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Continuò con regolarità l’attività festiva e d’estate quella feriale organizzata. Furono regolarmente celebrate le feste patronali di San Giuseppe e di San Luigi. L’Oratorio, però, si presentava ormai molto diverso da quello tradizionale. La società ginnastica “Virtus et Labor” era a sé stante e fuori dall’Oratorio; la biblioteca finì i suoi giorni tra quattro libri superstiti relegati su vecchi scaffali semiabbandonati; la schola cantorum, potenziata e diretta da don Attilio Melli, non aveva più alcun legame con l’Oratorio; un attimo di ripresa teatrale della filodrammatica si ebbe il 26 giugno 1960 con l’operetta "Ma chi è?” e ripetuta il 3 luglio con minor affluenza di pubblico. Il tentativo di far rinascere la “grande” filodrammatica del passato non ebbe esito felice. Si arrivò, da parte dell’assistente, alla vendita del palco all’aperto, ceduto ad un’impresa edilizia di Melegnano per il prezzo di lire 210.000. Rimaneva in Oratorio il Corpo Musicale San Giuseppe, ma senza stretti legami ed avente un suo Consiglio direttivo ed un altro assistente sacerdote. Fu attiva l’Azione cattolica con adunanze, lezioni di catechismo, giornate di ritiro, una buona giornata di ritiro spirituale per aspiranti fu tenuta il 29 dicembre 1960, mentre un’altra giornata eucaristica si ebbe il 29 marzo 1961. La cordialità era mantenuta anche per mezzo di passeggiate, come quella avvenuta a Genova il 17 maggio 1963; con incontri festosi fuori Melegnano anche per i Fanciulli cattolici e con qualche lieto pranzetto tra i giovani dopo le principali festività. Le proiezioni cinematografiche furono intense: solo per restare al 1960 esse furono 32, una media che si ripeterà anche per gli altri anni. Furono proiettati anche film discussi dalla critica maggiore: “La tunica”, “Il segreto di Fatima”, “I dieci comandamenti”. |
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