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Il 1938

Cambiano i sacerdoti assistenti, cambiano anche i giovani. Ma una cosa rimane costante in Oratorio: l’affetto e la stima reciproca che sono i presupposti necessari per un’efficace e fruttuosa collaborazione. Qui abbiamo colto un’istantanea di don Luigi Cazzaniga tra i suoi giovani. In piedi da sinistra: Ernesto Benzoni, Tarcisio Bedoni, Rinaldo Bianchini, Guglielmo Scalmani, Angelo Cremascoli, Peppino Scala, Paolo Maraschi, Luigi Corrada; in basso da sinistra: Raffaele Beretta, Giordano Ballerini, Ausano Crotti, Vittorio Abbiati.
I cambiamenti - le difficoltà
L’anno si apriva con l’invito ai Melegnanesi per un aiuto finanziario. A tale proposito si stabilirono tre classi di benemeriti:
Benefattori - coloro che versavano 50 lire annue; Amici - coloro che versavano 5 lire annue; Soci della Società S. Giuseppe - coloro che versavano una lira ogni mese. Ma il 1938 fu l’anno dell’inizio dell’attività pastorale dei nuovo prevosto don Arturo Giovenzana, con entrata solenne il 10 aprile; ed il 17 aprile egli fece la sua prima visita ufficiale all’Oratorio. Da allora fu presente quasi tutte le domeniche, per tutto l’anno.  Ma il. 1938 segnò pure il cambiamento dell’assistente. Don Mario Ferreri in maggio fu portato in parrocchia come diretto collaboratore del prevosto. A sostituirlo venne, il 26 giugno, don Luigi Cazzaniga, il quale rimarrà tre anni. Il mese dopo, luglio, si stabilì una diversa divisione dei ragazzi: si crearono 15 classi, ma vi fu anche una certa difficoltà di adesione da parte dei più anziani. Subentrò anche una certa crisi di rapporti, e dovette intervenire il prevosto per riportare la normalità.  Il mese di ottobre cambiò anche il prefetto dell’Oratorio: Mario Del Corno fu sostituito con Giuseppe Bianchi. Fu applicato anche un nuovo sistema di successione per l’orario del pomeriggio domenicale e per regolare il turno dei maestri nelle singole classi:  prima ricreazione per tutti, classi maggiori: catechismo. Classi minori in cappella per vespero e benedizione,
seconda ricreazione per tutti, classi minori: catechismo. Classi maggiori in cappella per vespero e benedizione. Il catechismo incominciava ad essere spiegato nelle aule nuove e non più tutto nelle cantine. Si formarono anche due vivaci squadre di pallone, favorite dalla presenza del nuovo campo di gioco: Azzurra e Ardita. Ambedue le squadre erano in competizione tra loro. Organizzavano campionati interni e si misuravano anche con squadre dei dintorni. La filodrammatica mantenne il suo ritmo. Già nel giugno e luglio, con serate all’aperto, rappresentò per tre volte un dramma storico di grande effetto; “Legnano”, e poco più avanti la commedia psicologica “Nel Vortice”. Intanto vennero come ospiti la Compagnia di Borghetto Lodigiano con “L’ingrato” e la Compagnia di Treviglio con “Il Cadetto”. La festa patronale di settembre, annunciata con manifesti murali, attirò tanta folla, e la pesca procurò un incasso di lire 823.  Una bella produzione teatrale a fine settembre si ebbe con “Ivonnik” con la mirabile interpretazione del giovane Guglielmo Scalmani.  Il novembre fu occupato dalla replica del commedia “Nel Vortice” e dalla venuta ancora tra noi della Compagnia di Treviglio che portò “Gloriosa Canaglia “.  Il dicembre fu alquanto intenso. Il 4 la Compagnia di Lodi rappresentò “Scugnizzo". Il giorno 8 si celebrò la festa dell’Immacolata con la creazione di 15 nuovi cooperatori, e alla sera una rappresentazione per i benefattori. La domenica 11 ecco l’operetta "Marco il pescatore" seguita dalla brillante operetta “Gli studenti di Padova “. I rapporti all’interno dell’Oratorio, dopo un’inizio alquanto difficile (alcuni schiaffi dati dall’assistente a due giovani crearono un certo disagio nel gruppo), ritornarono sereni. E con la serenità vi è l’intensità fraterna attiva; e se si vuol dare una definizione dell’Oratorio, tra le tante che sono state espresse, eccone proprio una: fraternità attiva ed intensa, un sentimento di affetto che, unendo persone diverse per età e per cultura, sa stringere verso uno scopo comune le energie e le forze e le doti di tutti e per tutti, e che in diversa maniera resiste al tempo ed allo spazio.
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