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Il giorno della creazione della Prepositura di Melegnano è una data fondamentale non soltanto per la chiesa di San Giovanni, ma per tutta la comunità melegnanese. Il 6 luglio 1442 la chiesa di San Giovanni Battista in Melegnano, chiamata “quaedam parochialis”, cioè: semplice parrocchia con un solo sacerdote detto “rettore”, è stata elevata alla dignità di parrocchia prepositurale con un prevosto e tre cappellani. Il documento di erezione a prepositurale è stato firmato dal rappresentante papale per la Lombardia, il cardinale Gerardo Landriani, vescovo di Como. Il testo del documento si trova conservato nell’Archivio della Curia Arcive-scovile di Milano, archivio spirituale, sezione X, visite pastorali e docu-menti aggiunti, Melegnano, volume 2, anni 1442-1654, fascicolo 24. Un’altra copia del documento è pure nel medesimo archivio, sezione X, visite pastorali e documenti aggiunti, Melegnano, volume 5, anni 1442-1654, fascicolo 9, ed anche nell’archivio della chiesa di San Giovanni in Melegnano. Ecco la traduzione italiana perché il testo è in lingua latina: “Gerardo, per misericordia divina cardinale prete di santa romana chiesa, dal titolo di santa Maria in Trastevere, chiamato usualmente Comense, legato della Sede Apostolica nella città e nella provincia di Milano nonché in tutto il dominio dell’illustrissimo principe signor duca, a tutti e a ciascuno dei fedeli cristiani che prenderanno visione di questa lettera, sia salute sempiterna nel Signore. A futura memoria del fatto. Tra i diversi sentimenti del nostro cuore vi è un intenso desiderio che la maestà dell’Altissimo sia lodata con benedizioni e con ringraziamenti, e il culto del suo glorioso Nome si diffonda maggiormente, e non venga mai meno la lode al clementissimo nostro Salvatore. Una petizione presentata recentemente da parte di uomini e di personalità dei paese di Melegnano in diocesi di Milano, espone che in quello stesso paese che è abbastanza noto e popoloso sia funzionante una semplice parrocchia e chiesa con relativa cura pastorale sotto l’invocazione di San Giovanni Battista, avente un solo unico rettore il quale, per il numero e per la crescita della popolazione che aumenta nel segno della grazia di nostro Signore Gesù Cristo, non può dedicarsi convenientemente alla cura della sua comunità; inoltre; come è detto in aggiunta nella medesima petizione, vi è nel luogo di Bruzzano in diocesi milanese un certo monastero dell’or-dine di San Benedetto sotto il nome di Santa Maria e Anna nonché dei santi Nabore e Felice tra loro incorporati tempo addietro: tale monastero è pressoché privo di monache, si trova in stato ruinoso nei locali e nelle strutture e totalmente trascurato con grave danno dei divini uffici. Se dunque tale monastero, che oggi è vacante per libera rinuncia della nostra diletta in Cristo la milanese Castellina Barni già abbadessa in quel monaste-ro mediante il sacerdote Giovanni Mozardi nostro cappellano e suo procura-tore da lei particolarmente costituito per questa rinuncia oggi fatta nelle nostre mani spontaneamente e da noi accettata con la riserva di un’annua pensione per il suo sostentamento di quindici fiorini d’oro di camera ogni anno nella festa di San Martino da versarsi da colui che è incaricato pro tempore della chiesa di San Giovanni o anche dall’economo che nel frattempo sarà eletto finché si provvederà ad un prevosto, con la soppressio-ne e l’estinzione della dignità di abbadessa e dell’ordine di San Benedetto il monastero potrebbe essere unito e incorporato in perpetuo alla suddetta chiesa di San Giovanni di Melegnano, e quindi nella stessa chiesa si possa creare la dignità di una prepositura aggiungendovi tre cappellani. Perciò uomini e personalità melegnanesi ci supplicarono umilmente perché quel monastero, essendo state soppresse in lui la dignità e l’ordine come si è detto sopra, ci degnassimo di unire, di annettere e di incorporare alla detta chiesa in perpetuo ed anche di creare nella stessa chiesa una prepositura con tre cappellani, i quali siano obbligati e debbano assicurare la fissa residenza al servizio nella stessa chiesa. Avendo tenuto in considerazione noi tale supplica, il sopraccitato monastero, del quale i frutti, i redditi e i proventi, come ci hanno informato, non oltrepassano il valore annuo di cento fiorini d’oro di camera secondo la comune stima, rimanga vacante, come è detto sopra, come lo è già e libero da qualunque persona, nel quale monastero da questo momento per autorità della nostra legazione estinguiamo e sopprimiamo la dignità abbaziale e l’ordine benedettino e lo uniamo, lo annettiamo, lo incorporiamo alla predetta chiesa di San Giovanni, con tutti i diritti e le pertinenze, con la riserva tuttavia della detta annua pensione da versarsi alla monaca Castellina nella festa di San Martino dal prevosto che sarà titolare pro tempore e nel frattempo per mezzo di un altro fino a che sarà nominato un altro prevosto; nella stessa chiesa, in forza della nostra autorità, erigiamo e creiamo una prepositura con tre cappellani che devono essere sostentati con i redditi e proventi soprannominati e che devono essere divisi tra di loro secondo gli statuti stilati e ordinati da noi per questa chiesa; nella stessa chiesa prevosto e cappellani abbiano fissa dimora e servano ad essa nei divini uffici. Dato in Milano nel palazzo nella nostra solita residenza, nell’anno della Natività del Signore mille quattrocento quaranta due, secondo giorno delle none di luglio, nell’anno dodicesimo del pontificato del santissimo in Cristo padre e signore nostro Eugenio per divina provvidenza papa quarto”. |
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