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Persecuzione
teppista e splendori evangelici
Anche la filodrammatica uscì dal silenzio. In febbraio si rappresentarono diversi bozzetti, ed in particolare fu più volte sulle scene il vaudeville “I gobbi” con musica di don Crispino Sala e con gli accompagnamenti ed intermezzi dell’orchestrina dell’Oratorio stesso. Ma la cronaca di questi tempi tratteggia continuamente la tensione sociale e soprattutto politica anticlericale. Un fatto serio, grave, avvenne il 16 maggio, giorno in cui era stato organizzato il Secondo Convegno di Plaga delle Unioni Giovanili Cattoliche. Già la sera precedente e fino a notte furono inseguiti e picchiati a sangue diversi giovani dell’Oratorio. Il giorno dopo, gruppi di uomini socialisti, guidati da agitatori venuti da altrove, tentarono di impedire la manifestazione che riuscì in parte, perché tutta si svolse in chiesa San Giovanni e all’Oratorio mentre era anche in programma un corteo per le vie principali del paese. Il giornale “Avanti” scrisse che i socialisti avevano deciso la reazione perchè i giovani cattolici si erano armati di bastoni ferrati. La cronaca locale, a proposito di questi fatti, scriveva: “La parte esterna della festa fu disturbata dal teppismo rosso e indiavolato, che purtroppo ha piena libertà di azione nel nostro paese e in tutta Italia”(erano forse i nonni degli attuali "centri sociali"?). Ed ecco, tra la tempesta, un quadrato di cielo azzurro anche per l’Oratorio. Un oratoriano, Antonio Caminada, il 30 maggio celebrò la sua prima Messa come missionario del P.I.M.E. di Milano. Nel giorno del Corpus Domini si svolse una grandiosa accademia all’Oratorio maschile, con musica preparata da don Crispino Sala per i bozzetti “Satana” e “Andaluma” a sfondo africano. La direzione dell’Oratorio volle che fossero, in tale occasione, rievocate le figure missionarie melegnanesi del padre Gian Battista Rossi, cappuccino; di padre Francesco Saverio Bianchi, di suor Maria Codeleoncini. In luglio giunse la notizia che l’istruttore della “Virtus et Labor” ed il ginnasta Antonio Marovelli erano stati scelti per partecipare alle Olimpiadi di Anversa nell’agosto, in onore dei quali si tenne un’accademia ginnica nel cortile dell’Oratorio. L’Unione Giovanile era sempre vigorosa: al Congresso giovanile di Milano il 29 agosto, quasi totalmente partecipò la sezione oratoriana melegnanese. E la stessa Unione Giovani del nostro Oratorio organizzò una Settimana sociale dal 29 al 5 settembre, con gli oratori prof. don Quaini di Lodi, il prof. Bicchierai e il vescovo Antonio Zucchetti. La festa patronale attirò un’imponente folla, per visitare la Cappella e lo spettacolo della sera dato dalla illuminazione e trasformazione del cortile. Ma non ci si ferma. Una grande manifestazione contro il divorzio è stata organizzata dall’Unione Giovanile in accordo anche con l’Oratorio femminile: si concluse con la raccolta delle firme e con un programma di future conferenze. Gli avversari politici Le vicende che l’Oratorio doveva affrontare erano anche in stretto rapporto con i membri dell’Amministrazione Comunale di Melegnano. Fino al maggio 1917 vi era stato il sindaco eletto, ma dal maggio 1917 al mese di ottobre 1920 l’Amministrazione comunale fu retta da un Commissario prefettizio. Il 17 ottobre ebbero luogo le elezioni generali amministrative, ed il 29 ottobre venne insediato il nuovo Consiglio Comunale a Melegnano, formato da 20 consiglieri: la maggioranza andò alla lista dei socialisti, i “rossi”; mentre furono in minoranza i cattolici, i cosiddetti “paolotti”. Venne eletto sindaco Pietro Lombardi, e la Giunta comunale comprendeva Enrico Vassura, Gaetano Meda, Giovanni Battista Costa, Carlo Cavioni. Alcuni di questi erano notoriamente anticlericali vivaci e polemici. Nella seduta del Consiglio comunale del 19 dicembre 1920, l’assessore Giovanni Battista Costa, disse, tra le altre cose: “Il tricolore non sventolerà mai al Municipio finché il Partito Socialista che ha conquistato il Comune rimarrà al potere”. Ecco, dunque, che si profilavano situazioni critiche per la Chiesa e le sue organizzazioni, specialmente quelle giovanili. Ne fu un primo segno chiaro quello che avvenne il 29 settembre 1919 quando a Melegnano si costituì il Comitato del Partito Popolare Italiano per la propaganda tra i melegnanesi e per la sollecita maggiore organizzazione dei partito stesso: la riunione fu assai disturbata da agitatori rossi guidati da forestieri venuti a Melegnano per concertare le azioni di disturbo e di provocazione. La prima e diretta risposta cattolica melegnanese fu la solenne benedizione, la domenica 7 dicembre, della bandiera, il vessillo bianco dell’Ufficio del Lavoro, una istituzione per la propaganda dei principi cristiani nel settore del lavoro e per la pratica assistenza soprattutto nel collocare ai posti di lavoro quanti vi si rivolgevano. L’Ufficio del Lavoro, già costituito prima della guerra, ora, con la benedizione voleva essere un risveglio, un monito, un programma. Un’altra risposta venne dall’Unione Giovani dell’Oratorio: un esponente dei Comitato Provinciale del Partito Popolare Italiano, Daccò, venne inviato a parlare alla cittadinanza. Vi furono, tuttavia, anche i segni del progresso oratoriano: nella festa dell’Immacolata, dopo un triduo di esercizi spirituali, vennero creati ben 32 nuovi cooperatori. Fino al 10 maggio 1922 i giovani ed uomini cattolici furono oggetto di persecuzioni. Dovevano uscire dall’Oratorio in gruppo. Non prestarsi alla provocazioni. Alcuni padri tenevano in tasca perfino un coltello a falcetto per difendersi e difendere: talmente era teso il clima di esasperazione. Contro i giovani dell’Oratorio i “rossi” incominciavano con i fischi, con le urla “pùmpa!” e “acqua!” e “saregh adòss!” (pompa! acqua! stringilo!). L’intemperanza chiassosa arrivava alla sassaiola, agli schiaffi, ai pugni, alle bottigliette di gazosa in testa, alle ingiurie bestemmiate. I “rossi” commisero lo sbaglio di esporre clamorosamente la bandiera rossa al balcone del Comune il 1° maggio 1922: un fattaccio contro il quale la popolazione si ribellò. II 25 giugno fu sciolto il Consiglio Comunale per ordine dei Prefetto. |
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