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Computers Gli imperatori del Sacro Romano Impero... 
scritto inedito di: Milost Della Grazia
INTRODUZIONE
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Mio obiettivo è una cronistoria delle varie dinastie di imperatori  del Sacro Romano Impero, dal primo, Carlo Magno, incoronato imperatore a Roma la notte di Natale del 800 dal papa Leone III  all’ultimo, Francesco II d’Absburgo-Lorena, che nel 1806 dovette rinunciare al titolo di imperatore  accontentandosi di quello più modesto di imperatore d’Austria.
Ho ritenuto indispensabile fare un lungo discorso per illustrare meglio il palcoscenico di questo
periodo storico durato più di un millennio, in quanto gli storici moderni come Walter Pohl, docente di storia medievale all’Università di Vienna, affermano che parlando di popoli, di etnie o di nazione si deve essere molto prudenti e nel suo recente libro“Le origine etniche dell’Europa“,  Pohl afferma: “Parlando di Franchi e di Alemanni oggi  si è concordi nel ritenere che essi non furono delle stirpi sicuramente tedesche, ma si trattava di grosse popolazioni  o associazioni di guerrieri la cui etnogenesi è ancora incompleta “.
Nell’era quaternaria (pleistocene-paleolitico medio, circa 100.000 anni a.C.) a nord delle Alpi era ancora in corso l’ultima glaciazione ( Wurm ) ed il fattore determinante per la vita animale e vegetale era la ritirata dei ghiacci che imprigionavano immense quantità d’acqua, abbassando il livello degli oceani di oltre 100 metri. La maggior parte dell’Europa centrale e settentrionale era pertanto praticamente disabitata e soltanto con la fine della glaciazione si verificò un rapido amento della popolazione, con vasti territori disboscati  e coltivati. 
L’uomo passò dall’età della pietra a quella della metallurgia, prima quella del rame, poi quella del bronzo e quando il rame cominciò a scarseggiare, quella del ferro. 
Sede di questa rapida evoluzione fu l’Europa centrale (Danubio-Reno),  abitata da tribù di protocelti e più nord, lungo la costa del Baltico, da tribù di protogermani con molti elementi in comune, tra cui le usanze funebri, entrambi definiti “della cultura dei campi di urne”. L’età del ferro celtica prende il nome dalla località dove hanno lasciato splendide testimonianze, Hallstatt in Austria e La Tebe in Svizzera. 
I Celti, popolo cosiddetto barbarico ma economicamente, tecnologicamente e culturalmente molto  progredito, furono i primi nell’Europa centro-settentrionale, dopo la conquista di Giulio Cesare, ad essere assorbiti ed integrati nella struttura dell’impero romano, ma quando il cristianesimo con Costantino uscì dalla illegalità, la loro evangelizzazione si scontrò con le loro  credenze, come la  trasmigrazione delle anime e la ricerca di un rapporto con il divino nei boschi. 
Il grande successo dei  romani fu la loro capacità di integrare saldamente varie  etnie al di là delle loro frontiere, creando un impero con un centro classico, Roma e con una periferia barbarica. 
Fu l’esercito ad offrire ai barbari l’opportunità di mescolarsi con l’elite imperiale, dando loro
una buona e regolare paga, con donazione di terra ai veterani, per cui alla fine del IV secolo più della metà degli ufficiali romani erano di origine barbarica
Le invasioni del V e VI secolo sono il punto di partenza di quel periodo affascinante che è il medioevo e ritengo che fu l’invasione degli Unni  (370 d.C.), provenienti   dalle steppe dell’Asia Centrale e non così terribili come generalmente si ritiene, a provocare per primi un grande subbuglio in  Europa e sono convinto che ebbe notevole importanza la costruzione della Grande Muraglia cinese, che bloccò le scorrerie delle varie tribù verso la Cina, costringendole a dirigersi verso ovest, determinando un grande movimento a catena di  popoli.
La spartizione dell’impero romano in due parti, occidentale ed orientale, provocò una 
lacerazione dell’unità politica e culturale, per cui si formò un cristianesimo latino ed uno greco e 
la scissione divenne ancora più evidente con il grande scisma del 1054, che allontanò in modo definitivo il mondo cristiano d’occidente  dal mondo slavo ortodosso e dall’ impero di Bisanzio, nel  quale il basileus era re e papa. 
In occidente emersero due poteri, quello della chiesa  con la riforma di Gregorio VII che separava nettamente la chiesa dalle strutture feudali laiche, stabilendo che gli uomini erano o laici o religiosi (preti e monaci) e quello dei regni, con nascita delle  dinastie ed inizio della lotta per il potere tra i re laici ed il papato, tra i guelfi ed i ghibellini.
Nei confini dell’impero romano si erano formati molteplici regni romano barbarici più o meno evangelizzati, che portarono ad una amalgamazione etnica con  comparsa del meticcio europeo. 
Si avrà così un abbozzo di  Europa, unita dalla fede cristiana, ma diversificata da tradizioni etniche e culturali diverse. Parlare ora di popolo o di nazione è scorretto, in quanto il concetto  di popolo,  che include tutti coloro che parlano la stessa lingua, si è sviluppato soltanto dopo la rivoluzione francese ed  i popoli dell’alto medioevo erano elementi sociali e culturali di grande flessibilità e mutevolezza. Walter Pohl definisce “love stories” certe testimonianze di storici antichi, come la notizia che i  Franchi ed i Longobardi provengono da Troia o che i Veneti possono essere annoverati tra i Germani  solo per il loro modo di usare gli scudi. 
Paolo Diacono fu uno dei primi a constatare che i Bavari e i Sassoni parlavano la stessa lingua, in compenso, pur essendo un attento osservatore ed un esperto grammatico, non ci dà alcuna informazione sulla lingua che l’elite longobarda parlava nel VIII secolo o sul perché a lui fu dato un nome latino ed a suo fratello uno germanico. Ancora oggi molti continuano a credere in qualcosa di storicamente inesistente, gli Svizzeri in Guglielmo Tell,  i Tedeschi in Hermann, quello che distrusse le legioni del console Varo, qualche Romano crede alla storiella della lupa che alleva Romolo e Remo, discendenti da Enea, Umberto Bossi crede nella Padania,  perché gli abitanti della Lombardia  sono sicuramente discendenti dai Celti  e comunque sono diversi dal resto degli Italiani.. Pohl invita ad approfondire le basi delle varie utopie nazionalistiche che tendono a trasformare le premesse ideologiche in conferme storiche, con tutte le conseguenze possibili, dal mito ariano di triste memoria a tutte le usurpazioni recenti che molti vogliono giustificare per  avallare i massacri perpretati recentemente nei Balcani.
Sarebbe utile considerare il fatto che le nazioni più  progredite e con un reddito pro capite maggiore sono quelle che hanno dato minor importanza alle etnie e cioè la Confederazione Elvetica e gli Stati Uniti d’America, vero calderone o minestrone di razze diverse.
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