 |
Il nome fu semplicemente
Verano fino al Decreto n. 190 del 29 gennaio 1928, quando fu aggiunto il
distintivo “Brianza” per distinguerlo da altri omonimi. La strada romana
che correva tra il Séveso e il Lambro e portava da Milano a Como
passava per Verano, nel tratto fra Carate Brianza e Cantù. Un’epigrafe
latina, per lungo tempo conservata presso la Villa Trotti-Masserani, parla
di un “Veracilianus aruspex”, sacerdote del culto mitriaco. Il “castrum
Verianum” appartenne alla Pieve di Agliate “citra Lambrum”, al di qua del
Lambro. |
Risale al 1946 la nuova
parrocchiale, che si fregia del titolo di Basilica, dedicata ai SS. Nazaro
e Celso.
Sorge poco lontano dalla vecchia e rispetto
a questa si trova in posizione più elevata, tanto da dominare tutto
il territorio circostante.
Carlo Amoretti nel suo “Viaggio da Milano
ai tre laghi” (1794), opera non ignota a Stendhal, ebbe a dire: “A Verano,
che sta sopra ad Agliate, in riva al Lambro, vassi a vedere la Villa Trotti,
ove cento cose, che non sembrano fatte per istare insieme, son raunate.
Ivi ognuno possa di che occuparsi, ed anche l’antiquario e l’amante di
belle arti vi vedrà cose importanti”. |
 |
|