in Parrocchia entro Domenica 16 dicembre
I soldi raccolti, tolte le spese, andranno per la raccolta di materiale scolastico e giocattoli a favore di una scuola del Burundi, seguita da don Faustino (che è stato l'anno scorso da noi).
Torna Su

Intenzioni sante Messe 2002
Secondo l'uso approvato dalla Chiesa, è lecito ad ogni sacerdote che celebra la Messa, ricevere l'offerta data affinché applichi la Messa secondo una determinata intenzione. È vivamente raccomandato ai sacerdoti di celebrare la Messa per le intenzioni dei fedeli, soprattutto dei più poveri, anche senza ricevere alcuna offerta. I fedeli che danno l'offerta perché la Messa venga celebrata secondo la loro intenzione, contribuiscono al bene della Chiesa, e mediante tale offerta partecipano della sua sollecitudine per i sostentamento dei ministri e delle opere. Dall'offerta delle Messe deve essere assolutamente tenuta lontana anche l'apparenza di contrattazione o di commercio. Devono essere applicate Messe distinte secondo le indicazioni di coloro per i quali singolarmente l'offerta, anche se esigua, è stata data e accettata.
Il nostro vescovo Giacomo ha stabilito che per le s. Messe da celebrare a partire dal 1° gennaio 2002 l'offerta massima che i fedeli sono tenuti a dare è di 10,00 euro (L. 19.363). Da anni viene anche chiesto liberamente ai parrocchiani di Balbiano un aiuto alla parrocchia che viene ora fissato in 2, 50 euro (L. 4.841). Totale 12,50 euro (L. 24.204).
Torna Su

E così viene Natale di Carlo Vitali
"E così viene Natale, anche 'sta volta" Faceva così una canzone che girava nelle radio un tre o quattro anni fa (se non sbaglio di Maurizio Vandelli, o forse no, ma comunque non credo che sia particolarmente importante).
Lo spunto canoro ci serve in questo contesto per tentare di affrontare un po ' l'argomento natalizio che con estrema puntualità si affaccia sulla nostra vita di tutti i giorni una volta all'anno. Come giustamente diceva la canzone , anche questa volta è arrivato e molti lo aspettano con ansia.
Lo aspettano sicuramente in trepida attesa i bambini che ripongono in questa ricorrenza tutti i desideri che si accumulano nel corso dell'anno per quanto riguarda i regali che qualche fantomatico personaggio dovrebbe consegnare nella notte del 24 dicembre.
Lo aspettano con altrettanta trepidante attesa mamme e papà che in occasione di questi festeggiamenti riescono a staccare un po' dagli impegni lavorativi che nel corso dell'anno occupano la stragrande maggioranza del tempo così da poter dedicare dei momenti preziosi alle famiglie a volte troppo trascurate. Una festa quindi molto attesa e forse una tra le più sentite un po' per la carica umana che trasmette l'incontro con i propri affetti e la maggiore vicinanza tra la gente, e un po' per gli aspetti commerciali che si porta con sé in ragione della bellissima tradizione di farsi dei regali.
Ritengo infatti che questa consuetudine sia veramente bella. Fare un regalo significa avere delle persone alle quali si vuole veramente bene e alle quale si vuole manifestare con un proprio pensiero questo sentimento. Dall'altro canto riceverlo apre il cuore e ci lascia riflettere circa l'attenzione e l' importanza che rivestiamo nei pensieri di chi ci ha donato qualche cosa. Sono , secondo me, entrambe sensazioni molto belle.
Purtroppo a volte questi sinceri e bellissimi sentimenti, che animano la ricerca di un regalo come momento di incontro tra persone che si vogliono bene, vengono a volte soppiantati dall'obbligo, dall'esagerazione, dall' inutilità e dalla sovrabbondanza causando quella avida e ingiustificata ricerca di "qualcosa da regalare".
Veniamo infatti un po' stregati dalle luci delle città, dalle vetrine, da questa o quella cosa che vorremmo fosse nostra.
Questi comportamenti ci allontanano un po' da una dimensione che è universalmente riconosciuta al Natale ovvero quella di momento nel quale è maggiore l'attenzione agli altri.
Giornalmente si assiste a testimonianze di persone in difficoltà. Fare esempi risulterebbe un po' ridondante e superfluo. Basta unicamente prestare un po' di attenzione a quanto ci circonda e si incontrerebbero decine di occasioni per accorgersi di quanti soffrono.
L'invito allora è di lasciarsi catturare dalla voglia di ascoltare il mondo che ci circonda, di farci interrogare, in questo momento di gioia, su chi potrebbe beneficiare di un nostro piccolo contributo. Concretamente si potrebbe magari rinunciare ad uno dei 3 regali che ci siamo ripromessi di farci per destinare quella piccola somma a qualcuno che ha ne maggiore bisogno.
Basterebbe quindi un piccolo gesto.
Un piccolo gesto per ritrovare sobrietà nel nostro stile di vita così da uscire dalla spirale che ci conduce quotidianamente ad un sempre maggiore livello di richieste personali da soddisfare.
Un piccolo gesto per aiutare quanti hanno "effettivo" bisogno di un nostro contributo.
Un piccolo gesto per guadagnare nel dono un immenso momento di gioia. Un piccolo gesto non per mettersi la coscienza a posto ma per essere consapevoli delle nostre responsabilità di persone maggiormente fortunate di altre.
Un piccolo gesto per fare di un "Natale che viene anche 'sta volta" un Natale speciale.
Un sereno augurio e a presto.
Torna Su

