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Mairano
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Da un documento del 812 "prado de Maioriano", secondo l'Olivieri, è un supposto Maiorianus,dal nome proprio Maiorius (pare anche nome di una tribù). Oppure dal nome proprio Mario, più il suffisso aggettivale, che indica appartenenza “-anus”. Attualmente, conosco altri tre Mairano, tutti in Lombardia. "uitur tellus, heroica littera quam nunc Inuerta indigiat Mairanum, Silicet illa Fundatorem habuit marianae partis amicum". Che tradotto significa: "Segue un paese, che ora l'inversione epica di una lettera chiama Mairano. Esso, cioè, ebbe come fondatore un partigiano della fazione di Mario." "Di Mario un partigian le fondamenta Del borgo pose, cui con voce inversa Ora la gente Mairano appella".
(G. Gabiano – LAUDIADE – Centro Bassaneum - Lodi 1994 –  Libro I pag. 98 riga da 84 a 86)
Mairano nei documenti
1260 Bongiovanni Fissiraga, concede a Martino Brodae le “...novalia de Villa Rubea et Mairano...” cioè i nuovi raccolti, pagando due libbre di cera nella festa di Pasqua.
1282 Bongiovanni Fissiraga concede al cittadino laudense Alberto Lingotio le novalia di Villarossa e Mairano, pagando una libbra di cera il giorno di Natale.
1402 investitura feudale della Mensa Vescovile sui paesi di: San Zenone, Gazzera, Quartiano, Virolo, Casolta, Bascapè, Villarossa e Mairano, a favore di Jacopo Dardanoni, con diritto sulle decime.
II metà del ‘400, i contadini di Mairano, Villarossa e “Casareto” chiedono alle autorità di essere dispensati dal pagamento della tassa sui cavalli e quella del sale perchè domenica 11 maggio, si è abbattuta sui loro terreni “...Un’orrida e inaudita tempesta la quale ha distrutto...ogni cossa havevano in campagana...”.
1470 o 1475 l’arciprete don Pedro, in un elenco di beni, risulta essere possessore di una rendita a Mairano.
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