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La Campana
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E’ nel dicembre 1907 che il Prevosto don Enrico Pescò in una riunione collegiale a cui presenzia don Enrico Tavazza acconsente a dare inizio alla stampa a un periodico  di ispirazione cattolica,  al quale auspica “.. parole di fede  e di speranza per il bene, per l’incremento dell’azione cattolica e della vita profondamanete e sinceramanete cristiana dei melegnanesi (1) ...”. Facendo sue le parole del grande Silvio Pellico commentava, nell’articolo di fondo del nuovo Bollettino che questa nuova pubblicazione:  “Illumini le menti, riscalda i cuori, sii altresì sorgente della buona coscienza, e pena segreta per chi s’è scordato di Dio!”(2)  E per attribuire maggiore significato al messaggio che intendeva dare alla cittadinanza stabilì che  il nome del periodico fosse stato: La campana bollettino di informazione mensile melegnanese. Questo suo desiderio si avvera: il primo numero è datato 1° Febbraio 1908, ma per un tragico destino della sorte non riesce realmente a vederlo pubblicato, muore prematuramente il 9 gennaio 1908 a soli quarantacinque anni. Il giornale così preimpostato inizia la pubblicazione, orfano del suo propugnatore, al quale sopperisce lo stesso Tavazza coadiuvato da Pellegrino Origoni. Il primo direttore del periodico è il sacerdote don Enrico Tavazza e  rimane tale  sino al 30 giugno 1910 (3)  quando venne sostituito con don Giuseppe Coppi che copre la carica di responsabile sino all’aprile del 1912(4) .  Successivamente si avvicendano in qualità di gerente responsabile dal 1912 al 1917 Bellomi Luigi, e dal 1918 al 1924 Antonio Parigi.  Dal settembre 1924 al 20 gennaio 1934 è direttore responsabile  il dinamico e colto Pellegrino Origoni che porta la pubblicazione alla sua massima espansione, alla sua morte gli subentra il rag.Giuseppe Bianchi  fino a tutto il 1937, dopo tale anno con l’arrivo di Monsignor Arturo Giovanzana alla prepositura, la redazione del giornale è affidata a don Mario Ferreri(5) . Il periodico dalla sua prima uscita ad oggi è stato sempre presente ma in forme diverse: dal 1° febbraio 1908 al 31 dicembre 1937 in brochure 13 x 23  di circa quaranta pagine per numero, stampato dalla Tipografia Codeleoncini di Melegnano che ne cura anche la distribuzione e gli abbonamenti. Dal gennaio 1948, con la sostituzione del titolare della Prepositura,  il Bollettino cambia formato divenendo tout court un foglio parrochiale di sole quattro pagine diretto dal già citato don Mario Ferreri.  Come periodico di informazione La campana è considerata tale limitatamente ai suoi primi trent’anni di vita, in questo lasso di tempo il Bollettino è uscito con ben 359 numeri per un complessivo di 14.300 pagine piene di notizie riguardanti: l’attività della Giunta Comunale Comunalia, la rubrica curata  da Pellegrino Origoni appunti di storia melegnanese,  l’articolo di fondo curato da Monsignor Fortunato Casero, In memoriam riguardante dei corposi necrologi, le Statistiche riguardanti l’andamento demografico, lo spazio dedicato alla Buona stampa,  la vita associazionistica,  le Lettere al direttore in particolare la corrispondenza dalle zone di guerra che quasi in successione furono il fronte della Prima Guerra Mondiale, la Libia, la guerra di Spagna e l’Etiopia. Così per parecchi anni la Campana, con la sua veste tipografica da rivistina formato tascabile,  ricca e varia di notizie, commenti, racconti e altro, è entrata in tutte le famiglie e ha costituito un solido punto di riferimento in tutte le traversie politiche e sociali che la città ha vissuto fra le due guerre mondiali.  Nel 1937 abbandona l’originale formato, ma si traduce in un foglio critico verso il “regime”. Il foglio seppur così ridimensionato, ha fatto epoca negli anni 1940-1945, proprio nel periodo più buio dell’ultima guerra, stampato all’Oratorio Maschile con mezzi propri con carta reperita con operazioni di fortuna, essendo in quel periodo la carta razionata persino per i quotidiani che erano costretti ad uscire con pochissime pagine. Il testo e i disegni erano scritti a mano da Gianluigi Sala, e tutte le operazioni di confezionamento e di distribuzione erano svolte dai ragazzi dell’Oratorio. Il nuovo foglio parrocchiale aveva un titolo di sapore dantesco: Vita nuova - è uscito ogni mese dal giugno del 1944 al 1945 suscitando molte curiosità in basso ed in alto loco. Sul settimanale Brigata nera  del 24 agosto 1944 si poteva leggere: “...bella veramente la circolare dell’Oratorio maschile di Melegnano. Che lusso, perdinci! Si tratta nientemeno che di otto pagine stampate, si dice, a ciclostile ma con ben quattro colori nella pagina centrale. Il gusto e l’abilità non mancano; ci congratuliamo, pur spiacenti di non aver ricevuto la pubblicazione, e ci auguriamo che, almeno in quelle pagine, non si consiglino ai giovani a disertare la chiamata alle armi, o non si parli del fascismo, come si beano di fare alla chitichella i giovani sacerdoti dediti alle giovanissime pecorelle...(6) ”  Dopo tale accoglienza, ad appena una settimana, sul numero del trentun agosto, arriva l’attacco. Dopo aver rimproverato i dirigenti dell’Oratorio di sottrarre i ragazzi al Ricreatorio - doposcuola dell’Opera Balilla - ( nel frattempo l’Oratorio era stato chiuso d’autorità per.....attività antiitaliana ), il corsivo conclude “...C’è riduzione di pubblicazioni per limitazione della carta, ed è forse per questa ragione che, malgrado in Melegnano esista già un inutile “Bollettino Parrocchiale” l’Oratorio maschile pubblica una....circolare per i giovani, dal titolo “Vita nuova”; essa ha un’utilità perchè deve dire che...” allo scopo di levare dal pericolo della strada i ragazzi liberi per le vacanze scolastiche”, abbiano istituito il “piccolo catechismo” Poveri ragazzi condannati dal Governo a non andare a scuola e a non avere assistenza; sì, perchè la commissione di uomini cattolici presentatasi dal podestà per impetrare l’apertura dell’Oratorio, ha guardato in faccia scandalizzata il presidente dell’Opera Balilla, quando ha detto loro che vi era un ricreatorio-doposcuola permanente, con vitto, istruzione, giochi, insegnamento religioso. Vi sembrano questi dei rilievi e delle proposte da fare a della gente...onesta?..”(7) . I ragazzi dell’Oratorio come tanti profughi lasciata la loro sede, chiusa d’autorità, piantarono le tende nei locali prospicienti la chiesa dei Ss. Pietro e Biagio (8) . Ma anche questo evidentemente  non soddisferà a pieno le autorità. 
(1)  La campana bollettino di informazione, Melegnano, n.1,  2 febbraio 1908, pagg. 1-3
(2)   Ibid., pag. 3
(3) La campana bollettino di informazione mensile, Melegnano, n.11, Anno III, 1  novembre   1910.
(4) Ibid., n.4, Anno V, 1 aprile 1912
(5) Ibid., n.2, Anno XXVII, 1 febbraio 1934.
(6) Brigata nera Aldo Resega,  Melegnano, numero 5,  24 agosto 1944.
(7) Ibid., numero 6,  31 agosto 1944.
(8) Vita nuova,  Melegnano, Anno I,  22 agosto 1944
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