NATALE IN CROCE BIANCA di Federica Parapini
Arriva il Natale! Arriva per tutti: per chi vive nella gioia, ma anche per chi soffre.
Noi volontari della Croce Bianca prestiamo servizio tutto l'anno. Non ci dimentichiamo delle persone che soffrono.
Non mi è ancora capitato di soccorrere delle persone proprio il giorno di Natale, ma penso proprio che sia una cosa straordinaria. E' una grande emozione per noi volontari poter salvare la vita di una persona, perché la vita è preziosa. Come amiamo la nostra vita, così dobbiamo amare quella degli altri.
Non abbiamo nulla da donare, ma vogliamo svolgere il nostro compito nel migliore dei modi. Basta una parola per dare conforto o un sorriso e si viene ricambiati con una parola, che a mio parere è molto importante e ti dà la forza di continuare il tuo impegno: "GRAZIE". E allora si offre questo servizio con più generosità.
Spero di poter trasmettere la gioia a coloro che soffrono e che hanno bisogno di ricevere qualche parola di affetto.
Auguro un felice Natale a tutti!
Torna Su

SANTA CLAUS RESPINGE AL MITTENTE
C'è una casetta, al Polo Nord, che ogni anno si ritrova con la cassetta postale piena di buste di ogni forma e colore, arrivano da tutto il mondo, anche dall'angolino più sperduto. Del resto perché stupirsi? Dovunque, i bambini hanno qualcosa da chiedere a Babbo Natale. Eh sì, l'indirizzo a cui arrivano così tante missive è proprio quello di Santa Claus: in Alaska, nel periodo natalizio, un apposito ufficio postale si occupa di smistare la corrispondenza e di rispondere a tutti, nessuno escluso. Non bisogna illudersi che ogni desiderio venga esaudito ma, di sicuro, ciascuno potrà conservare nel cassetto quella letterina inviata a nome di Babbo Natale con tanto di timbro postale: "North Pole, Usa".
Quest'anno tutto è cambiato: le buste restano chiuse, i sacchi postali si accumulano in montagne sempre più alte e l'ufficio corre il serio rischio di venire smantellato. Chiuso. Gli impiegati hanno paura di trovarsi tra le mani il batterio dell'antrace che in queste settimane ha già fatto diverse vittime negli Stati Uniti. Probabilmente i terroristi non avevano previsto questo sviluppo ma non c'è da aspettarsi che rimorda loro la coscienza: non tengono in nessun conto la vita umana, figuriamoci i sogni dei bambini.
Dopo le cattive notizie ce n'è anche una buona: Santa Claus ha uffici di corrispondenza in tutto il mondo a cui si può ancora scrivere, anche da noi, in Italia. Basta indicare sulla busta "Per Babbo Natale": i postini sanno dove trovarlo. Ma dov'è non lo dicono a nessuno...
Torna Su

Balbiano VISITA ALLE FAMIGLIE IN OCCASIONE DELL'AVVENTO E DEL NATALE
Seguendo la tradizione ambrosiana, a partire da metà novembre il parroco di Balbiano inizierà la visita alle famiglie della Parrocchia.
A cosa serve?
Anzitutto per una conoscenza reciproca sempre più profonda.
Poi per annunciare il vangelo dell'Incarnazione e della salvezza.
Infine per invocare la benedizione del Signore sulla famiglia.
Questa visita del sacerdote ai fratelli la mettiamo sotto la potente intercessione di Maria Santissima, perché soprattutto rafforzi il sentirsi tutti membra della stessa comunità cristiana.

Torna Su

inizio pagina
Web Page Powered by Alessandro Crivellaro 
via Papa Giovanni XXIII, 7/A 
20060 Colturano (MI)
Tel. 0298270446
Email:alexcr@telemail.it