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La continuità
nella ripresa
Nel mese di luglio fu cambiato l’assistente ed al posto di don Luigi Cazzaniga venne il novello sacerdote don Attilio Melli. Suo primo atto, oltre alla immediata organizzazione dell’Oratorio festivo e feriale, fu la convocazione di un’adunanza generale dei cooperatori la sera del 19 agosto per fare conoscenza con loro e per coordinare tutte le forze per poter realizzare e far fiorire ancor più l’Oratorio. Ai cooperatori convenuti il nuovo assistente così parlò: “Sono lieto di fare conoscenza e di trovarmi qui con voi, cooperatori, che siete, almeno questo era nella intenzione di chi ha costituito questa sezione nell’Oratorio, il mio braccio destro nel difficile ed arduo compito che mi è stato affidato dell’assistenza e della formazione dei nostri ragazzi dell’Oratorio. Sono lieto, soprattutto perché parlando individualmente con parecchi di voi ho trovato una grande nostalgia del passato ed un forte desiderio che l’Oratorio ritorni, almeno nell’essenziale, come era prima: pieno di vita attiva, non tanto nella estensione, quanto piuttosto in intensità di vita cristiana. E credo di non errare se ritengo che anche tutti gli altri coi quali non ho ancora parlato abbiano questa nostalgia e questo desiderio. Non vorrei che questa nostalgia e questo desiderio rimanessero pura nostalgia e puro desiderio. Ed allora ci siamo radunati qui appunto per cercare di cambiare il puro desiderio in realtà, la nostalgia in spinta all’operare per il futuro. Comprendete anche voi che il campo di lavoro qui è così vasto che io non riuscirei certamente a far nulla da solo se voi non mi venite in aiuto”. Iniziò un rinnovato cammino spirituale e materiale (sì, anche materiale, perché don Attilio Melli tante volte seppe rimboccarsi le maniche come operaio manovale, là dove c’era necessità di riparazioni e di lavori manuali in genere), secondo la forza della tradizione, ma anche nella visuale di nuove forme e di nuove modalità organizzative, nonostante le difficoltà della guerra. La parte che riguardava l’Oratorio festivo fu, ovviamente, il punto centrale dei programmi: classi, maestri, registri, tessere di presenza, orario diviso tra ricreazione, lezioni di catechismo e funzione religiosa finale. Molto partecipato era il gioco del calcio, tanto entusiasmo, tante adesioni, tante squadre di buoni giocatori, tante squadrette di piccoli calciatori, seriosi arbitri tra i quali si ricordano Domenico Mascheroni, Antonio Mazzucchelli, Emilio Rebughini. Citare i nomi dei calciatori di spicco, alcuni dei quali arrivati anche in squadre di serieA, di serie B e di serie C, è impossibile. Non è però impossibile dimenticare le principali squadre oratoriane protagoniste di focose partite, di animosi tornei anche con Società di altri paesi; tra di esse emersero l’Azzurra, l’Ardita, la Rondine, l’Audace, la Piazza, il Carmine. Forte preoccupazione dell’assistente e del gruppo giovani cooperatori fu quella di raccogliere il maggior numero di ragazzi, interessando soprattutto le famiglie: in ottobre 1942 le iscrizioni con il biglietto firmato dai genitori furono 260. Memorabili rimangono nella storia anche le giornate dell’Oratorio feriale estivo: divertimenti di ogni genere, giochi, teatrini, compiti delle vacanze, merende, spiegazione della Storia sacra, gite a piedi per i campi ed in bicicletta, bagni nelle rogge, scherzi di ogni genere; il tutto favorito dalla disponibilità “mattacchiona” di don Attilio Melli. E per due anni, dal 1943 al 1945 fu preziosa l’opera di don Piero Colombi come viceassistente