I ragazzi, che vedete sorridenti, e non può essere
diversamente, sono quelli che formarono il gruppo delle chitarre, un altro
segno di freschezza e di modernità in Oratorio. In piedi da sinistra
Gian Mario Fogliazza, Ivano Marzi, Marco Peroni, Giorgio Boschi, Claudio
Bertomoro; in ginocchio Luciano Perversi, Gian Paolo Riccò, Ivano
Barigozzi, Silvio Leni.
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Il novello sacerdote don Giuseppe
Scotti venne stabilmente a Melegnano il 5 settembre 1977 e trovò
vitto e alloggio preso le Suore Domenicane perché la casa dell’assistente
era malridotta e non più abitabile. Lo stesso assistente precedente,
don Carlo Emilio Leoni, aveva per un anno trovato un’altra abitazione fuori
Oratorio, in Via San Pietro presso Giuseppe Recagni. Però, alla
metà di novembre, la casa in Oratorio era ormai restaurata per intervento
diretto del prevosto don Alfredo Francescutto, e don Giuseppe poté
finalmente prendere dimora fissa con sua madre Rosa Casarini. Tutta la
comunità melegnanese, gli oratoriani e specialmente il Coro della
Gioia salutarono definitivamente il 6 novembre 1977 don Carlo Emilio Leoni
che era stato destinato a Crenna di Gallarate. Tuttavia, nonostante
il periodo del passaggio tra un assistente e l’altro, la vita oratoriana
non subì soste di rilievo: già nello stesso 1977 il settore
spirituale continuò con le Giornate di ritiro dall’autunno fino
all’inverno con la distinzione e la partecipazione dei vari gruppi: educatori,
giovani, adolescenti, terza media. Passati i freddi invernali si sentì
l’orgoglio di partecipare attivamente al Carnevale organizzato dalla Federazione
Oratori Milanesi al Vigorelli. E quando le allegrie carnevalesche terminarono
si affacciò la Quaresima, la prima Quaresima oratoriana con l’indirizzo
spirituale del nuovo assistente: “E l’inizio
di una fraternità fatta di gesti, e continuerà tanto più
quanto più sarà lo spazio che noi in questa Quaresima avremo
lasciato all’ascolto della Parola di Dio”.
Fraternità e ascolto della Parola di Dio: quasi la chiara prolusione
del programma oratoriano del nuovo assistente. Nell’intensità
delle opere oratoriane i muri erano diventati vecchi. L’intenzione di costruire
un Oratorio nuovo era già stata lanciata da don Carlo Leoni. Ma
si dovevano fare i conti con la burocrazia. Però le idee camminavano:
nella zona della portineria sarebbe sorta la cappella; sotto il portico
ecco il bar con l’aggiunta di servizi igienici; l’ex grande cappella già
trasformata in sala giochi si sarebbe sistemata in modo definitivamente
razionale per i giochi stessi; in previsione c’erano anche 7 aule nel piano
superiore, ed un lunghissimo terrazzo. A rendere l’evidenza della situazione
muraria dell’oratorio si espose, il giovedì 23 aprile 1978, sul
piazzale della chiesa di San Giovanni, una piccola mostra per evidenziare
la situazione. Intanto veniva ringiovanito il “Consiglio dei Genitori”,
chiamato anche “Consiglio dell’Oratorio”, per l’impegno di responsabilità
effettiva e per un lavoro di programmazione. Il grande portavoce di ogni
cosa oratoriana era sempre “Il Fiammifero”, uscito, con il primo numero,
il 13 febbraio 1977 a cura dei primo redattore Gianmario Fogliazza, e che
ormai era saldamente assestato. Al margine delle attività si sviluppava
anche la “Raccolta della carta” con il pulmino: erano i più attivi
Giorgio Linati, Piero Zaliani, Celestino Perego papà di don Luigi
coadiutore di San Giovanni. La tiepida aria di maggio invitò alla
Fiaccolata verso la Certosa di Pavia con massiccia partecipazione di ragazzi
e di genitori. Ma il mese di maggio portò anche l’azione diretta
per discutere il problema materiale del-l’Oratorio: la domenica 21 maggio
1978 ecco la manifestazione in piazza del Comune con ragazzi e genitori,
con il motto “Questa volta andremo fino in fondo”. Ed arrivò l’approvazione
comunale dei lavori il 3 luglio 1978. Le vacanze di giugno portarono il
campo di lavoro: raccolta di stracci, di carta, di rottami per riempire
la cassa oratoriana. La ricchezza giovanile si riconosceva nei gruppi Whole,
Coro della Gioia, Jung, Nuova Creazione, Mamme, Baristi, Catechisti, Consiglio
dei genitori. Si evidenziava, intanto, il numero di coloro che, adulti,
avevano posti di responsabilità: Giovanni Robbiati, Piero Zaliani,
Giorgio Linati, Giuseppe Cantarini, Santino Belloni, Elia Clerici, Ambrogio
Fontana, Gian Paolo Riccò, unitamente ai giovani Luigi Robbiati.
Silvio Leni, Giordano Meda, Ettore Monfredini, Gian Mario Fogliazza, Paolo
Invernizzi. Comunque, con il passar degli anni le attività divennero
sempre più ricche di fantasia e di gioiosa partecipazione, nonostante
la situazione di decadimento degli ambienti. |