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La Storia | ![]() |
Fin dall’antichità era noto il grande valore terapeutico del
sangue, considerato “linfa vitale” e numerosi furono i tentativi di somministrarlo
o addirittura di trasfonderlo per il trattamento di parecchie malattie
o a scopo di ringiovanimento. Ma, se i tentativi empirici degli antichi
Egiziani, Greci e Romani erano destinati a fallire, non migliore esito
ebbero, anche in epoca moderna, le sperimentazioni fatte su basi scientifiche,
dopo la scoperta della circolazione del sangue avvenuta nel 1628.
La pratica della trasfusione dei sangue, effettuata con una certa sicurezza ha avuto inizio solo nei primi decenni di questo secolo XX, cioè dopo la fondamentale scoperta dei gruppi sanguigni A, B, O, fatta dal medico viennese Karl Landsteiner nel 1900 e dopo il reperimento di tecniche idonee a mantenere il sangue incoagulabile. Tuttavia le trasfusioni venivano effettuate solo in pochi ospedali e da pochi medici e, ogni volta, si doveva affannosamente ricercare il donatore. Si comprese che era indispensabile poter avere sempre a disposizione il sangue preventivamente tipizzato, offerto da soggetti sani e controllati dal punto di vista medico. L’Italia, nel campo della donazione di sangue volontaria, gratuita e anonima è stata all’avanguardia: la prima fra tutte le nazioni del mondo. E’ infatti merito del dott. Vittorio Formentano, in servizio presso l’Istituto Ematologico Milanese, aver riunito un gruppo di volontari disposti a offrire il loro sangue quando ce ne fosse bisogno, sottostando a tutte le norme necessarie per una proficua attuazione di tale pratica. E il 15 maggio 1927, con ancora scarse conoscenze scientifiche, fra un’indifferenza diffusa, nacque in Milano l’Associazione dei Volontari Donatori di Sangue, volontari pronti a rispondere ad ogni SOS che invoca soccorso col proprio SOS - Sempre Ovunque Subito. Il piccolo gruppo di fondatori dell’Associazione (17 Milanesi) a poco a poco aumentò; si formarono gruppi di Donatori del Sangue in tutte le città d’Italia, mentre anche all’estero si guardava con sempre crescente interesse all’organizzazione milanese. Altre 50 nazioni infatti, con il patrocinio e la collaborazione del dott. Formentano, costituirono le Associazioni di Donatori di sangue che poi nel 1955 si raccolsero nella FIODS Fédération Internationale des Organisations de Donneurs de Sang. La terapia della trasfusione di sangue si diffuse in tutti gli ospedali pubblici e privati, mentre si moltiplicavano le ricerche scientifiche e tecniche per rendere più sicura ed efficace tale pratica: al pericolo di incompatibilità fra il sangue del donatore e quello del ricevente fu ovviato con l’individuazione di altri fattori eventualmente presenti nel sangue umano, oltre ai gruppi A, B, O, già noti: il fattore RH scoperto nel 1940, poi il fattore K e molti altri; oggi se ne conoscono alcune centinaia che permettono una tipizzazione sempre più specifica al fine di una completa compatibilità fra tessuti e organi di individui diversi. Alla ricerca scientifica e al progresso tecnico contribuì in modo notevole l’Avis. Ne è prova il brillante successo del I° Congresso Internazionale sulla Trasfusione del sangue, organizzato dal dott. Formentano e che si tenne a Roma nel 1935. Ad esso parteciparono, in rappresentanza di 20 nazioni (Argentina, Austria, Belgio, Cecoslovacchia, Danimarca, Egitto, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Iugoslavia, Lettonia, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Spagna, Stati Uniti d’America, Svizzera, Ungheria, URSS) 91 congressisti fra i più famosi studiosi del tempo, che presentarono relazioni e comunicazioni che diedero un notevolissimo impulso agli studi connessi con il problema della trasfusione del sangue. In Italia le prime direttive sanitarie in materia trasfusionale furono impartite con la L. 592 del 14 luglio 1967 e i regolamenti annessi, alla elaborazione dei quali 1’Avis partecipò attivamente con i suoi rappresentanti ufficiali. Le più recenti sono la famosa legge 107/90 sui sangue umano, il D.P.R. 7.4.94 “Piano Sangue Nazionale 1994-1996”; il “Terzo Piano Sangue e Plasma della Regione Lombardia del 6.4.95” e le “Direttive sul Buon Uso del Sangue”. La Comunità Europea, nel rispetto del principio etico fondamentale della inalienabilità e non commerciabilità del corpo umano e delle sue parti, sostiene interamente gli sforzi del Consiglio d’ Europa per promuovere la donazione volontaria non retribuita di sangue e plasma, al fine di raggiungere l’autosufficienza, all’interno della Comunità, nell’approvigionamento dei prodotti sanguigni, “obiettivo raggiungibile se verranno attuate misure al fine di un aumento del numero donatori/donazioni di sangue intero o plasma” (rapporto Van Aken: “Plasma products and European self-sufficiency” del Consiglio d’Europa dei 14.9.93). Si può quindi capire quanto sia grave ed assillante il compito che grava sugli Enti preposti alla raccolta di questo elemento prezioso e insostituibile, per far sì che sia sufficiente. L’Avis, anche nella recente 59 Assemblea Nazionale, riunitasi a Sassari nel giugno 1995, nel primario interesse degli ammalati, ha ribadito la volontà di raggiungere nel più breve tempo possibile l’autosufficienza di sangue, emocomponenti ed emoderivati, con la donazione volontaria, periodica, controllata e responsabile. |
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