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1911 -Fondazione
dell’Unione Giovani
Alla fine di febbraio riecco l’opera “Crispino e la comare”, ripetuta più volte con successo. Da parte sua la Schola cantorum eseguì, a Pasqua, la Missa Pontificalis I e Jubilate Deo di Perosi. Pure la biblioteca volle arricchirsi, in aprile, di altri 50 libri. Più forte fu la festa a giugno per il primo decennio di assistenza di don Giovanni Sala. Oltre 400 furono i partecipanti alla Messa nella Cappella dell’Oratorio; e nel pomeriggio avvenne la rimpatriata oratoriana di ex cooperatori vecchi, sacerdoti, amici, parenti. E dopo i Vesperi, tutti i salmi terminano in gloria: grande cena sociale nel salone del teatro, con il servizio fatto da Carlo Dolcini, gestore dell’Albergo del Pozzo. Ed ancora la biblioteca faceva conoscere che nel primo semestre erano stati prestati 927 libri in lettura a casa. Luglio fu rallegrato dalla festa in onore a San Luigi, il giorno 9. Affluenza al mattino per la Messa. Alla sera eccoti Io spettacolo del prestigiatore Francesco Galmesio: e tutti dicevano più volte: ‘Ma come avrà fatto?”. Però il mago, neppure all’Oratorio, ha svelato i suoi trucchi. Ma luglio fu anche il mese dell’oratorio feriale. Giubilo festoso alla seconda domenica di agosto: San Filippo Neri ebbe la sua parte anche all’Oratorio; fu predicato e fu invocato. Era il giorno 13. Una settimana dopo la Schola cantorum e la filodrammatica osarono presentarsi al Collegio Rotondi in Gorla Minore (era rettore il melegnanese don Davide Rossi) con l’operetta “Il falco di Calabria” ed “Il Casino di campagna”. Subito arrivò settembre con la festa patronale e con tanta gente all’Oratorio per rubarsi i 4000 numeri della Pesca di beneficenza. All’esterno, il nostro padre dell’Oratorio, Pellegrino Origoni, che ricopriva la carica di cancelliere, venne eletto primo segretario del Ricovero dei Vecchi dal Consiglio d’Amministrazione. E certo che Pellegrino Origoni doveva avere uno spirito di adattamento non comune: saper passare dalla esuberante vivacità chiassosa dell’Oratorio alla intorpidita vecchiaia talvolta semirimbambita; e dalla visione di una pimpante “Virtus et Labor” che tornava proprio allora vincitrice nelle gare di Saronno, alla tentennante passeggiatina dell’anziano col bastone o le stampelle. La prima e l’ultima parte della vita. Se la rosa ha la sua spina, eccola: moriva a settembre il fratello di don Giovanni Sala, onesto e laborioso commerciante all’età di 49 anni, di nome Angelo. Però Dio è il Signore dei viventi. E delle novità di grazia. La domenica 12 novembre, alla presenza del rappresentante dell’Unione Cattolica Milanese avvocato Floriani, fu costituita nel nostro Oratorio l’Unione Giovani Cattolici. E nello stesso giorno fu eletta la presidenza nella persona di Ludovico Caminada. La cronaca lasciò scritto: “... se si lavorerà seriamente si otterranno grandi frutti e sante soddisfazioni”. Iniziava il cammino di un’istituzione cattolica che avrà una parte importante e talora determinante non solo nella vita e nell’organizzazione oratoriana, ma anche nel settore pubblico politico e amministrativo del Comune di Melegnano: da quella porta oratoriana di via Lodi usciranno molti protagonisti della storia melegnanese, con la forza morale, con forti sentimenti, con ricca vita interiore, con convinzioni trascinanti, con esempi di dedizione alla comunità per riaffermare che la civiltà umana ha salde fondamenta sulla fede cristiana. Il primo assistente dell’Unione Giovani Cattolici fu don Michele Spinelli. Era nato nel 1866 a Brugherio di Monza, si avviò al sacerdozio e fu consacrato il 31 maggio 1890; subito veniva destinato a Colturano dove per cinque anni mise a frutto le sacerdotali virtù e la sua genialità di artista perchè era un abile pittore. Nel 1895 i superiori lo vollero coadiutore a Melegnano, dove rimase per 31 anni fino alla morte, rimpianto dai melegnanesi e soprattutto da quelli del Rione di San Rocco, la cui chiesetta fu nel cuore e nelle premure quotidiane di sante Messe e di virtù caritative di don Spinelli. Il cardinal Ferrari, arcivescovo di Milano, lo nominò assistente dell’Unione Giovani di Melegnano nel momento stesso della nascita di questa giovane istituzione il 12 novembre 1911. Don Michele Spinelli aveva 45 anni, ma la sua non più giovane età non impedì l’opera provvidenziale per l’Unione Giovani di Melegnano che divenne, con lui, una delle più attive ed esemplari di tutta la Bassa Milanese. Dopo la guerra e con il ritorno dei suoi giovani all’Oratorio, con rinnovata energia riprese l’opera e la ricostruzione dell’Unione. Contro la violenza sovversiva ed i rossi che lo perseguitavano, contro la sassata scagliatagli il 16 maggio 1919, raccolse il sasso e lo conservò, ed al continuo insistere dei suoi giovani cattolici per un’azione di ritorsione, disse queste memorabili parole: “Nulla vi sgomenti, amatevi l’un l’altro, rifuggite dalla violenza e proseguite il vostro lavoro, per la propagazione del Regno di Dio; vincerete”: i suoi giovani patirono soprusi, gravi molestie, offese ed anche percosse, ma vinsero. Don Michele Spinelli: figura luminosa di sacerdote pastore in mezzo al popolo melegnanese. |
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