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Dopo la guerra, le elezioni politiche si svolsero secondo il sistema proporzionale e non più con il vecchio metodo uninominale. Il clima elettorale acceso, specialmente tra socialisti, popolari e fascisti, costrinse i vari partiti a meglio definire i propri programmi, ad affrettare per alcuni di essi i congressi nazionali. Le elezioni politiche, 16 novembre 1919, con esiti totalmente diversi da tutte le previsioni, videro la clamorosa affermazione del partito socialista (solo a Milano raccolse 170.000 voti contro i 74.000 del partito cattolico popolare e contro soltanto 4.795 voti fascisti). I rivali veri dei popolari erano i socialisti. Il socialismo riportò successi particolarmente notevoli nei grandi centri industriali di Milano, Torino e Genova, dove la guerra aveva prodotto una forte concentrazione operaia nelle fabbriche. Nelle elezioni di novembre il partito socialista divenne il partito più numeroso e più forte dell’Italia. L’euforia socialista sfocciò in manifestazioni generali di esaltazione collettiva. E l’onda delle agitazioni euforiche arrivò anche in Melegnano; pochi giorni dopo della vittoria socialista, in Melegnano, con l’organizzazione e la regìa del sindaco socialista Pietro Lombardi, si formò un lungo corteo per celebrare i funerali del Partito Popolare. Vi stava un individuo vestito da prete e due chierichetti, il finto prete teneva in mano uno scopinetto ed aspergeva di acqua, contenuta in un vaso da notte, le case e le vie di Melegnano; apriva il corteo un portatore di lurida scopa. Entro il corteo stavano quattro becchini che portavano una cassa da morto con la scrittura Partito Popolare Italiano. Arrivati sul ponte del Lambro, si tenne un focoso discorso ironico e cattivo, con parole infamanti ed ingiurie; quindi si buttò la cassa da morto nelle acque tra il chiasso indiavolato. Tutto il corteo aveva marciato in Melegnano al suono della banda Giuseppe Verdi, la stessa banda che, in occasione delle feste religiose, faceva i servizi .ormai usuali da molti anni. La parodia blasfema impressionò l’opinione pubblica. E la direzione dell’Oratorio, d’accordo con il prevosto Casero, decise di non servirsi più della banda “Giuseppe Verdi”, ma di creare un Corpo Musicale con i giovani dell’Oratorio. Passò l’inverno 1919-1920 ed arrivò l’estate, quando a luglio si celebrava la festa della Madonna del Carmine. Al momento della processione il prevosto Casero, sulla porta della chiesa del Carmine, rifiutò la banda “Giuseppe Verdi” e le proibì di entrare in processione. Vi fu un trambusto che mise in forse la stessa processione. Passò l’estate e venne l’autunno: don Crispino Sala istruì i nuovi giovani musicanti e l’anno dopo, il 17 aprile 1921, il Corpo Musicale “San Giuseppe” dell’Oratorio maschile faceva la prima apparizione in pubblico: l'Oratorio era stato un elemento decisionale indispensabile non solo per fornire un’istituzione musicale a servizio della parrocchia, ma per creare una gloriosa opera la quale, tra i naufragi e le stentate vite di altre organizzazioni melegnanesi, rimase sempre salda e puntualmente funzionante fino ad oggi. Inoltre, nasceva per Melegnano e non solo per Melegnano una concreta e facile possibilità di istruzione musicale per decine e decine di giovani che, proprio nella Banda dell’Oratorio, si formarono all’arte musicale. Il Consiglio era formato da Giacomo Del Corno, Emilio Bettinelli, Angelo Piacentini, Luigi Ghigna, Romolo Miracoli, Giovanni Cappella, Dionigio Cavallotti. Il complesso musicale era formato da questo organico strumentistico: Bassi: Amelio Amelli, Augusto Luigi Pisati, Giuseppe Pagani, Carlo Ciceri. Tromboni d’accompagnamento: Mario Corrada, Paolo Ferrari, Ziglioli, Reali. Corni d’accompagnamento e Genis: Antonio Follini, Leone Maraschi, Carlo Fontana, Mario Rozzi. Bombardini: Achille Parazzoli (vicemaestro), Angelo Dolcini, Carlo Anni. Cornette: Virgilio