Con l’avvento della Repubblica Cisalpina,
ogni municipalità voIle avere un suo bollo, e così Melegnano,
ch’ebbe pure un suo particolare ufficio di distribuzione. Nel 1798,
versando una cauzione di 300 fiorini, pari a 780 lire austriache, Agostino
Messa venne nominato Commesso di lettere con uno stipendio mensile di 150
lire. Egli assunse poi, a 50 lire mensili, Gaspare Busné,
come pedone o portalettere. Cosi a fianco del Mastro di Posta, che
curava l’inoltro della corrispondenza, sorse un vero e proprio ufficio
postale per la distribuzione, dotato di un suo timbro annullatore. Ritornati
gli Austriaci in Lombardia nel 1814, Il servizio postale venne ristrutturato
in tutto il nuovo Regno Lombardo-Veneto. Esclusi pochi casi, gli uffici
postali furono dati in appalto, con un guadagno sulle lettere distribuite,
pari al 60% per portalettere ed al 10% per porta diligenze. Venne
cosi a cessare il rapporto diretto tra l’amministrazione statale e gli
ufficiali postali, che però, per essere tali, dovevano sottostare
a norme rigidissime. Un mutamento definitivo avvenne nel 1850, anno
che coincide con l’emissione dei francobolli in tutto il Regno, quando
gli ufficiali postali furono definitivamente riconosciuti come pubblici
impiegati, con un regolare stipendio e l’inquadramento nell’organico statale.
A quella data venne corrisposta all’ufficio di Melegnano uno stipendio
mensile di lire 67 e 37 soldi. Nel 1842, ormai ottantaduenne, Gaspare
Busnè morì ed il suo posto venne rilevato dal figlio Stefano,
titolare di una farmacia, come del resto lo fu anche il padre. Per
avere poi l’autorizzazione a dirigere l’ufficio postale, il Busné
dovette prestare il giuramento di fedeltà all’Imperatore e versare
una cauzione di 7.000 lire. Nel 1845 assunse come aiutante un giovane liceale,
tale Francesco Gioia. Tre anni dopo, nella fatale giornata del 23 Marzo
1848, gli Austriaci, in ritirata, misero a ferro e fuoco Melegnano, rea
d’aver loro opposto resistenza. In quell’occasione fu devastato anche l’ufficio
postale, con l’asportazione di tutti i suoi arredi. Di questo fatto se
ne fa menzione in una lettera inviata all’Ufficio Centrale della Posta
di Milano, in cui, dopo aver narrato I fatti ed enumerati i danni, si rileva
che l’ufficio di Melegnano è sprovvisto di bollo annullatore, poiché
rubato dagli Austriaci, e se ne chiede uno nuovo, onde poter annullare
la corrispondenza; annullo che arrivò a Melegnano il 14 Aprile 1848.
Queste, in sintesi, le note storiche dell’Ufficio
Postale di Melegnano, che, dopo il 1859, entrò a far parte dell’organizzazione
postale sarda e quindi italiana, condividendone sino ad oggi la vita. |