| Il corso del Lambro | ||||
| Il Lambro dalla sorgente alla foce negli annulli e cartoline |
Il fiume Lambro si è formato in epoche assai recenti della storia
geologica della nostra pianura. Infatti il suo corso si è individuato
solo dopo la fusione dei grandi ghiacciai würmiani, che scendendo
dalle valli alpine sboccano in pianura, depositando proprio ai piedi delle
Prealpi apparati morenici e disseminando coltri di materiali alluvionali
attraverso una miriade di scaricatori.
Il Lambro nasce a quasi mille metri di altitudine, alle pendici del Tivano (Piano Rancio) ed è una breve ma poetica iscrizione scolpita nella roccia, ma ormai consunta, ad indicarci il luogo esatto. È una piccola sorgente che viene alla superficie grazie ad un caratteristico fenomeno dovuto alla struttura interna della roccia che, riproducendo le condizioni idrostatiche del sifone, ne fa una fonte intermittente tale da giustificare l’appellativo di Menaresta.
Quella che convenzionalmente è assunta come sorgente del fiume Lambro sgorga da un banco di rocce stratificate immediatamente al di sotto del Piano Rancio nel comune di Magreglio. Del resto non vi possono essere dubbi, perché, subito al di sopra della spaccatura che genera il flusso d’acqua, è stata posta una targa con l’iscrizione: “SORGENTE MENARESTA” QUI NASCE IL LAMBRO KM 130 FINO AL PO La sorgente del Lambro e il suo percorso in mezzo ai castagneti. Il Lambro percorre la valle nativa, scorrendo in forma di torrente fino a Erba. Il fiume Lambro non è l’illustre sconosciuto scoperto e studiato soltanto dalle nostre generazioni, perché già anticamente se ne parlava e frequentemente.
Lo studioso di storia naturale Plinio il Vecchio, morto nell’anno 79 dopo
Cristo, già lo conosceva chiaramente e lo definisce «il figlio
delle Alpi»; ed il vescovo poeta francese Sidonio Apollinare, del
quinto secolo dopo Cristo, deve essere stato impressionato dalla vegetazione,
quando in una delle sue lettere descrive il Lambro «ulvosum»,
vale a dire «pieno di erbe palustri», alludendo forse anche
alle paludi che qua e là fiancheggiano il fiume. |
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