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Computers Il Lambro dalla sorgente alla foce negli annulli e cartoline
  SANT'ANGELO LODIGIANO
ad opera di Riccardo Vigo copyright 2001
Altitudine m 73, superficie kmq 20,05.
Comuni limitrofi: Borgo San Giovanni, Pieve Fissiraga, Villanova del Sillaro, Graffignana, Miradolo Terme, Inverno e Monteleone, Villanterio, Marudo, Castiraga Vidardo.


La prima citazione di Sant’Angelo è contenuta nell’inventario dei beni del monastero di S. Cristina de Olona, alla fine del secolo X, quindi in un atto del 1188. Alcuni reperti (tombe, anfore, monete) affiorate dal terreno hanno del resto fornito agli studiosi ampia documentazione di insediamenti romani lungo le rive del Lambro, un fiume che ebbe, fino alla fondazione della nuova Lodi, importanza forse maggiore dell’Adda stesso, perché il suo corso meno impetuoso rappresentava una via di collegamento più sicura tra Milano e il Po. 
 
 
 

Il nucleo abitato si costituì alla confluenza fra il Lambro settentrionale, detto anche “vivo”, ed il Lambro “morto”, ovvero un ramo meridionale proveniente dalle estese paludi formate dall’Olona. I secoli ed i metodici interventi dell’uomo ne hanno modificato il corso, ma i Lambri sono rimasti due. 
Durante i secoli XV e XVI Sant’Angelo dipese, quanto a statuti ed ordinamenti, da Pavia anziché da Milano. La presenza più insigne documentata in quest’epoca è quella di Leonardo da Vinci, che fu ospitato probabilmente più di una volta nel castello e che qui elaborò alcuni suoi progetti per rendere completamente navigabile l’Adda e per scavare un canale di collegamento fra il lago di Lecco e il Lambro. 
 
 

Il castello, teatro di tante vicende, oltre ad essere la gemma di Sant’Angelo, è una delle rocche meglio conservate della Lombardia. Sulle rive del Lambro si trova la chiesa del Lazzaretto, con un’originale facciata barocca affiancata da due loggiatini laterali e da un campanile

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