Il Consiglio pastorale, la Commissione amministrativa,
e il Consiglio dei Genitori dell’Oratorio Maschile si sono riuniti, in
aprile 1978, per esaminare la possibilità della sistemazione edilizia
dell’Oratorio stesso. Ne fu data comunicazione durante tutte le Sante Messe
la domenica 30 aprile 1978. Da quattro anni si attendeva la licenza edilizia
da parte della competente autorità comunale. Fu organizzata la raccolta
di firme e furono distribuiti manifestini per una presenza in piazza per
il 28 maggio.
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Alla fine di novembre 1978 incominciarono
i lavori di restauro. II prevosto don Alfredo Francescutto decise che ogni
terza domenica del mese si raccogliessero le offerte delle Sante Messe
per l’Oratorio, mentre anche giovani e ragazzi si davano alla raccolta
di stracci, carta, rottame. L’impresa edilizia Bellomi di Melegnano eseguì
i lavori: vennero aperte otto finestre sulla facciata verso via Lodi, invece
di quattro; fu sistemata la segreteria e la sala per i giochi; il piano
rialzato non si poté fare per il ritardo comunale dell’approvazione
del Piano di restauro, e così non si poterono avere le aule destinate
alle lezioni di catechismo; le finestre furono incorniciate con lastre
di marmo e nello spazio sotto il porticato furono sistemati servizi igienici
moderni; al posto della vecchia casetta della portinaia Savina fu sistemata
la cappellina assai raccolta e biblicamente mistica. I ragazzi continuavano
la loro attività tra le macerie anche se, solo a lavori terminati,
poterono finalmente gioire. A dire il vero non è che la loro partecipazione
fosse poi così massiccia, visto che le presenze, nelle quattro domeniche
di gennaio 1979, furono rispettivamente di 55, 81, 90 e 63 ragazzi. Il
10 febbraio 1979 era inaugurata la nuova sala stampa, che per un po’ di
tempo si era trasferita nei vecchi locali di proprietà delle Suore
Domenicane. Fu anche riattivata la sala del cinema dopo molti anni di sospensione
delle proiezioni per il pubblico adulto melegnanese; avvenne una prima
programmazione di pellicole per il periodo dal gennaio al giugno 1979;
poi a settembre, con i lavori adeguati di sistemazione interna, si poté
presentare una sala cinematografica a livello cittadino con un suo nome
classico suggestivo greco antico: Agorà (piazza, riunione), che
nel significato filologico primitivo significava posto per l’assemblea
pubblica, e quindi luogo dell’incontro per le necessità della vita,
dei convegni umani sulle questioni che toccano i giorni e le opere di ognuno
di noi. |