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il rilievo dell'agglomerato urbano
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Il rilievo dell'agglomerato urbano
L'agglomerato del Borgo melegnanese , verso la meta' del Settecento, era quasi esclusivamente contenuto all'interno del perimetro difensivo; questi era coerenziato a nord dalla Spazzola e la Stradella per San Francesco ad ovest dalla Strada del Molino Rotto a sud dal Castello ed a est dal Fiume Lambro ; Gli accessi alla cittadella avvenivano esclusivamente attraverso i tre punti nevralgici delimitati dalla Porta di Milano , Il Portone di San Rocco  e Il Ponte sul Lambro. I fabbricati pero' continuavano in modo discontinuo anche oltre il nucleo centrale lungo le tre strade principali di accesso. Fuori dal perimetro difensivo vi erano, quindi, alcuni sobborghi e borghetti a tutti gli effetti ritenuti parte integrante di Melegnano. Le strade erano strette tracciate irregolarmente e sinuose , grossolanamente selciate per la maggior parte, con marciapiedi in cotto  lungo le case: le vie principali avevano nel mezzo due guide di granito. Le vie ebbero un nome e le case un numero civico solo nel 1786: prima si definivano dalla vicinanza degli edifici piu' importanti, per lo piu' dalle chiese.
L'illuminazione notturna delle strade si inauguro' nel 1784 : prima solo qualche palazzo aveva una coppia di lampioni al portale e ai crocicchi le lampade votive delle immagini sacre.
Le case del popolo erano multipiano di due o tre livelli, le case da nobile erano ubicate negli slarghi e vie piu' prestigiose contraddistinte dal portale carraio, difeso spesso da paracarri. Ad ogni passo una chiesa, una cappella, un oratorio una confraternita: innumerevoli anche le immagini votive, in edicolette alle pareti degli edifici, agli angoli delle strade . All'epoca del Censimento Generale erano altresi presenti in Melegnano diverse colonne dominate da croci dette di San Carlo , installate in diversi crocevia, una  in fondo alla Strada Romana attraversante il Sobborgo del Lambro (Via G.Dezza con Via San Martino) visibile ancor oggi seppure spostata dalla sua originaria collocazione dal centro del quadrivia; un'altra fra la stradella detta del Molino Rotto e la strada per il Convento dei Padri Osservanti di San Francesco (via Monte Grappa con via San Francesco). Queste strutture furono collocate in sostituzione di altari provvisori fatti costruire da San Carlo durante la peste del 1576, per permettere ai fedeli costretti in casa dalla quarantena di ascoltare la messa stando alla finestra. Tali strutture vennero parzialmente demolite per ordine di Giuseppe II , quando nel 1786, affidando l'incarico all'arch.Pollack fece distruggere le croci per snellire il traffico, ma anche per eliminare, come aveva gia' fatto per altre, la confraternita cui San Carlo ne aveva raccomandato la conservazione. Melegnano, per piccola che allora fosse, contava ben diciassette edifici religiosi, le case censite nel 1751 ammontano a  duecentonove di cui circa quaranta erano botteghe, otto osterie con altrettanti bettolini, quattordici case da massaro , le anime (gli abitanti) erano 1850 compresi anche gli abitanti delle localita' De'Lassi e Cabiano , nella comunita' funzionava solo un mulino  identificato come "La Valle" ed il Comune era censito in stare quattro di sale. Nella successiva descrizione del Borgo Settecentesco si dovra' tenere presente che la via di principale comunicazione denominata Strada Romana  attraversava Melegnano esattamente dove oggi , venendo dal ponte del Lambro , sono : Via P. Frisi, Piazza Risorgimento, Via Roma, Via Senna, Via Trento Trieste, Via Cavour ed usciva nell'attuale Via V.Veneto.