Gandini, Ferdinando Biggiogero, Ettore Anni, Giuseppe Bastoni. Clarini: Angelo Pelosi, Primo Colombi, Pierino Danelli, Stefano De Bernardi, Rinaldo Maraschi, Francesco Biggiogero, Riccardo Pizzini (flautino). Grancassa: Giovanni Pelosi. Piatti: Pierino Arioli. Tamburello: Giovanni Ciceri. Il direttore e maestro istruttore fu don Crispino Sala, e il direttore legale e sponsor fu il prevosto don Fortunato Casero. Con la bella stagione arrivò anche la prestigiosa affermazione della “Virtus et Labor”: al Concorso ginnico di Trento nei giorni 3,4, 5 giugno Luciano Bottani, Antonio Marovelli, Giuseppe Clerici si qualificarono tra i primi cogliendo la Corona d’alloro. Dalla ginnastica al cinematografo. Un gruppo di volenterosi dell’Unione Giovani si prestò per ripristinare il cinematografo popolare presso l’Oratorio femminile, e la popolazione “stipò letteralmente il vasto salone, diviso con sano criterio in due zone, per gli uomini e per le donne” come ci tramanda la cronaca. La Banda dell’Oratorio allietò la prima serata d’inaugurazione e fu applauditissima. Era la risposta che la Melegnano cattolica dava alle azioni di eversione e di intimidazione cui continuamente era sottoposta. Una risposta collettiva sociale e culturale. L’azione di contr’attacco cattolica si ampliò il 18 maggio quando si iniziò la scuola feriale di cucito del Mutuo Soccorso S. Eurosia femminile, l’Unione Giovani femminile, la Lega del Lavoro femminile, con il laboratorio presso i locali dell’Oratorio femminile, gratuitamente, con l’assistenza e l’istruzione delle Suore di Carità. Nella seconda domenica di luglio ebbe luogo, all’Oratorio maschile, una nutritissima accademia ginnico-musicale, “con numeroso e scelto pubblico". Tutto l’Oratorio festeggiava, la terza di settembre, la Festa Patronale: oltre 300 tra cooperatori e confratelli erano presenti alla Messa del mattino nella cappella. Ed a sera grande raduno melegnanese, con pesca e banda ed illuminazione. I morti oratoriani furono ricordati il giorno dopo con solenne ufficiatura funebre. Già la domenica prima vi era stata un’accademia ginnica della “Virtus et Labor” reduce, con l’assistente don Mario Baraggia, dal Concorso nazionale di Roma dove ottenne tre primi premi. Vi si affiancava, nell’attività, la filodrammatica con il dramma “Il martire di Cesarea “. Grosse cifre anche dalla biblioteca: in tutto l’ànno 1921 i libri dati in lettura furono 5992. Il decennio di fondazione dell’Unione Giovani Cattolici Preceduta da una Settimana eucaristico-sociale, il 21 agosto si svolse la solenne commemorazione del decennio di fondazione dell’Unione Giovani Cattolici di Melegnano. L’inizio avvenne dieci anni prima, la domenica 12 novembre 1911. In dieci anni si era sviluppata e saldamente organizzata. Per l’occasione furono invitati don Penso e mons. Pini, i quali parlarono ad oltre 200 giovani convenuti da ogni parte della diocesi milanese. Si volle dare una manifestazione pubblica di presenza e di vitalità cattolica senza paura. Si svolse, dunque, un’imponente processione di giovani e di uomini che partirono dall’Oratorio femminile per recarsi all’Oratorio maschile: ai margini della strada era una fitta ressa di gente ed i giovani furono salutati lungo il percorso dagli evviva di tutta la popolazione. La processione accompagnava un carro trionfale elegantemente addobbato e condotto da quattro cavalli rivestiti da gualdrappe bianco-rosse. Vi fu qualche tentativo di disturbo da parte avversaria con un contegno e con parole incivili, ma subito fu messo a tacere dall’intervento della folla che era straboccante; la cronaca scrive queste parole: "La solenne processione con carro trionfale svoltasi nel pomeriggio rimarrà nei fasti della Storia Melegnanese indimenticabile”. La giornata del 21 agosto 1921 fu chiusa da un’illuminazione elettrica a colori (tra le prime in Melegnano) e con un concerto della banda dell’Oratorio. |
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