Esce
il 2 giugno del 1860 e ha una cadenza d’uscita bisettimanale: il
martedì e il sabato. Il gerente responsabile è Feliciano
Mariconti, Agostino Fè è il redattore, mentre la tipografia
è quella della Wilmant. Si definisce da subito quale giornale popolare
e vuole avere come interlocutore privilegiato il popolo. Il bisettimanale
sponsorizza di fatto le opinioni di Garibaldi e più precipuamente
quelle di Mazzini. E’ ridondante, nelle enunciazioni della testata, il
pensiero di quest’ultimo che non vuole l’abolizione della proprietà
ma la diffusione dello spirito associativo tra i produttori. “Il suo ideale
consisteva nel rinnovamento morale della società al cui fondamento
si ponevano la giustizia e la verità; la nuova umanità non
avrebbe più visto scontri di classe giacchè capitale e lavoro
si sarebbero riuniti nelle stesse mani...(1) ”. Il giornale ha il suo irrimediabile
epilogo il 4 febbraio 1865 quando sospende le pubblicazioni. Nel periodo
di quasi cinque anni di vita, ha propugnato, con un certo anticipo,
il principio repubblicano nella convinzione, ancorchè prematura,
che non v’è salvezza per la patria senza la sua effettiva attuazione. |