La descrizione del Borgo
Al centro del Borgo vi era la Piazza Maggiore in prospicienza della Chiesa  Collegiata di San Giovanni Battista da una parte e dalla Casa della Comunita' ove vi era la la Sala Comunale dall'altra. In un'angolo di questa piazza vi erano i resti di due antichissime torri ormai ridotte a rovina , erano di ben salda  costruzione delle quali non se ne conosceva il motivo e l'utilita' della loro edificazione. La strada che si immetteva al  ponte sul Lambro cominciava il suo declivio quasi immediatamente dopo il termine del sagrato , si abbassava , quindi, sufficientemente per consentire il raccordo col ponte , la contrada era per cio' denominata Contrada del Basso. Vicino al ponte vi era il Porto che consentiva il collegamento fluviale del Borgo con altri luoghi, nella parte orientale erano ancora visibili delle tracce  di antiche vastissime lagune, ormai prosciugate, remoti ricordi dei fiumi Adda, Sillaro e Oglio i quali non avendo ancora fondato i loro alvei scorrevano confusi fra loro. Dietro la Collegiata vi era il Vicolo Posteriore alla Chiesa che proseguiva nella stretta di S.Cattarina ( via Bersani) qui, circa a meta' via, vi era un grande magazzino della paglia di propieta' Comunale, poi proseguendo per la via che si immetteva sulla Strada Romana (via Oberdan) sull'angolo con quest'ultima vi era l'Osteria al segno delle Due Spade  di  Della Porta Rovida M.sa Cecilia. Proseguendo verso la Porta di Milano si trovava a sinistra la chiesa di San Pietro e il retrostante Albergo de'Pellegrini da cui prese nome l'omonima  contrada , sempre su questo lato vi era la proprieta' Paolo Brusati e l'Osteria al segno del Pelegrino di Radaelli Stellari Elisabetta ; sulla destra compariva l'enorme recinto claustrale del Monastero delle monache di Santa Cattarina con la Chiesa del Convento delle Orsoline , detta zona era denominata  Contrada delle Monache,  la parte  del monastero confinante verso il fiume Lambro in precedenza proseguiva con la Contrada del Prestino  ingoiata poi totalmente dal fiume . Risalendo la Strada Romana vero l'uscita a tramontana , sul lato destro vi era il bettolino detto di San Carlo in conduzione a Fiocco Giuseppe poi una serie di case private  indi s'incrociava la stretta del Castelazzo che portava alla proprieta' del Luogo Pio Visconti detto Il Castelazzo, dove attraverso un viale sollevato da una specie di collina conduceva in un verdeggiante prato lungo il Lambro (area su cui sorge l'attuale Casa di Riposo)  ; dopo detto incrocio vi erano altri due edifici uno di proprieta' di Fedele Spernazati e l'altro  della Comunita' di Melegnano che serviva come Quartiere dei soldati (ex scuole Medie) qui era di stanza il Reggimento di Cavalleria Austriaca Lubcowitz, prima di tale destinazione in  detto edificio vi era l'Osteria del Cappello.
Sull'altro lato della strada dopo le proprieta' di Ambrogio  Securi e Carlo Lapis vi era l'Osteria al segno della Roncola di Antonio Ceruti che confinava in perpendicolare con la strada della Porta Milanese (via Marconi) . La gendarmeria e l'osteria sopra accennate erano i primi edifici della contrada detta del pilastrello , l'accesso al Borgo avveniva attraversando la Porta di Milano . Lo storico melegnanese Saresani descrive detta accessione con un ponte in legno <<... che a' suoi quattro angoli eravi un avanzo di muralia, che si alzava robusto ancora superiormente alle attuale sponde, e che accennava coll'antichita' di sue forme, qualche monumento, che l'opera del tempo o quella dell'uomo aveva distrutto ....>> Quindi la Porta di Milano era poggiata su quattro pilastroni dove su di essa , nell'anno 1745 , D.Carlo Cosmo De'Medici vi fece dipingere lo stemma del suo gentilissimo casato.
Seguendo la strada che viene dalla porta di Milano verso la Piazzetta Visconti si trovava sulla destra il Foppone de'Morti (via De Bustis) fatto costruire, nel 1718, da Carlo Cosmo De'Medici, di forma quadrata , cinto di mura con due cancelli in ferro  che si aprivano all'ingresso , vi era all'interno un capitello in cotto sostenuto da quattro piccoli pilastri sotto cui vi era un'altare , in precedenza in quest'area vi si depositarono i resti dei morti di peste del 1576. Proseguendo oltre si trovavano sulla destra le proprieta' di G.Negri e del Rev.Canonico Coldanni poi le mura del Giardino di Casa Visconti (piazza Matteotti) indi la Casa Visconti di proprieta' di Antonio  Visconti , che si affaccia dall'ingresso sull'omonima piazzetta. Attraverso un vicolo (Via Marsala) tra gli edifici di proprieta' di Gio.Battista Martini e Filippo Spernazzati (attualmente Banca Prov.Lombarda) , vi era dal lato opposto la Chiesa di San Giacomo  confinante con le proprieta' del Conte Carlo Annone , dall'altra parte dell'isolato (via Conciliazione) dopo la Sala della Communita' vi era l'Osteria al segno del Sole di Giuseppe De Vecchi. Nella Contrada Longa (Via Castellini) vi erano le proprieta' del Rev.Carlo Medici, Bondiolli Gio.Antonio, Agnesi, Conti G., Antonio Visconti, Canonico Innocente Farina, F.lli Rossi , Messi Carlo e Rev. Giovanni Magnetti. La via prevedeva una deviazione a elle nella sua parte terminale detta Stretta e via dell'Angiolo da qui si affacciava sulla parte esposta a mezzogiorno della piazza del Castello identificata anche come piazza del mercato. La Piazza del Castello consentiva l'accesso al maniero di proprieta' del Marchese Carlo Cosmo De'Medici, che al tempo del censimento era adibito ad abitazione e carceri del Borgo.

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