La testata del Fiammifero, il popolare e potente mezzo di informazione dell'Oratorio Maschile.
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Il collegamento
fra le varie componenti oratoriane ed il mondo esterno veniva assicurato
dapprima con il notiziario “La Goccia” assicurato dalla redazione formata
da Aldo De Giorgi, Ennio Vighi, Gian Paolo Pisati, Angelo Bosi, e poi da
un altro notiziario sostitutivo del primo, dal titolo “Speciale Ora...”.
Nell’autunno 1976 alcuni educatori e l’assistente don Carlo Emilio si consultarono
per la fondazione di un giornalino di informazione oratoriana. Le proposte
trovarono l’esecuzione. Si creò “II Fiammifero”. Il nome è
stato suggerito dalle parole di un vescovo: “un fiammifero acceso in uno
stadio oscuro è piccola luce, ma tanti fiammiferi insieme sono un
bagliore immenso”; cioè, se l’azione di una persona non rimane sola
ma è imitata da tante altre, la partecipazione collettiva può
migliorare la società. Il numero 1 è del 13 febbraio 1977.
La prima redazione era formata da don Carlo Emilio Leoni, Silvio Leni,
Ettore Monfredini, Gian Mario Fogliazza, Ivan Marzi, Giorgio Boschi, Giordano
Meda, Flavio Biancardi, Pier Carlo. Iniziava così l’anno I°
del nuovo organo di informazione “Il Fiammifero”. Le parole della testata
erano a forma di fiammiferi accesi. Al suo terzo anno (1978-79) era migliorata
la grafica della testata, l’impaginazione più raffinata: vi era
una maggior collaborazione. Si mise in evidenza lo slogan ‘L’Oratorio è...
“quasi a dire che l’Oratorio era casa tua, annuncio, canto, gioco, dono,
speranza, vita, famiglia, cantiere, festa, coraggio, pasqua. Fratello con
i fratelli. Negli anni 1979-82 si puntava alla informazione pubblica sulla
ristrutturazione dell’Oratorio. Il motto programmatico fu “Insieme progettiamo”.
Progettare, cioè lavorare insieme per crescere meglio, per camminare
sulla strada al Signore, per coinvolgere efficacemente un maggior numero
e più attivamente i ragazzi ed i loro genitori. Silvio Leni lasciò
la redazione e la trasmise a Mauro Rapelli. Intanto si era nuovamente rinnovata
la forma grafica della testata. Negli anni 1982-86 “Il Fiammifero” ebbe
maggior numero di abbonati (un centinaio). La sua importanza salì
a livello cittadino, ed è presente nei suoi articoli ai gravi problemi
e nei momenti forti sociali che investono tutta la comunità melegnanese:
crisi degli stabilimenti della Monti e Martini e della Broggi Izar, Giornata
della Solidarietà, Giornata del fanciullo contro l’aborto, incontri
dell’Azione Cattolica. Ma il lavoro redazionale divenne enorme, e si formò
un Comitato di direzione composto da don Giuseppe Scotti, Mauro Rapelli,
Claudio Bertomoro, Eugenio Esposti; Luca Zaliani diventa redattore capo.
Nel maggio 1986 86 “Il Fiammifero” esce con l’indicazione Quindicinale
d’Informazione Oratoriana, anno X, nuova serie, è di 6 pagine del
formato cm. 29 di base per cm. 42 in altezza. La redazione porta questi
nomi: don Giuseppe, Silvio, Mauro, Eugenio, Luca, Enrico, Carlo, Stefano,
Massimo, Alberto, Giovanni, Giuseppe. La tiratura è di 500 copie,
con la macchina tipografica del Centro Stampa parrocchia San Giovanni Battista.
L’amministratore è il dottor in Economia e Commercio Aldo De Giorgi.
Talvolta “Il Fiammifero” esce in edizione straordinaria, in occasione di
grossi avvenimenti e circostanze direttamente collegate con la vita stessa
dell’Oratorio. E quasi un vero giornale, ricco di notizie, sciolto nell’esposizione,
piacevole nella impaginazione, molto opportuno per essere informati su
tutti e su tutto non solo dell’Oratorio ma anche degli avvenimenti programmati
dalla Parrocchia per la gioventù: buona parte della riuscita nel
contenuto e nella serietà e nella continuità la si deve all’assistente
Don Giuseppe Scotti, colto, profondamente dotato di tecnica giornalistica,
aggiornato negli studi di pubblicistica. Negli anni ogni sacerdote assistente
ha dimostrato di avere certe sue doti particolari e differenti carismi
variando perciò la ricchezza delle iniziative, e nella varietà
rinnovando la freschezza. In realtà si tratta della misteriosa presenza
del Signore, della sua azione costante di infinita saggezza che fa “miracoli
di grazia in una città fortificata” (Salmo 30, versetto 22): anche
queste ultime parole salmiste potrebbero ben essere una meravigliosa definizione
del nostro Oratorio di Melegnano. |