generoso, vivace, benefattore. Le attività Il Corpo Musicale San Giuseppe fu seguito direttamente, fino al 1946, dall’assistente unitamente al Consiglio direttivo del Corpo stesso. Poi, dal 1946, l’assistente fu un altro sacerdote (don Giuseppe Vimercati e successivamente don Cesare Amelli). Tra i presidenti di questi anni si ricordano Romolo Miracoli fino al 1940; dal 1941 al 1956, anno della sua morte, Dante Mombelli; a lui succederà Francesco Mascherpa. Il Corpo Musicale fu rinsanguato nel 1942 perché il 18 agosto alcuni musicanti, usciti dalla nostra Banda per entrare in quella cittadina, chiesero di poter ancora essere riammessi. Ebbe come maestri istruttori, oltre al fondatore don Crispino Sala, il professor Agostino Reati dal 1926 al 1951; il maestro Arturo Pastori dal 1952 al 1957; il maestro Antonio De Giorgi figlio di un altro celebre cultore di musica, Serafino De Giorgi dal 1958 al 1968. A lui succederà Stefano De Bernardi. La sezione di ginnastica “Virtus et Labor” ebbe a disposizione l’Oratorio fino al 1946, successivamente dovette trasferirsi nella palestra comunale. Comunque la “Virtus et Labor” ebbe un suo deciso risveglio anche dopo la guerra. Anzi, in pieno conflitto, il 30 agosto 1942, poté presentare al pubblico un’accademia ginnico-musicale dopo alcun tempo di inattività: Luciano Bottani e Francesco Merli ne erano gli istruttori. La filodrammatica ebbe la sua “stagione” meravigliosa: già il 31 agosto 1941 si poté mandare in scena ‘Mio piccolo Farfui” ripetuto il 7 settembre, e tra un atto e l’altro risuonavano le note dell’orchestrina. Il 5 ottobre ecco “Il Cavaliere Nero” ed il 19 dello stesso mese fu rappresentato per due volte “II cavaliere dello Spirito Santo”anche come contributo per le Missioni. Si riprese il 25 gennaio 1942 con “Aquilotti” ripetuto il 1° febbraio. Contemporaneamente funzionava anche la proiezione cinematografica: il primo film proiettato dopo l’arrivo di don Attilio Melli fu “Abuna Messias”. Il 14 ed il 17 maggio la filodrammatica interpretò “Case sull’abisso”; il 21 giugno, festa di San Luigi che raccolse oltre 250 ragazzi per la processione interna nei tre cortili, avvenne la recita di “Un angolo tranquillo”; e, verso la fine del mese, si andò in scena con “Il treno fantasma”. Intanto l’estate animava l’Oratorio anche nei giorni feriali con oltre 60 ragazzi quotidianamente e regolarmente iscritti. Alle soglie dell’autunno si presentò la festa patronale, con le ormai tradizionali modalità solenni. La pesca di beneficenza fu ricca di 4500 premi, e la cronaca annota: “Grande concorso di gente”. Alle nebbie novembrine la filodrammatica interpretò "Rivedrò la luce", a favore della Buona Stampa. Ci si avviava alla fine del 1942 con la festa dell'Immacolata, che, nella tradizione oratoriana, era grande. Ma il triduo serale non poté tenersi per i troppi allarmi aerei. Comunque il giorno 8 dicembre avvenne la benedizione di tredici nuovi cooperatori. Per l'occasione, alla sera, la filodrammatica presentò "60° Squadriglia". Ritornarono più consistenti i benefattori: dal mese di luglio 1941 al 31 dicembre 1942 tra offerte in cappella, offerte in occasione di funerali, lasciti testamentari, legati, quote dei benefattori, offerte domenicali in Oratorio, si raccolsero lire 4473,95. Dal luglio 1941 al 31 dicembre 1942 il bilancio finanziario vide un'entrata di lire 57743,80 ed un'uscita di lire 51189,12, con un avanzo attivo di lire 6554,68. Anche la parte finanziaria era stata risanata. Alla fine del 1942 l'Oratorio era sulla buona strada. |
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