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Computers Casaletto Lodigiano
le compravendite di un tempo
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Negli anni tra il 1492 e 1493, Ludovico il Moro, riforma gli statuti cittadini, rendendoli meno democratici, ed affiancando al podestà un commissario, con ampi poteri sul territorio.  Nel settembre del 1494, passa per il lodigiano Carlo VIII°, con il suo esercito, lasciando dietro di se una carestia che si protrasse per almeno un anno. In questo periodo, il vescovo Pallavicino, si fa carico della spesa per l'acquisto di grano da distribuire alla popolazione a prezzo ridotto.  Le truppe del re Luigi XII°, nel 1499, invadono il ducato e nel settembre prendono Lodi. Inizia, dopo questa data e per più di trent'anni, l'avvicendarsi di occupazioni, francesi, svizzere, spagnole e veneziane, con le conseguenti imposizioni di taglie, devastazioni ed epidemie.  Le fondamenta della torre detta Borromea, pare siano del XV secolo, ultimo resto dell'antica rocca, o posto di guardia, posta in posizione strategica, sulla prima altura dopo il ponte di Salerano ed al confine con il territorio pavese e milanese. Il lato ovest è ancora segnato sulle mappe del catasto Teresiano. Una terribile epidemia di peste, conseguenza delle continue invasioni, nel 1529, aveva lasciato le campagne lodigiane, senza braccia, fu così necessario assoldare dei contadini forestieri.  Probabilmente di quest'epoca è il lato sud del granaio, detto anche convento, perché erano i monaci che curavano i malati e quindi vi dimoravano, sito nella piazza di Casaletto, sul quale si possono vedere tre monofore murate, ultimi resti dell'antico lazzaretto. Anche un muro della cascina Sudati del Guado, presenta due monofore murate e la tradizione, vuole che siano i resti di un lazzaretto, come le cascine S.Rocco di Mairano e Lazzaretto della Foppa, erano, originariamente adibite a quest'uso.  Dall'"Instrumentum Venditionis" dell'8 luglio 1533, redatto a Sant'Angelo Lodigiano in castro, Alessandro Attendolo Bolognini, conte, fu Galeazzo, abitante nel castello di Sant'Angelo, vende ad Ambrogio de Pandino, fu Antonello, abitante a Sant'Angelo, un appezzamento di terra di pertiche 14, sito nel borgo di San Rocco  in località "il prato del Zerbono", al prezzo di lire 10 la pertica.  Secondo i volontari del Progetto Archidata,  si tratta della cascina di Mairano.  Il Bascapè, nella sua storia di Sant'Angelo Lodigiano, dice della chiesa santangiolina di San Rocco : "Una pergamena del 1511 nell'Archivio Parrocchiale ricorda l'erezione di un monastero di clausura dedicato a Sant'Agostino, di suore Benedettine. Un secolo dopo fu soppresso ...  Annessa al convento era la chiesa, tutt'ora sussistente, di San Rocco, che costituiva il secondo edificio sacro della borgata, di là del Lambro. La confraternita di San Rocco, era sorta per voto durante le pestilenze.".  Nel settembre del 1533, i francesi occupano Lodi, mettendo al sacco tutto il contado lodigiano.  Un acquisto di terreni, case, giardino, stalla e chiappello, del 6 settembre 1539, ci dà alcuni nomi particolari di campi : Campazzo del Frà Bojento, Campo del Bosco del Frà Bojento, Valle di Galladro, Campagna del Bosco di Misè ed altri più abituali : Brusadella Vigna, Campo delle Caselle o di Stef.  Bajo, Porchione o Ponchione e Prevedina o Prenedina.  In un altro acquisto del 28 settembre 1540 è menzionata la Novella della Moncucca, cinque anni dopo ed esattamente il 2 settembre un Cadamosti la riacquista.  Sempre in questi anni vengono menzionati i campi Vignazza e Campo delle Caselle, su atti di acquisto forse dei Cadamosto.  Per valutare l'entità di un affitto il 2 aprile 1551, vengono misurati dei terreni, alcuni nomi già citati nei documenti precedenti, altri sono : Novella, Vignazza, Campo del Ronco, Brusadella, Campo del Bosco, Campazzo e Bojto.  Il Sig. Vitali il 6 dicembre 1560, cambia con Cademosti, 5 pertiche della Novella Moncucca, con 4 pertiche del campo dei Porchioni e forma il Pianone Santino.  Il carmelitano Frà Ottavio Castelli, vice curato dal 1581 al 1586, della parrocchia di San Giorgio,  è il primo  parroco di cui si ha memoria nell'archivio parrocchiale, ed uno dei primi maestri lodigiani, insegnava , infatti, oltre al verbo di Dio, anche la grammatica.  Proprio nel 1581, il vescovo di Lodi, Monsignor Ludovico Taverna, impegnato nella visita pastorale della diocesi  lodigiana, arriva "... ad loci Casaleti ...", per visitare "... Ecclesia Sancti Georgij ...", redigendo un "verbale" di descrizione (quasi illeggibile), dal quale possiamo "intuire" le misure esterne, che sono: di longitudine 20 braccia (lodigiane), (12 metri di lunghezza), 12 braccia di latitudine, (7,2 metri di larghezza), 12 braccia d'altitudine, (7,2 metri d'altezza) e "... con campanile alto con sola campana ... ".  Nello stesso, è annotato il numero delle anime nella parrocchia, che  erano 228.  I signori Vitali Mapelli Masnago, il 19 febbraio 1587, acquistano i terreni chiamati: Campo Mairano, Calvenzana e Vigna Bianca. Mentre il 21 maggio 1595, il "Conte di Casaletto", acquista un  "sito di strada ara aggreg.a a Porchioni circa".
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